Chissà
che in un prossimo futuro sui componenti dei computer non venga
apposto l'avvertimento "nuoce alla salute" o che nei
manuali d'uso non vengano inserite le precauzioni d'impiego.
Sempre più spesso, infatti, gli utenti dei pc vanno incontro a
delle patologie specifiche. Quando si usava esclusivamente la
penna si rischiava tutt'al più il callo dello scrittore, ora
chi, per lavoro o per altre necessità, legge da un monitor e
scrive digitando su una tastiera, va incontro a fastidiosi
inconvenienti. Dolori articolari, fastidi alla vista, nervosismo
colpiscono molti uomini e donne che hanno dovuto sostituire
penna e carta con il computer.
"Ho
iniziato ad avere dei forti giramenti di testa, vertigini,
dolori alla testa e pressione alta" racconta Giovanni
ingegnere in una delle maggiori società di telecomunicazioni
" Mi hanno detto che era lo stress, poi navigando su
Internet ho capito che era un problema di postura sbagliata
davanti al computer, prima non ci avevo mai pensato".
"Mi
bruciavano gli occhi e soffrivo di mal di schiena da quando ho
iniziato a lavorare intensamente con il computer" racconta
Marco redattore presso un giornale on line "Ho risolto il
problema usando gli occhiali solo per lavorare. In compenso per
ovviare al mal di schiena, mi sono portato in ufficio una sedia
ergonomica". Difficile dire quanto siano diffuse le
patologie legate all'uso prolungato e spesso non corretto dei
mezzi informatici. Un problema in crescita di pari passo con il
diffondersi della società dell'informazione e che se non
valutato in tempo in futuro potrebbe avere costi sociali
altissimi.
A
ben vedere una normativa c'è contro i rischi derivanti dal
lavoro al computer. Prevede quindici minuti di riposo ogni due
ore di applicazione. Luoghi di lavoro a norma: lo spazio
abbastanza ampio da consentire cambiamenti di
posizione e libertà di movimento. L'illuminazione
sufficiente e appropriata alle caratteristiche del lavoro e la
sistemazione delle attrezzature rispetto alle sorgenti luminose,
naturali o artificiali, deve essere tale da evitare il fastidio
dei riflessi sullo schermo. Anche il rumore e la temperatura
dell'ambiente lavorativo vanno presi in considerazione e tenuti
sotto controllo. Lo schermo deve avere una buona definizione ed
essere orientabile; la tastiera dissociata dal monitor, inclinabile e coi simboli sui tasti ben leggibili. Il piano di
appoggio di dimensioni confortevoli e
antiriflesso; il sedile regolabile sia in altezza che in
inclinazione dello schienale. Per la scelta del software,
infine, si indicano tra i criteri guida fondamentali la
congruità con le mansioni professionali e la facilità d'uso.
Tutta
una serie di buone indicazioni che però sono applicabili solo
ai cosiddetti "videoterminalisti". Senza tener conto di impiegati,
ingegneri, giornalisti, signorine dei call center, grafici e
così via, ovvero la maggior parte delle persone che oggi usano il
computer per lavoro. A cui vanno sommati tutte le nuove
figure professionali dell'Information society, come i
telelavoratori, i creatori di siti Internet, gli operatori dei
motori di ricerca. In Italia, comunque, "l'attuazione delle
norme a salvaguardia della salute dei lavoratori è scarsa"
- sostiene lo specialista in posturologia Alessandro Benevento -
"la maggior parte delle sedute non sono ergonomiche, anche
se spesso vengono definite tali. Eppure -come si può verificare
consultando qualche catalogo di arredi per uffici - i costi
delle sedie non ergonomiche in molti casi non sono inferiori a
quelli delle sedie ergonomiche. E' stato accertato che tra i
soggetti che siedono abitualmente su sedie normali si riscontra
un'incidenza di problemi alla colonna del 30 per cento superiore
rispetto a quelli che utilizzano una seduta ergonomica".
La
mancata applicazione delle norme - prosegue il dottor Benevento
- produce "scompensi per gli individui e conseguenze per
l'intera collettività a causa degli oneri che ne derivano per
il sistema sanitario nazionale. Studi eseguiti nei paesi
scandinavi dimostrano, infatti, che all'adozione di sedie
ergonomiche si associa una diminuzione dei giorni di malattia
fino al 40 per cento". Uso massiccio del computer e
qualità della vita non sempre sembrano andare d'accordo,
tuttavia, in mancanza di una normativa che tuteli l'osmosi
uomo-computer, conviene seguire il buon senso e i consigli dei
medici: prendersi periodi di relax, fare sport e non arrabbiarsi
troppo se la macchina non sempre è perfetta.
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