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Cristina Pini

Un volume di affari superiore ai 500milioni di euro ci posiziona al quarto posto al mondo nel mercato dell'industria della pirateria

Il fenomeno di duplicazione e vendita - di videogiochi piuttosto che di vhs - che si estende nel nostro Paese in un volume di affari superiore ai 500milioni di euro ci posiziona quarti al mondo nel campo della contraffazione di supporti audiovideoludici. Portabandiera del nostro Paese risulta essere, più o meno naturalmente, il Sud Italia supremo rappresentante con una copertura del 60 per cento del mercato nero. Nel mercato di Forcella a Napoli come in quello di Kowloon a Hong Kong, si vendono e si producono videogiochi, cd musicali, oltre alle ormai antiche cassette audio e vhs (esempi di supporti video-musicali preesistenti all'invasione sui nostri mercati delle nuove tecnologie); come dire da "Lara Croft" a "Prince" passando per "Il Signore degli Anelli" senza tralasciare, ovviamente, il sistema operativo del momento.

Da un recentissimo rapporto della FIMI - La Federazione dell'Industria Musicale Italiana - si evince che a Natale sono stati venduti più cd falsi che originali, facendo subire al mercato legale, nel solo mese di dicembre, una perdita pari al 15 per cento; dati simili a quelli diffusi dalla società di ricerche Ac Nielsen per il 2001, che mostrano come il mese di dicembre, che in generale rappresenta il 20 per cento del mercato discografico annuale, abbia segnato una contrattura molto decisa rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso riportando lo stesso calo di vendite. Allo stesso tempo i dati diffusi dalla Federazione contro la Pirateria Musicale (FPM) hanno mostrato un incremento dei sequestri di cd falsi del 400 per cento rispetto al Dicembre 2000, con una stima di oltre un milione di cd pirata venduti sotto Natale.
Nel 2001 complessivamente le forze dell'ordine hanno sequestrato più di un milione 228mila cd musicali - dato che mostra un incremento del 54 per cento rispetto all'anno precedente -, mentre il numero di musicassette sarebbe sceso a 46 per cento. Aumentati anche i masterizzatori sequestrati, passati da 593 a 723 (più 22 per cento).

Anche sul fronte della pirateria del software i dati che si accompagnano allo "spaccio" di software illegale sono più che mai rilevanti. Secondo un rapporto pubblicato dalla Business software alliance (Bsa) - che si riferisce esclusivamente ai software aziendali e non tiene, quindi, conto dei videogiochi - in Italia il mercato di copie illecite rappresenterebbe il 46 per cento (con un picco a Brescia del 56 per cento). Nella sola regione di Hong Kong la percentuale sarebbe pari al 54 per cento, dati "irrisori" rispetto a quelli che emergono dalla regione asiatica, dove il tasso di pirateria appare elevatissimo, e dove, nella sola Cina i è programmi illeciti - utilizzati e distribuiti - rappresenterebbero il 94 per cento del mercato del software.

A conferma di questi dati la recente decisione di Adobe - una delle maggiori software house produttrice di programmi tra i più diffusi al mondo e una delle aziende maggiormente impegnate nella guerra contro la duplicazione illegale - di fermare la produzione delle versioni asiatiche dei suoi programmi. Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, questa decisione verrebbe dal fatto che la maggioranza dei propri software copiati illegalmente in Asia risultano essere proprio versioni di edizioni localizzate. Non è naturalmente scontato che la cessazione della produzione di aggiornamenti "in lingua" significhi un abbattimento della pirateria, ma la considerazione finale che avvalora questa decisione è che "c'è ben poco da perdere in Asia", vista l'altissima percentuale di software illegale in circolazione.

Ulteriore rinforzo al mercato nero del "digitale" è stato dato dalla recente uscita della Sony Playstation II - la console in questione utilizza il sistema dvd e può essere quindi usata come semplice lettore per guardare i film in questo formato -, oltre ai non più recenti fenomeni delle pay per view e delle console di vecchia generazione, che risultano essere al momento i principali settori in cui la pirateria incrementa il proprio sviluppo. E mentre in Italia rimaniamo in attesa del decoder unico, la notizia che fa tremare gli operatori della tv digitale, è il superamento della soglia di 1milione e mezzo relativa alla produzione (e relativa installazione) di smart card casalinghe adibite alla ricezione satellitare, a Hong Kong - dopo la scoperta di un macroscopico errore di programmazione nel sistema operativo della PS2 giapponese, errore che scavalca il limite della divisione in aree geografiche stabilita dalle majors per fermare il mercato delle importazioni parallele dei dvd - le vendite dei Digital Versatile Disk sono aumentate in maniera esponenziale.

Dalla produzione illecita di wafer (intesi non come friabili biscottini, ma come chip capaci di effettuare modifiche all'hardware della console o del decoder) a quella delle smart card, in ogni parte del mondo tutti uniti sotto una stessa bandiera, quella dell'illegalità.