Un italiano nella Silicon Valley
Andrea Betti Berutto, ingegnere elettronico che
da cinque anni lavora nella Silicon Valley e recentemente ha deciso
di mettersi in proprio, cominciando un'attività di consulenza tra
Usa e Italia nel campo delle infrastrutture per comunicazioni via
Internet, racconta la sua esperienza
Che cosa rappresenta oggi la Silicon Valley?
La Silicon Valley può essere definita oggi come uno dei più
grossi campus scientifici nel campo dell'elettronica, caratterizzata
da una fortissima interazione tra università, industria, centri di
ricerca e anche dalla presenza di grosse società di finanziamento,
da medi e piccoli investitori. Nasce negli anni quaranta grazie a
una grossa spinta della Stanford, che stimolava molto gli ingegneri
a intraprendere la strada imprenditoriale, a mettere in pratica le
loro idee. La prima società della Silicon Valley è stata la
Hewlett Packard, nata negli anni quaranta nel garage di Mr. Packard.
È stato il primo sogno americano nel campo dell'elettronica:
qualcosa è stato creato dal nulla ed è diventato poi una delle
più grandi società del mondo.
Nella Silicon Valley si vive come in una setta?
La parola setta non è molto corretta. Esistono comunità
abbastanza ristrette, con linguaggi, modi di fare, esperienze
simili, che legano tutti quelli che arrivano nella Silicon Valley.
Un denominatore comune fra tutte le varie comunità di Silicon
Valley è lo stock market, che è un'attività molto vivace e lega
molto le persone.
Si può parlare di una crisi legata alle tecnologie a Silicon
Valley?
In questo momento sì, c'è una grossa crisi. Questo ultimo anno
è stato il peggiore per Silicon Valley e questa crisi ha toccato in
particolare le Dot.com, cioè le società legate a Internet. Sarebbe
però sbagliato pensare che Internet, come mezzo per fare business,
sia in crisi. Si può dire che la Rete sia stata un po' la vittima
del suo stesso successo, che ha causato delle aspettative molto più
elevate di quelle che potevano essere realizzate e ha attirato dei
finanziamenti oltre misura. Si è avuta anche una saturazione, poi
le aspettative sono crollate, gli investitori si sono scoraggiati e
c'è stato il collasso.
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