Potere globale e libertà del sapere
Chi controlla la scienza e gli scienziati?
Di chi sono le scoperte scientifiche? Ecco i siti che documentano
e combattono l'influenza del potere economico e politico sulla
ricerca
di Georgia Garritano
Public
library of science
Questo sito propone un'iniziativa a favore della condivisione
universale dei risultati della ricerca: secondo i promotori, infatti,
la documentazione scientifica non dovrebbe essere proprietà
degli editori ma dovrebbe essere accessibile a tutti gratuitamente
da una biblioteca pubblica online. La lettera aperta è
stata firmata finora da oltre 24mila ricercatori di tutto il mondo,
700 dei quali italiani. L'iniziativa, lanciata da un gruppo di
biologi e medici tra i quali Patrick Brown dell'università
di Stanford e Michael Eisen di Berkeley, riguarda, in particolare,
l'ambito delle "scienze della vita", ma potrebbe essere
estesa anche ad altri settori di ricerca.
No free
lunch
Un gruppo di operatori sanitari - medici, infermieri, farmacisti
- contrari al fatto che la pratica clinica sia guidata dalla promozione
farmaceutica ha fondato No free lunch. L'industria dei farmaci
spende ogni anno negli Stati Uniti oltre 10 miliardi di dollari
(quasi 23mila miliardi di lire) per promuovere presso i medici
i propri prodotti, più di quanto investa in ricerca e sviluppo.
Il sito pubblica numerosi studi su come la promozione farmaceutica
influenza l'operato dei medici.
Integrity
in science
Il Center for science in the public interest, un'organizzazione
americana che da trent'anni si occupa dell'educazione alla nutrizione,
ha promosso il progetto "Integrità nella scienza",
il cui scopo è tutelare l'indipendenza della ricerca scientifica
dal potere dell'industria. Il sito informa sui conflitti di interesse
che influenzano le attività di ricerca. In un database
sono documentati i rapporti di centinaia di scienziati con altrettante
imprese, in un altro i legami tra associazioni professionali e
organizzazioni non-profit e aziende.
Rekombinant
Rekombinant, bioingegneria della politica e rete del lavoro cognitivo,
si propone di comprendere "l'orizzonte problematico del movimento
globale". Sul sito, appena rinnovato, si legge: "Nei
diciotto mesi passati dopo Seattle è accaduta una cosa:
una parte sempre più ampia dell'opinione mondiale percepisce
la forma capitalista della globalizzazione come una dittatura
violenta e pericolosa" che sta portando l'intero pianeta
verso catastrofi ambientali, sociali, psichiche di proporzioni
inimmaginabili". "Il movimento globale" - prosegue
l'editoriale - "ha lacerato il velo del consenso che fino
a due anni fa sorreggeva in qualche modo il dominio del capitale
globale". Tuttavia, esso "non ha identità positiva".
La fase di sviluppo che segue quella puramente contestativa dovrà
essere quindi quella "della decostruzione e ricombinazione
della rete globale dei saperi".
Laboratorio
scienza epistemologia e ricerca
Laser è un laboratorio aperto di discussione che affronta
i temi legati allo sviluppo scientifico e tecnologico, "contro
l'ingenuo positivismo e contro il rifiuto incondizionato della
scienza e della tecnica". Tra le questioni affrontate non
mancano, naturalmente, quelle aperte dai progressi delle biotecnologie
- "come muteranno alcuni concetti fondamentali come vita,
individuo, intelligenza e addirittura libertà e lavoro?"
- sulle quali Laser ha organizzato seminari e tavole rotonde.
Grande attenzione è riservata, inoltre, al concetto di
complessità partendo dal presupposto che "è
epistemologicamente limitativo guardare la scienza solo dal punto
di vista della scienza. Le questioni 'esterne' influenzano la
formazione di un corpus teorico più delle stesse questioni
teoriche".
Chiesa
Evangelica Valdese
La Chiesa Evangelica Valdese ha pubblicato un "Documento
sui problemi etici posti dalla scienza" (2000) elaborato
da un apposito gruppo di lavoro. Le questioni morali sollevate
dal progresso scientifico vengono affrontate sulla base di quattro
nozioni: limite e autonomia, rispetto e diritto. "L'etica"
- è scritto - "non disconosce il concetto di autonomia
della scienza... Si prospetta tuttavia un'intima relazione tra
conoscenza e responsabilità... Ad ogni nuova soglia di
conoscenza inerisce una nuova considerazione della responsabilità
globale che essa ha contribuito a far sorgere. Insieme e in relazione
con questo concetto di autonomia della scienza, l'etica riconosce
e usa perciò il concetto di limite, per cui non tutto quel
che è possibile va necessariamente fatto". "L'etica"
- prosegue il documento - "riconosce e impiega il concetto
di rispetto, che si applica a ogni forma di vita e all'ambiente
nella sua globalità... Insieme e in relazione con tale
nozione di rispetto, l'etica riconosce e usa la nozione di diritto,
autonomia e difesa della persona". Il testo si sofferma anche
sugli aspetti economici della questione e afferma che "i
risultati della scienza debbono entrare a far parte del patrimonio
della comunità scientifica internazionale ed essere utilizzati
a beneficio dell'umanità senza condizionamenti di carattere
economico".
Comitato
nazionale per la bioetica
Sul tema della proprietà delle ricerche scientifiche, in
particolare in campo biomedico, si segnala anche la posizione
del Comitato nazionale per la bioetica che, in varie occasioni,
si è espresso contro la "brevettabilità della
vita umana". Il documento più recente, dell'anno scorso,
evidenzia con preoccupazione "un contesto caratterizzato
dall'allarmante tendenza a ridurre l'intera vita biologica, compresa
quella umana, a mero oggetto di proprietà intellettuale
brevettabile e a bene commerciale, e dal rischio di un progressivo
cedimento delle strutture politiche e giuridiche, predisposte
alla regolamentazione della materia, alle pressioni esercitate
dall'industria biotecnologica". Il Comitato, pertanto, ribadisce
la necessità che le applicazioni della scienza "ai
fini industriali e commerciali vengano valutate in ragione delle
finalità perseguite e dei fondamentali valori umani implicati".
Appello
per la ricerca
Tra le voci in difesa della libertà della ricerca bisogna
ricordare anche quella dei mille scienziati italiani che si sono
espressi contro le direttive del ministero per le Politiche agricole
e forestali in materia di ricerca sugli organismi geneticamente
modificati. "Le biotecnologie agroindustriali non sono monopolio
delle multinazionali, ma patrimonio collettivo nazionale"
- sostengono Renato Dulbecco e gli altri firmatari dell'appello,
pubblicato lo scorso novembre. I rappresentanti della comunità
scientifica insistono sulla necessità di svincolare la
ricerca dai "pregiudizi ideologici", "un requisito
indispensabile per difendere la competitività del settore
agricolo italiano a livello europeo e internazionale".
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