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sotto il segno dell'acquario
Scienziati all'Acquario.
Fight for no copyright....
scriviamo dall'Independent Media Center di Genova,
durante la conferenza stampa del GSF.
Forse è una coincidenza, ma l'ambiente è Linux.
Ci piace fare alcune considerazioni a braccio sulla riflessione
lanciata da Bifo sul problema scienza e globalizzazione.
Innanzitutto: perchè come ricercatori di scienza siamo qui a
manifestare contro il G8?.
Bifo ricordava il processo intentato dalle multinazionali
farmaceutiche contro il Sud Africa. Questo ha rappresentato
simbolicamente un punto di rottura nella coscienza diffusa
degli scienziati, poichè ha reso eclatante il ruolo proprietario
che domina all'interno della produzione scientifica
contemporanea.
A questo evento simbolico, si è affiancata la protesta di molti
scienziati per la gratuità e l'accessibilità delle pubblicazioni
scientifiche. Aggiungiamo per arricchire la lista, la ormai lunga
battaglia, nel campo dell'informatica, tra la cultura del
software proprietario e quella del free-software. Infine,
ricordiamo la competizione che solo un anno fa si è
consumata tra il Consorzio Pubblico e la Celera Genomics sull'
accessibilità pubblica delle banche dati ottenute dal
sequenziamento del genoma umano e sulla sua
brevettabilità.
Ogni punto citato meriterebbe un approfondimento a parte
(per chi fosse interessato:
www.unifr.ch/econophysics/ac/testi.html ).
A noi sono sembrate ottime ragioni per venire a protestare
contro chi vuole consolidare una forma proprietaria, elitaria,
autoritaria e predatoria del sapere scientifico.
Tuttavia le cose, da Seattle ad oggi, sono un po' complicate
per quanto riguarda il movimento globale.
Sulla lista di Rekombinant, sempre Bifo ricordava il rischio
di una deriva moralistico-cattolica. Anche riguardo ai temi
della ricerca scientifica sono emerse posizioni semplicistiche
e, diciamolo, reazionarie, come per le biotecnologie.
Tali posizioni oscurantiste rappresentano il lato nascosto
dello scientismo positivista. Questo rischio ci stimola a
difendere nel movimento globale di cui facciamo parte una
posizione differente, che non rifiuta la scienza ma si pone
piuttosto il problema della sottrazione del sapere scientifico
dalle logiche mercantili.
Riteniamo che valga la pena giocare su questo piano.
Per noi Seattle è stata una data significativa, il suo potere
di attrazione simbolica contro il governo dei pochi,
brutti, ricchi e cattivi ha risuonato nel mondo della scienza.
E c'è un motivo. Noi giovani ricercatori stiamo conoscendo
la precarizzazione e la flessibilizzazione dovuta alle nuove
forme dell'organizzazione scientifica: ristrutturazione
della big-science, sviluppo dell'imprenditoria scientifica,
nuovi legami ibridi tra ricerca e mercato.
Seattle è stato lo stimolo che ci ha permesso di pensare
in modo diverso al nostro lavoro di net-slaves della
scienza. Soprattutto, ci ha dato la possibilità di costruire
reti tematiche con esperienze sociali dai percorsi differenti.
Queste reti sono importanti, perchè danno un senso
alla sottrazione del sapere, prefigurandone nuove
codificazioni concettuali e potenziali applicazioni,
scientifiche ma non solo. In fondo, riteniamo che sia il
tempo di estendere lo spirito libertario dell'informatica
diffusa ad altri domini della ricerca sicentifica.
scusate la lunghezza
laser sotto il segno dell'Acquario
laser@imageinaction.net
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