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"Sulla scienza incombe il rischio censura"

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Sulla scienza incombe il rischio censura



Pericolo terrorismo: la politica mette il bavaglio alla ricerca scientifica

Per far fronte al rischio terrorismo la politica mette il bavaglio alla ricerca scientifica. Secondo alcuni capi di Stato diffondere in Internet e sulla carta stampata i risultati delle ricerche può aiutare il terrorismo internazionale a fabbricare armi di distruzione di massa.

E per questo negli Stati Uniti dall'11 settembre per ordine del governo sono scomparsi dalla circolazione oltre 6.600 documenti giudicati pericolosi se mantenuti pubblici. Tra questi, studi degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta su cui era stato tolto il segreto di Stato, insieme ad articoli recentissimi. Nel mirino anche la Società Americana di Microbiologia, cui è stato chiesto di limitare le pubblicazioni su germi, batteri e altri agenti di infezione, dopo la comparsa delle lettere all'antrace.

"Stiamo lavorando sodo per stabilire una normativa per cui i terroristi non potranno usare il sapere da noi prodotto proprio contro di noi" ha dichiarato al New York Times Tom Ridge, il direttore per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca.

Analogamente, il parlamento britannico sta esaminando un disegno di legge chiamato "Export Control Bill", che consentirebbe all'esecutivo di esaminare in anteprima le ricerche e di bloccarne eventualmente la pubblicazione. Se questa legge verrà approvata, il governo potrà controllare anche conferenze, software e posta elettronica nelle università e nei centri di ricerca. Inoltre, gli studenti stranieri dovranno chiedere una specifica autorizzazione per lavorare nei laboratori britannici.
Il provvedimento, un aggiornamento dell'Export Control Act del 1939, è presentato dal Dipartimento per l'industria e il commercio della Gran Bretagna, che sottolinea il fatto che le restrizioni si riferiscono solo alla ricerca applicata e non a quella di base.

Ma i confini, si sa, sono spesso assai sottili. Di fronte a queste iniziative, scienziati e ricercatori di tutto il mondo sono in subbuglio e temono che le limitazioni presto finiranno per coinvolgere ogni tipo di ricerca, dato che per costruire un'arma biologica o chimica possono essere usati anche studi che riguardano solo applicazioni di tipo civile.

Siamo di fronte a una censura? I governi negano, appellandosi a motivi di sicurezza nazionale. Il mondo accademico si ribella e non vuole rinunciare alla cooperazione e alla condivisione del sapere, due sacri princìpi alla base del progresso scientifico.

Con questi nuovi parametri di controllo poi, potrebbero venire meno tutte le ricerche in corso con il sistema del calcolo distribuito (e cioè un software condiviso installato sui computer di migliaia di volontari sparsi sul pianeta che permette di centuplicare le capacità di elaborazione dati). Un metodo utilizzato nei campi più diversi, dalla ricerca della vita nello spazio alla farmacologia, come il recentissimo Anthrax Research Project promosso da Intel, Microsoft e l'Università di Oxford. Il programma si è concluso il 19 febbraio scorso. Semplicemente scaricando uno screensaver, nel giro di 24 giorni circa un milione di personal computer collegati ad Internet hanno analizzato le relazioni tra la tossina dell'antrace e più di 3,5 miliardi di diverse soluzioni farmacologiche, individuandone ben 300mila capaci di contrastare l'antrace in un modo o nell'altro. Queste informazioni rimarranno ora a disposizione di tutti?