"Arno Valley"
Ci sono situazioni in cui la storia sceglie un luogo in
particolare per fare il suo corso. Come nel caso della Silicon
Valley, quella zona a sud di San Francisco dove da vent'anni si
progettano la società dell'informazione e gran parte delle
tecnologie che la rendono possibile.
Il successo della Silicon Valley è stato così travolgente da
spingere molti paesi a cercare di replicarne il modello. È successo
in Israele e in Irlanda, in Malesia e in Francia. E anche in Italia,
le Silicon Valley sono parecchie. Alcune sono nate attorno a grandi
aziende ad alta tecnologia, altre hanno sfruttato la stretta
interazione fra impresa e università, altre ancora sono scaturite
dalla forza di uno o più distretti industriali.
Ma una cosa è certa: la maggior parte degli imprenditori
coinvolti sono alla ricerca del segreto della "valle del
silicio", di quel particolare e unico cocktail di fattori che
le hanno permesso di diventare in due decenni il motore economico
degli Stati Uniti.
Ma qual è questo segreto? Fino a 50 anni fa nella Silicon Valley
si produceva soprattutto frutta e il suo territorio era conosciuto
come la valle delle delizie americane. Poi è arrivata l'informatica
e tutto è cambiato. A partire dagli anni settanta, attorno
all'Università di Berkeley sono fiorite prima decine e poi
centinaia di aziende ad altissima tecnologia che hanno finito per
cambiare radicalmente il volto dell'America stessa. Apple,
Hewlett-Packard, Netscape, Sun Microsystems, sono solo alcune delle
aziende di successo che sono nate nella valle. Oggi la Silicon
Valley si estende su un territorio molto vasto nella California
settentrionale, dalla contea di Oakland fino a Santa Cruz. In questa
valle hanno sede venti delle prime cento imprese ad alta tecnologia
del mondo, che producono da sole il 40 per cento dell'export della
California: circa 40 miliardi di dollari l'anno. Il successo
economico della Silicon Valley, una delle aree più ricche del
pianeta, deriva da un cocktail di diversi fattori. In primo luogo,
l'immigrazione qualificata avvenuta in California negli ultimi
decenni, ha permesso alle aziende della valle di arricchire il
proprio patrimonio creativo. Inoltre, la stretta collaborazione fra
gli ambienti accademici e le aziende, ha fatto in modo che molti
studenti trasformassero le proprie idee in progetti imprenditoriali.
Questo è stato possibile perché la comunità finanziaria americana
ha creduto prima di altri nello sviluppo dell'high-tech, finanziando
i progetti dei giovani imprenditori con ingenti fondi e servendosi
intensamente del venture capital: un meccanismo che diversi paesi,
Italia compresa, stanno cercando di replicare.
Dunque la "magia" della Silicon Valley dipende
essenzialmente da tre fattori: la presenza di imprenditori creativi,
la stretta interazione fra aziende e mondo accademico e la
disponibilità di ingenti capitali per finanziare le imprese più
coraggiose. Per il successo di un iniziativa industriale il fattore
umano resta un aspetto fondamentale: infatti, ancora oggi gli
imprenditori della valle californiana fanno "cultura"
negli Stati Uniti, definendo stili di vita e promovendo iniziative
sociali, che hanno un forte seguito in tutto il paese.
Come accade in molti Paesi, anche in Italia si sono fatti molti
tentativi per replicare almeno in parte il modello economico e
produttivo che ha decretato il successo planetario della Silicon
Valley. Tentativi contraddistinti da fortune alterne, che hanno
avuto comunque il pregio di far emergere un modello italiano per lo
sviluppo della tecnologia.
Le aree del nostro paese in cui si produce alta tecnologia sono
molte. Si va da città come Milano, che è certamente la culla delle
net economy nostrana, a realtà più complesse e articolate.
All'inizio degli anni novanta, a Cagliari, l'imprenditore Nicola
Grauso ha creato di fatto una comunità di piccole imprese che
ruotavano attorno al suo provider Video On Line. L'iniziativa di
Grauso non si è conclusa molto bene, ma il talento tecnologico
sardo è dimostrato dai successi della Tiscali di Renato Soru.
Altrettanto radicata nella storia recente è la Silicon Lagoon, una
vasta area del Nord-Est compresa fra Padova, Verona e Treviso che si
è specializzata negli anni nella produzione di software ed è stata
definita dal sindaco di San Francisco come il futuro Giappone
d'Europa. Un altro esempio è rappresentato dalla cosiddetta Etna
Valley, un'area nei pressi di Catania che ruota attorno alla St
Microelectronics di Pasquale Pistorio e agli stabilimenti di alcune
grandi aziende di high-tech, fra cui anche Omnitel e la scandinava
Nokia. L'Etna Valley assomiglia molto alla leggendaria valle
californiana per via della profonda sinergia fra imprese,
Università, enti locali e centri di ricerca; si tratta di un
modello vincente che si sta cercando di riproporre anche nell'area
romana Tiburtina, dove è ai nastri di partenza un polo high-tech
destinato a collegare le Università della zona con le tante imprese
ad alta tecnologia.
Una delle realtà più interessanti da questo punto di vista è
la cosiddetta Arno Valley, ovvero una vasta area della Toscana che
abbraccia Pisa, Firenze e Pontedera. È qui che è stato prodotto il
primo computer italiano ed è da qui che provengono molte delle
tecnologie italiane più avanzate in materia di informatica e
Internet. Accanto alle due punte di diamante della valle dell'Arno,
CHL e Dada, che si sono quotate recentemente alla Borsa di Milano,
ci sono anche realtà più piccole, che ricordano molto da vicino le
mitiche startup americane che hanno cambiato il volto dell'economia
partendo da un garage.
Un paio d'anni fa il capo di Sun Microsystems, Scott McNealy ha
profetizzato che l'Italia avrebbe giocato un ruolo importante nello
sviluppo della tecnologia dei prossimi anni, grazie alla sua
creatività. Negli ultimi vent'anni il celebre estro italiano si è
scontrato con innumerevoli ostacoli burocratici e con un modello
industriale che poco si adattava all'economia della Rete. Oggi però
le cose sono cambiate. La sensibilità delle imprese italiane nei
confronti di Internet e delle nuove tecnologie è cresciuta
moltissimo e i capitali sono finalmente disponibili anche per chi
vuole mettere in pratica idee originali. Tutto questo lascia ben
sperare per il futuro.
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