Trascorrete
ore e ore seduti davanti al computer, ma volete arrivare indenni
all'età della pensione, senza spendere cifre esorbitanti dal
fisioterapista? Cercate, allora, di rendere l'ambiente di lavoro
confortevole ed esaminate con cura ogni elemento, dalla sedia al
tavolo, dalla tastiera al computer. E valutate con attenzione le
caratteristiche ergonomiche perché questi oggetti devono
rispondere a requisiti ben precisi. Altrimenti, avvertono gli
esperti, a lungo andare le postazioni multimediali potrebbero
trasformarsi in veri e propri strumenti di tortura, con
conseguenze davvero pesanti sulla nostra salute. Ecco allora
qualche consiglio pratico per evitare errori e scegliere in modo
più consapevole gli strumenti di lavoro. Quando si trascorrono
molte ore seduti al tavolo di lavoro, è necessario assumere una
postura corretta, che non affatichi la spina dorsale. "Per
questo è fondamentale la scelta della sedia adatta",
spiega Piero Cutilli, docente di ergonomia all’Isia di Roma,
"le migliori sono quelle con lo schienale inclinabile, il
piano di seduta regolabile in altezza, e una profondità adatta
a non ostacolare la circolazione del sangue degli arti inferiori
o limitare i movimenti del corpo". Oltre alle dimensioni,
poi, molto importante è anche il materiale dell’imbottitura:
non eccessivamente morbido, con il bordo anteriore arrotondato e
che permetta alla pelle di traspirare. Se, poi, non si riescono
ad appoggiare comodamente i talloni a terra, bisogna ricorrere al poggiapiedi per evitare un affaticamento
eccessivo delle gambe. Molto importante è anche la scrivania,
come fa notare il docente: "Per evitare posture scorrette,
ci deve essere uno spazio libero sotto il tavolo e non avere
impedimenti al movimento delle gambe. Sotto al piano perciò non
devono esserci elementi che possono essere urtati con le
ginocchia o le gambe”.
Ma
veniamo ai monitor. Per chi se li può permettere, ci sono
ovviamente i video di ultima generazione, al plasma e
ultrapiatti. Gli altri, meno evoluti, devono comunque rispondere
ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa sulle
apparecchiature elettriche. Non solo. “Per ridurre
l’intensità delle riflessioni provenienti da fonti luminose
presenti nell’ambiente circostante”, aggiunge il designer,
“lo schermo deve essere antiriflesso e adattarsi a tutte le
configurazioni richieste dall’utente, inclinandosi in avanti o
indietro in modo da consentire comodamente la lettura”. Da
tenere in considerazioni anche le dimensioni del monitor, in
funzione del tipo di lavoro svolto. Ad esempio, schermi da 15 o
16 pollici possono andare bene per le normali attività di
ufficio. Ma per grafici, architetti e addetti al
desktop publishing vanno usati monitor decisamente più
grandi”. Per tutti vale un’avvertenza fondamentale:
posizionare lo schermo in maniera corretta, leggermente
inclinato verso il basso, perpendicolare all’asse visivo, e ad
una distanza non superiore a 70 centimetri. Il monitor va tenuto
lontano dalle finestre e, possibilmente, di lato rispetto a chi
si trova alla scrivania. Per evitare problemi alla vista,
frequenti quando la luminosità del monitor è superiore a
quella della stanza, occorre munirsi di tende speciali, in grado
di modulare la luce esterna, adattandola alle esigenze del
momento. Tante, infine, le novità per quanto riguarda gli
accessori. Come il tappetino per mouse con la base rinforzata
antiscivolo e il poggiapolsi in gel che si modella. Oppure la
tastiera ergonomica, leggermente incurvata per favorire
l’allineamento tra polso e avambraccio e rendere la scrittura
più confortevole. “L’aspetto più interessante, però, sul
quale bisognerà cominciare a riflettere con maggiore attenzione
in futuro”, conclude infine Cutilli, “è quello
dell’ergonomia dei software, legato agli studi più recenti
delle scienze cognitive”. Non solo per quanto riguarda la
struttura grafica dei siti, ma soprattutto per l’interfaccia
dei programmi più utilizzati. Gli studi sull’attività della
mente spiegano infatti che il cervello compie uno sforzo per
interfacciarsi con lo schermo. Perciò semaforo verde a pagine
Web, con grafica leggera, leggibili, e di semplice
interpretazione. Alt, invece, ai colori sparati, alle immagini
che volano da una parte all’altra dello schermo e che non
danno all’utente il tempo di vedere”. |