Mercoledi' 24 gennaio 2001
Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

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Un italiano nella Silicon Valley

Andrea Betti Berutto, ingegnere elettronico che da cinque anni lavora nella Silicon Valley e recentemente ha deciso di mettersi in proprio, cominciando un'attività di consulenza tra Usa e Italia nel campo delle infrastrutture per comunicazioni via Internet, racconta la sua esperienza

Che cosa rappresenta oggi la Silicon Valley?

La Silicon Valley può essere definita oggi come uno dei più grossi campus scientifici nel campo dell'elettronica, caratterizzata da una fortissima interazione tra università, industria, centri di ricerca e anche dalla presenza di grosse società di finanziamento, da medi e piccoli investitori. Nasce negli anni quaranta grazie a una grossa spinta della Stanford, che stimolava molto gli ingegneri a intraprendere la strada imprenditoriale, a mettere in pratica le loro idee. La prima società della Silicon Valley è stata la Hewlett Packard, nata negli anni quaranta nel garage di Mr. Packard. È stato il primo sogno americano nel campo dell'elettronica: qualcosa è stato creato dal nulla ed è diventato poi una delle più grandi società del mondo.

Nella Silicon Valley si vive come in una setta?

La parola setta non è molto corretta. Esistono comunità abbastanza ristrette, con linguaggi, modi di fare, esperienze simili, che legano tutti quelli che arrivano nella Silicon Valley. Un denominatore comune fra tutte le varie comunità di Silicon Valley è lo stock market, che è un'attività molto vivace e lega molto le persone.

Si può parlare di una crisi legata alle tecnologie a Silicon Valley?

In questo momento sì, c'è una grossa crisi. Questo ultimo anno è stato il peggiore per Silicon Valley e questa crisi ha toccato in particolare le Dot.com, cioè le società legate a Internet. Sarebbe però sbagliato pensare che Internet, come mezzo per fare business, sia in crisi. Si può dire che la Rete sia stata un po' la vittima del suo stesso successo, che ha causato delle aspettative molto più elevate di quelle che potevano essere realizzate e ha attirato dei finanziamenti oltre misura. Si è avuta anche una saturazione, poi le aspettative sono crollate, gli investitori si sono scoraggiati e c'è stato il collasso.