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Senza il web la scienza è a rischio

Cristina Pini

La Rete è uno strumento di ricerca fin dagli esordi di Internet

La mamma di Internet, la sua progenitrice era una rete di computer collegati fra i centri di ricerca e le università americane, era il 1969 e quella la rete si chiamava Arpanet. Questo consentiva alla comunità scientifica di condividere i risultati raggiunti e di incrementare le singole esperienze sul campo. Ma in breve tempo l'espansione dei computer collegati in rete si moltiplica, si quadruplica, diviene esponenziale. E la rete diviene fulcro essenziale dell'informazione e strumento democratico di diffusione di notizie e di dati.
L'accesso alle ricerche e alle scoperte scientifiche diviene in poco tempo dominio di tutti quelli che possono permettersi un computer e un modem. Internet nel giro di qualche anno ha svelato a tutti il suo volto, la sua fisionomia. Si è scoperto che la rete oltre a essere una megamacchina che diffonde notizie è anche uno strumento di ricerca, un repertorio di dati e uno sconfinato ipertesto enciclopedico. Scienziati residenti non importa dove si scambiano messaggi e confronti relativi a un problema che interessa tutti i partecipanti e lo scambio diviene così rapido che arriva a innescare meccanismi cognitivi e creativi che non hanno riscontro nella ricerca classica. La Rete continua così a mantenere la sua caratteristica primaria, il suo essere strumento contributivo essenziale alla formazione dei risultati. I tempi sono rapidissimi e i risultati si susseguono a un ritmo serrato. La ricerca scientifica non può non risentire di questo effetto di accelerazione le cui caratteristiche di surriscaldamento prevedono, forse una sua profonda trasformazione. E così ricerche che necessitavano di anni e anni per risolversi, e soprattutto di computer iperpotenti, cominciano man mano ad avvicinarsi alla loro risoluzione. Computer collegati ad Internet per realizzare una potenza di calcolo mai realizzata nella storia dell'informatica. Nascono così i progetti seti@home e genome@home che utilizzano centinaia di computer sparsi per il globo terrestre e collegati in rete alla ricerca di segnali radio provenienti da sorgenti extraterrestri piuttosto che allo scopo di sequenziare catene di proteine. Progetti realizzati grazie al fattivo contributo di questi "Computer Planetari" che dopo anni di operazioni hanno battuto tutti i record di partecipanti e mole di dati elaborati. Questo è Internet, ma Internet sta vedendo anche la nascita del suo successore, Internet2 o Abilene, una rete alternativa ad altissima velocità, che sta coinvolgendo da qualche anno università e istituzioni governative statunitensi allo scopo di accelerare lo sviluppo della rete del futuro elevando alla massima potenza l'interattività, la multimedialità e la realtà virtuale. E sarà proprio grazie alla realtà virtuale e alla teleimmersione che tanti scienziati potranno non solo scambiarsi i dati relativi a una determinata ricerca, ma soprattutto lavorare e operare come se stessero operando dentro un unico laboratorio. Scienza e Internet con il passare del tempo sempre più un connubio ineluttabile?