Il Web sia con voi
Uno sguardo alla Chiesa cattolica
dall'universo della comunicazione
di Laura Massacra
"Con Vatican.va la Chiesa cattolica ha perso l'occasione
per creare la prima vera Chiesa virtuale del mondo". Questo
il giudizio lapidario che anima il breve saggio "Il web sia
con voi" (Domanin-Porro, Mondadori, lire 27 000). Secondo
gli autori, infatti la spinta ecumenica promossa dalla politica
ecclesiastica degli ultimi dieci anni sotto l'egida di Giovanni
Paolo XXIII non ha saputo ancorarsi al processo di
globalizzazione culturale di cui Internet si va attestando come
straordinaria espressione.
Gli autori, due giovani ricercatori nell'area delle scienze
umane e della comunicazione, denunciando la scarsa
interattività del sito ufficiale del Vaticano, tendono a
mettere in evidenza il profondo conflitto strutturale tra la
struttura fortemente gerarchizzata della Chiesa e un ordine
sociale nuovo determinato da un'esigenza di partecipazione più
ampia e 'orizzontale' tra i credenti. Esigenza supportata,
inoltre, dall'emergenza di nuovi mezzi di comunicazione che,
come la Rete, propongono un accesso non mediato alle iniziative
religiose e, al contempo, mettono in crisi i metodi tradizionali
di comunicazione cattolica e cristiana.
Riconoscendo alla società occidentale una metamorfosi nella
sfera dei valori religiosi dalla modernità ai giorni nostri,
Igino Domanin e Stefano Porro cercano di chiarire, attraverso
passaggi storici significativi, come la creazione di strumenti
tecnici di comunicazione determini una trasformazione radicale
non solo nella natura umana ma anche nelle modalità di
esistenza della stessa dimensione del sacro. I riferimenti ad
autori come Umberto Galimberti, allievo del filosofo Emanuele
Severino, e Pierre Levy, fanno, infatti da sfondo teorico
all'idea di base secondo cui la tecnica, in qualità di destino
dell'Essere, ne ridisegna l'orizzonte mutandone profondamente la
natura essenziale.
Questo assunto, di radice genuinamente heideggeriana, viene
utilizzato per rovesciare la dimensione prospettica del problema
e chiedersi se costituisca allora una possibilità, per l'umano
sentire, quella di aderire alle nuove modalità tecnologiche di
comunicazione per riconsegnare all'essere umano uno spirito
religioso connotato da una maggiore pienezza e ampiezza di
possibilità espressive.
La problematica emerge però dalla particolare connotazione
assegnata al senso della tecnica dal momento che, già Platone
parlava di tecné come di una pratica dell'agire umano e sociale
che segna il passo sul terreno del cammino dell'umanità.
In una prospettiva che contempli il senso complessivo della
storia allora la relazione tra Essere e tecnica si eternizza in
una dimensione assoluta dove i mutamenti divengono parte di una
dialettica più ampia ed in cui il progetto dell'esistenza umana
si coniuga necessariamente a quegli strumenti che, di tempo in
tempo, vengono creati per rispondere ad un destino
dell'esistenza. Destino che, secondo le parole di Umberto
Galimberti, è insieme una pre condizione ed una natura, un
limite ed un orizzonte.
In quest'ottica, dunque, abbracciare una visione in cui si
ritiene possibile ridisegnare i confini dell'Essere attraverso
l'evoluzione della tecnica potrebbe costituire una risposta ad
una domanda vuota. Quella domanda, cioè, che chiede all'Essere
di auto modificarsi attraverso il dominio di una tecnica che,
per natura, fa tutt'uno con la sostanza dell'Essere stesso.
Il libro, con una semplice domanda sul destino della Chiesa e
sul senso della religione nell'era della Rete, si apre in
realtà ad un'interrogazione profonda sul senso eterno
dell'esistenza umana che nessuna risposta sarà forse mai
esaustivamente in grado di darsi. |