Corso 3 - Fare musica con il computer

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Indice tematico
Modulo 1: La natura dei suoni
Modulo 2: Il suono digitale
Modulo 3: I computer leggono la musica
Modulo 4: Il computer alla regia del suono

Fare musica con il computer
di Andrea Paladin

 

Seconda dispensa

Il suono digitale

Sommario degli argomenti

  • Introduzione (1)

  • La conversione analogico digitale (2)

  • I File Audio (3)

  • La conversione digitale analogica (4)

  • La scheda audio (5)

  • Regolazione dei volumi sul PC (6)

  • Gli Editor di Suoni (7)

  • Il formato MP3 (8)

 
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Introduzione

Nella scorsa dispensa abbiamo visto che cos'è un suono e abbiamo seguito il percorso che compie per giungere fino al nostro orecchio. Un viaggio che inizia da un corpo oscillante, per esempio la corda di una chitarra, e continua nell'aria circostante, dove il suono si propaga sotto forma di un'onda di pressione. Abbiamo anche visto quali sono i meccanismi fisiologici che determinano il modo in cui noi siamo in grado di percepire i suoni trasformandoli in segnali elettrici che viaggiano tra i neuroni del cervello.

I suoni che ascoltiamo, però, non sempre provengono dalla vibrazione di oggetti naturali, molto spesso infatti sono generati dalla membrana di cartone di un altoparlante. In effetti l'altoparlante è stato costruito proprio per riuscire ad imitare la vibrazione di qualsiasi corpo e, quindi, per essere in grado di generare qualsiasi tipo di suono. L'altoparlante, però, non sarebbe in grado di funzionare senza la possibilità di trasformare un suono in un segnale elettrico, come abbiamo visto nella dispensa precedente. 

In questa dispensa continueremo il discorso parlando di un'altra trasformazione molto importante che il suono subisce per poter essere memorizzato, trasmesso, ed elaborato da un computer.

La conversione analogico digitale

Come sappiamo l'unico tipo di informazione che i computer sono in grado di elaborare è quella composta da numeri binari, ovvero lunghe sequenze di 0 e 1. Fortunatamente, al contrario di quanto potrebbe sembrare a prima vista, questa limitazione non impedisce al computer di utilizzare ed elaborare i suoni, dato che, utilizzando dei dispositivi chiamati convertitori analogico-digitali o più brevemente ADC, si possono trasformare i suoni in sequenze di numeri. 

Ma come avviene questa conversione di un'onda di pressione in una sequenza di numeri? Se osserviamo la figura seguente vediamo che, per effettuare questa conversione sono necessari due passi: per prima cosa, usando un microfono, si deve trasformare l'onda di pressione in un'onda di potenziale elettrico, ovvero in un segnale analogico. Successivamente questo segnale verrà filtrato e poi inviato all' ADC che lo convertirà in una sequenza digitale di numeri binari. 

Come vedremo questi numeri binari potranno essere utilizzati da un computer o memorizzati su un supporto digitale, come ad esempio un Hard Disc o un CD Rom. Una introduzione abbastanza chiara e semplice per chi vuole approfondire questo argomento si può trovare sul sito http://www.apenet.it/APE/RASSEGNA/1997/
RG05/DOC/EraDigitale.html



Figura 1 - Conversione analogico-digitale

Per produrre una sequenza di numeri binari da un segnale analogico l'ADC procede in due passi.

Il primo passo consiste nel trasformare l'onda che arriva al suo ingresso in un insieme di gradini. Questa trasformazione corrisponde a prendere, o più precisamente campionare, un solo valore dell'ampiezza del suono ad intervalli di tempo regolari. E' un procedimento simile a quello che effettua una cinepresa quando trasforma una immagine in movimento in una sequenza di fotografie. La grossa differenza è che per ricostruire un filmato sono necessarie circa 50 immagini al secondo mentre per ricostruire un suono si utilizzano circa 40.000 valori di ampiezza al secondo. 

Il numero di valori di ampiezza che l'ADC preleva dal segnale analogico in un secondo si chiama Frequenza di Campionamento ed è un parametro molto importante. Infatti si può dimostrare che, se la nostra scheda audio campiona ad una frequenza F la massima frequenza che possiamo rappresentare in un suono sarà pari a F/2. Quindi, per esempio, se usiamo come frequenza di campionamento 44100 Hz, come fa la maggior parte dei dispositivi audio, preleviamo dal suono 44100 valori di ampiezza al secondo e la massima frequenza che il nostro suono potrà contenere sarà di 22000 Hz. Se invece campioniamo un suono a 22500 Hz la massima frequenza che può contenere il suono campionato scende a 11000 Hz, e quindi perderemo le sfumature più acute del suono. 

Il secondo passo, chiamato quantizzazione, consiste invece nel trasformare l'altezza di ognuno di questi gradini in un numero binario che potrà finalmente essere utilizzato dal computer. Il numero che rappresenta un singolo gradino di solito viene chiamato campione sonoro. Generalmente questo numero viene rappresentato su 16 bit in modo tale da consentire ben 65536 intervalli possibili di ampiezza. Se usassimo solo 8 bit per quantizzare il suono, i valori di ampiezza possibili per ogni campione sarebbero 256, e questo implica che il suono finale risulterebbe più rumoroso che utilizzando 16 bit. Per convincervene potete fare una prova voi stessi utilizzando ad esempio un Wave Editor per cambiare questi parametri ed ascoltare la differenza.



Figura 2 - campionamento e quantizzazione

Ma in pratica, se vogliamo registrare un suono sul computer, dove possiamo trovare l'applicazione che ci consente di scegliere la frequenza di campionamento e il numero di bit per campione che verranno utilizzati? Se andiamo sulla barra degli strumenti di Windows, troviamo un altoparlantino giallo come questo:

e se facciamo un click con il tasto destro del mouse su questo altoparlante, si apre la finestra in figura 3, che viene usata proprio per controllare i parametri per la registrazione di suoni in Windows



Figura 3 - regolazione della freq. di campionamento in Windows 95/98

A questo punto siete pronti per registrare e, se non avete ancora un Wave Editor a disposizione, potete sempre ricorrere al registratore di suoni fornito da Windows, che si trova nella cartella multimedia.



Figura 4 - Il registratore di suoni di Windows 95/98

Per saperne di più sul suono digitale e sulle possibilità che ci sono offerte dal suo trattamento con il computer vi segnalo un ottimo corso on-line di Thomas Serafini dedicato a questo argomento e che si trova all'indirizzo http://www.pianeta.it/webkult/w9612/computer_music.htm. Il corso è stato sviluppato qualche anno fa ma, a mio avviso, è ancora utile e sufficientemente attuale.

I File Audio

Abbiamo visto che il convertitore analogico digitale trasforma l'onda sonora in un flusso di bit che viene inviato al computer, e questa operazione viene chiamata campionamento di un suono. Ma quanti bit sono necessari per campionare un suono con una qualità paragonabile a quella di un CD musicale? Vediamo come calcolarlo: per prima cosa consideriamo che per descrivere un suono stereo ci servono due onde sonore che corrispondono al canale sinistro e destro. Da ognuna di queste due onde vengono campionati 44100 valori al secondo, e per rappresentare il valore numerico di ognuno di questi campioni sonori si useranno 2 byte. 

Date queste premesse, se fate due conti, vedrete che, per campionare una canzone di tre minuti, un computer utilizza circa 30 Megabyte che possono essere memorizzati sull'hard disk sotto forma di un file. 

Per descrivere questi file di suoni il computer può usare molti formati differenti, ma il più utilizzato è sicuramente quello standard di windows che viene chiamato wave ed ha come estensione *.wav. Vi ricordo che un formato di un file rappresenta una sorta di convenzione che viene usata dal computer per distinguere tra loro e interpretare in modo corretto le informazioni memorizzate. Ad esempio, per memorizzare su di un file lo stesso testo scritto, possiamo usare il formato di un programma come Word, che ha estensione *.doc oppure il formato utilizzato dalla Notepad, che ha estensione *.txt.

Per saperne di più sui formati con cui si campionano i suoni potete andare all'indirizzo http://digilander.iol.it/instudio1/framepstd/formsuon.htm

Se il computer si limitasse ad acquisire, memorizzare e riascoltare i suoni però non sarebbe altro che un grosso e costoso registratore musicale. In realtà, come vedremo, il computer ha in serbo ben altre risorse, come, ad esempio, la capacità di elaborare, ovvero di trasformare e combinare questi suoni, in modo sorprendentemente facile e veloce. Queste sue capacità sono tali da consentire a molti musicisti di realizzare le loro canzoni utilizzando il computer come un vero e proprio studio di registrazione. Ma per visualizzare e trasformare i suoni servono degli appositi programmi che sono chiamati wave editor, allo stesso modo in cui, per modificare e visualizzare un testo scritto il computer usa un text editor o un word processor.

La conversione digitale analogica

Grazie alla conversione analogico-digitale un computer è in grado di acquisire e memorizzare un suono trasformandolo in una sequenza di numeri binari. Per ascoltare questa sequenza di numeri però è necessario un ulteriore passaggio: la conversione di questa sequenza digitale in un segnale analogico che possa essere poi inviato ad un amplificatore e trasformato in suono da un altoparlante.

 

Figura 5 - Conversione digitale-analogico

Il componente che si occupa di questa trasformazione si chiama DAC, Convertitore Digitale Analogico, e rappresenta la porta di uscita del suono di un dispositivo digitale. Questo componente infatti è presente non solo sulle schede audio dei computer ma anche sui lettori di CD, sulle tastiere musicali e in qualsiasi dispositivo digitale che emetta dei suoni a partire da una sequenza digitale di numeri.

I DAC e gli ADC rappresentano quindi le porte attraverso cui un suono entra ed esce da un computer. Purtroppo queste porte non si comportano in modo del tutto trasparente nei confronti del segnale che le attraversa ma hanno la antipatica tendenza di aggiungere del rumore e di distorcere il segnale durante la conversione. Per questo motivo il suono digitale non è di per sé una garanzia di qualità e fedeltà a meno che non si utilizzino dei convertitori adatti alle nostre esigenze.

La scheda audio

I convertitori ADC e DAC in genere non sono integrati direttamente sulla scheda madre di un computer ma si trovano su di una apposito componente, chiamato scheda audio, che si inserisce in uno degli slot di espansione del computer. Vi ricordo che, alle volte, i convertitori della scheda vengono chiamati CODEC ma questa sigla non rappresenta altro che degli ADC e DAC di qualità non troppo elevata integrati in un unico componente. Ma vediamo come appare una scheda audio:



Figura 6 - Una scheda audio

Come vedete nella figura 6, sul dorso della scheda appaiono delle prese che servono per collegare l'ingresso degli ADC ad un microfono o ad un qualsiasi altro strumento elettronico e l'uscita dei DAC ad un amplificatore o ad un paio di casse amplificate. Molte schede audio consentono anche di collegare una tastiera musicale al computer usando una apposita presa MIDI. Questo nome deriva dal fatto che questa presa non riceve direttamente il suono ma dei codici particolari, chiamati MIDI, che in pratica dicono al computer quale tasto o quale pulsante è stato premuto sulla tastiera musicale. Del MIDI comunque parleremo più in dettaglio nella prossima dispensa.



Figura 7 - Connessioni della scheda audio

Oltre ai convertitori, sulla scheda spesso è presente anche un sintetizzatore che è in grado di riprodurre il suono di moltissimi strumenti musicali e che, come vedremo nella prossima dispensa, può essere usato per suonare delle partiture o in collegamento con una tastiera musicale. Qualsiasi altra informazione vogliate avere sulle schede audio la potete trovare sul sito http://www.hut.fi/Misc/Electronics/epanorama/
pc/sound.html#general
(in inglese) che presenta una panoramica dettagliata dell'argomento e una serie di link veramente completa.

Regolazione dei volumi sul PC

Per regolare il volume degli ingressi e delle uscite del suono sul computer esiste un apposito mixer software che si può raggiungere facendo un doppio click sull'icona a forma di altoparlante che si trova sulla barra delle applicazioni. 

Ma a cosa serve questo mixer? Facciamo un esempio: abbiamo appena inserito l'ultimo CD del nostro cantante preferito nel lettore di CD Rom lo stiamo ascoltando mentre scriviamo una mail. Ad un certo punto un suono del sistema, tipo "ding !!", ci perfora le orecchie. Cosa possiamo fare per abbassare il volume dei suoni del sistema operativo e ascoltare in pace il CD? In casi come questo basterà andare sulla sezione "Controllo dei Volumi", o "Volume Control" in inglese, e alzare il livello del cursore "CD" oppure abbassare il livello del cursore "Wave". Se vogliamo alzare il volume di tutti i suoni che escono dal computer invece alzeremo il cursore a sinistra che rappresenta il livello generale di uscita audio.



Figura 8 - Mixer di uscita

Oltre alla sezione di uscita, il mixer del nostro PC contiene anche una sezione di ingresso che si utilizza per scegliere da quale sorgente vogliamo che il computer registri - o meglio campioni - i suoni. Nella figura seguente vediamo, ad esempio, che il mixer è stato impostato in modo tale da selezionare il suono che proviene dal microfono per la registrazione.



Figura 9 - Mixer di ingresso

Gli Editor di Suoni

Come abbiamo visto con il computer è possibile campionare e memorizzare su Hard Disk un suono che proviene da un CD audio, da un microfono e perfino da uno strumento elettronico come, ad esempio, una chitarra elettrica. Ma non è finita! Con dei programmi chiamati Wave Editor, o Editor di Suoni, infatti è possibile visualizzare e trasformare a nostro piacimento qualsiasi file sonoro. La figura seguente mostra proprio un esempio di Wave Editor, che si chiama Cool Edit 2000 e che si può scaricare liberamente da Internet all'indirizzo http://www.syntrillium.com



Figura 10 - Un Editor di Suoni

Una semplice introduzione a questo tipo di programmi si può trovare all'indirizzo http://corsi.euroframe.it/tradire/sis_info/edison.htm Riassumendo in poche parole, comunque, si può dire che un Wave Editor è l'equivalente per i suoni di quello che rappresenta un Word Processor per le parole: con entrambi i programmi infatti noi siamo in grado di modificare i file di partenza nel modo più profondo e completo. Ad esempio possiamo tagliare un suono, filtrarlo per togliere componenti troppo basse o troppo acute, aggiungere un riverbero per simulare l'effetto di una sala da concerto e così via.

Il formato MP3

Abbiamo visto che un suono digitale ha bisogno di molti bit per essere rappresentato. Per avere un idea di quanto questo sia vero, considerate che su un dischetto possiamo memorizzare appena 8 secondi di musica ad alta qualità. Questa ingordigia di bit purtroppo comporta molti svantaggi: il primo, e più importante, è che per far viaggiare un suono campionato su Internet occorre molto tempo; il secondo è che, se ci appassioniamo alla registrazione musicale, possiamo facilmente riempire il nostro Hard Disk di suoni campionati. 

Per ovviare a questo problema è si è pensato di comprimere i suoni digitali e quindi di togliere dal suono tutto quelle caratteristiche che non siamo in grado di percepire. Per applicare questa strategia però occorre però prima capire a fondo come funzionano i meccanismi percettivi dell'orecchio. 

L'apparato uditivo, in effetti, non percepisce direttamente il suono ma il suo spettro, ovvero l'insieme delle componenti armoniche - delle frequenze - che lo compongono. Inoltre il nostro ricevitore naturale, la coclea, è strutturato in modo che le frequenze più forti presenti nello spettro del suono tendono a mascherare le frequenze vicine e quindi queste ultime non vengono percepite e possono essere eliminate dal suono. Nella figura seguente si vede lo spettro di un suono con evidenziate le armoniche più intense (in verde) e la curva di mascheramento dell'orecchio.



Figura 11 - Il fenomeno psicoacustico del mascheramento

Un programma di compressione per il suono quindi si comporta come una sorta di orecchio informatico che trasforma prima il suono nel suo spettro e successivamente toglie dallo spettro tutte le armoniche che non vengono percepite. Se consideriamo che si può eliminare oltre il novanta per cento delle frequenze presenti in un suono ci rendiamo conto della potenza di questo metodo: un suono che in origine occupava undici megabyte, dopo la compressione di tipo percettivo ne occupa solo uno e la perdita di qualità tra queste due rappresentazioni del suono è quasi indistinguibile.

Se volete provare ad ascoltare musica compressa potete, ad esempio, utilizzare un programma chiamato WinAmp, e per trovare questo programma gratuitamente potete andare sul sito http://www.winamp.com  

WinAmp, come molti altri programmi simili che potete trovare in rete, utilizza uno standard di compressione audio chiamato MP3. Lo standard MP3 rappresenta la sezione audio di uno standard più completo, chiamato MPEG layer 3, che viene utilizzato per la codifica dei film in formato digitale negli attuali DVD. Per trovare musica in questo formato potete iniziare la vostra ricerca dal sito http://www.mp3.com

Come avrete capito, il motivo principale della diffusione e della fama dell'MP3 risiede nel fatto che questo standard, rendendo i file di suoni molto più compatti, ha consentito finalmente la diffusione e lo scambio della musica su Internet. 

Per finire, se volete conoscere meglio come funziona questo sistema di compressione del suono e le sue applicazioni pratiche, vi consiglio di andare a vedere il sito http://www.virgilio.it/canali/extra/mp3.