13 Luglio 2001



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Oltre la piazza, la protesta degli scienziati
(di Franco Bifo Berardi)

Capitalismo globale e morte della democrazia: un nesso indissolubile?

Potere globale e libertà del sapere

Nologo, un libro che è diventato movimento
(Intervista a Naomi Klein)




sotto il segno dell'acquario

Scienziati all'Acquario. Fight for no copyright.... scriviamo dall'Independent Media Center di Genova, durante la conferenza stampa del GSF. Forse è una coincidenza, ma l'ambiente è Linux. Ci piace fare alcune considerazioni a braccio sulla riflessione lanciata da Bifo sul problema scienza e globalizzazione. Innanzitutto: perchè come ricercatori di scienza siamo qui a manifestare contro il G8?. Bifo ricordava il processo intentato dalle multinazionali farmaceutiche contro il Sud Africa. Questo ha rappresentato simbolicamente un punto di rottura nella coscienza diffusa degli scienziati, poichè ha reso eclatante il ruolo proprietario che domina all'interno della produzione scientifica contemporanea. A questo evento simbolico, si è affiancata la protesta di molti scienziati per la gratuità e l'accessibilità delle pubblicazioni scientifiche. Aggiungiamo per arricchire la lista, la ormai lunga battaglia, nel campo dell'informatica, tra la cultura del software proprietario e quella del free-software. Infine, ricordiamo la competizione che solo un anno fa si è consumata tra il Consorzio Pubblico e la Celera Genomics sull' accessibilità pubblica delle banche dati ottenute dal sequenziamento del genoma umano e sulla sua brevettabilità. Ogni punto citato meriterebbe un approfondimento a parte (per chi fosse interessato: www.unifr.ch/econophysics/ac/testi.html ). A noi sono sembrate ottime ragioni per venire a protestare contro chi vuole consolidare una forma proprietaria, elitaria, autoritaria e predatoria del sapere scientifico. Tuttavia le cose, da Seattle ad oggi, sono un po' complicate per quanto riguarda il movimento globale. Sulla lista di Rekombinant, sempre Bifo ricordava il rischio di una deriva moralistico-cattolica. Anche riguardo ai temi della ricerca scientifica sono emerse posizioni semplicistiche e, diciamolo, reazionarie, come per le biotecnologie. Tali posizioni oscurantiste rappresentano il lato nascosto dello scientismo positivista. Questo rischio ci stimola a difendere nel movimento globale di cui facciamo parte una posizione differente, che non rifiuta la scienza ma si pone piuttosto il problema della sottrazione del sapere scientifico dalle logiche mercantili. Riteniamo che valga la pena giocare su questo piano. Per noi Seattle è stata una data significativa, il suo potere di attrazione simbolica contro il governo dei pochi, brutti, ricchi e cattivi ha risuonato nel mondo della scienza. E c'è un motivo. Noi giovani ricercatori stiamo conoscendo la precarizzazione e la flessibilizzazione dovuta alle nuove forme dell'organizzazione scientifica: ristrutturazione della big-science, sviluppo dell'imprenditoria scientifica, nuovi legami ibridi tra ricerca e mercato. Seattle è stato lo stimolo che ci ha permesso di pensare in modo diverso al nostro lavoro di net-slaves della scienza. Soprattutto, ci ha dato la possibilità di costruire reti tematiche con esperienze sociali dai percorsi differenti. Queste reti sono importanti, perchè danno un senso alla sottrazione del sapere, prefigurandone nuove codificazioni concettuali e potenziali applicazioni, scientifiche ma non solo. In fondo, riteniamo che sia il tempo di estendere lo spirito libertario dell'informatica diffusa ad altri domini della ricerca sicentifica. scusate la lunghezza laser sotto il segno dell'Acquario

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