Le altre comunità
Howard Rheingold, uno dei più noti studiosi al
mondo dei fenomeni comunitari nati su Internet, sosteneva che
l'osservazione di questo tipo di fenomeni ci da costantemente il
polso dello stato di salute della rete. Un tempo la rete era una
sola grande comunità, la comunità degli accademici e degli
studiosi che sapevano usarla e che giorno per giorno contribuivano a
crearla. Il confluire di Interessi commerciali sul suo sviluppo ha
enormemente allargato le sue frontiere allo stesso tempo frazionando
a dismisura quella compattezza iniziale.
di Michele Alberico
Definire cosa sia esattamente una comunità online non è
semplice. Piuttosto che scegliere una definizione rigorosa sarà
piuttosto il caso di aprire un orizzonte di senso sulla parola
osservando come al suo interno riescano a convivere anche esperienze
molto diverse. Vediamo alcuni casi.
www.cern.org
Sul principio della comunità di interessi la rete ha avuto un
grandissimo impulso produttivo: appassionati di ogni campo dello
scibile hanno trovato su web uno spazio adattissimo al reperimento e
alla condivisione delle informazioni raccolte. Del resto la storia
ci dice che il web è nato al CERN di Ginevra proprio per questo.
Comunque il fatto di sapere che su qualche sito qualcuno
costantemente si occupava di pubblicare ed aggiornare informazioni
di un certo tipo già di per sé costituiva il senso di una
costruzione comunitaria o forse di una fede comunitaria. E così, si
potrebbe dire, il primo mattone comunitario della rete è stato il
fenomeno delle homepage.
www.webring.org
Quando il sistema si è affinato e la rete ha iniziato a
diventare complessa e le società hanno cominciato ad investire
capitali sono nati i webring. Un webring è una sorta di alleanza
tra siti non commerciali e non istituzionali di argomento affine. Il
suo scopo è quello di permettere ai gestori dei vari siti di
condividere le informazioni raccolte, di restare in contatto e di
pubblicizzare congiuntamente ciascuno le pagine dell'altro.
www.mailgate.org
L'altro grande spazio comunitario della rete viaggia per
posta elettronica. È il mondo delle mailinglist ma soprattutto dei
newsgroup, i gruppi di discussione planetari. Intorno a determinati
temi o su certe aree di interesse si aggregano persone dalle più
diverse parti del mondo, tanto che alcuni studiosi parlano dei
gruppi di discussione come della versione moderna di una grande
agorà priva di confini nazionali.
www.msn.it
www.egroups.com
Quando il mondo imprenditoriale ha capito l'importanza che, in
termini di fidelizzazione e coinvolgimento del navigatore,
rivestivano le comunità, sono nati i primi "portali
comunitari". Un portale comunitario è una struttura online che
fornisce agli utenti tutti gli strumenti necessari a costruire una
nuova aggregazione. L'intero sistema è gestito con un certo
automatismo e consente in pochi semplici passi di istituire degli
spazi di condivisione e comunicazione attraverso web e email. Il
risultato operativamente è molto buono tuttavia non sono in pochi a
pensare che questo tipo di impostazione risulti quasi in una sorta
di gabbia alla creatività collettiva specie se messo in relazione
alla spontaneità e allo spirito pionieristico con il quale le
persone si incontravano in rete in passato.
www.citinv.it
L'ultimo caso che vale la pena di citare e che rappresenta
un'interessante linea di sviluppo futura è il caso delle comunità
locali online, le cosiddette reti civiche. Sul sito delle città
invisibili trovate il rapporto annuale sullo sviluppo della
telematica civica in Italia. La parola è, al momento, un po' mal
utilizzata. Qualunque amministrazione pubblica che abbia messo piede
su Internet si picca di aver costruito una rete civica. In realtà
nella stragrande maggioranza dei casi questo non è vero o ci si
ferma ad un livello ancora molto primitivo di interazione tra
cittadini e cittadini e tra cittadini ed amministrazione. Il più
importante caso di sperimentazione di telematica civica è stato
quello di Iperbole, la rete di Bologna.
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