Kataweb, la fabbrica dei contenuti
Vittorio Zambardino direttore delle strategie
di Kataweb, crede molto nel ruolo dell'informazione su Internet.
L'obiettivo di Kataweb è di essere una grande fabbrica di contenuti,
un modello a giudizio di molti in difficoltà al momento attuale.
Tali difficoltà sono dovute al costo di produrre contenuti o alla
grandezza della struttura?
Innanzi tutto, vorrei vedere un portale - sia aggregatore sia
produttore di contenuti - che oggi non sia in difficoltà a causa
del mercato. Credo che la carta di chi è una fabbrica di contenuti
non sia poi al fondo in crisi. Si è parlato di post-ubriachezza
da Internet: personalmente, come azienda, noi abbiamo avuto l'ubriachezza
più leggera di quella degli altri. Ce ne siamo ripresi abbastanza
in fretta aiutati anche dal fatto che non ci siamo quotati e quindi
abbiamo rivisto immediatamente il nostro modello di business, in
modo tale da adeguarlo al periodo di calo del fenomeno ma non di
sua recessione.
Per molti il fatto che Kataweb non sia stata quotata, quindi
sia stata privata di un'immissione di fresca liquidità, ha frenato
il suo sviluppo.
Il fatto di non essere stati quotati ci ha dato su molto di più.
Oggi noi siamo un aggregatore di contenuti: per quanto riguarda
i grandi contenuti del gruppo Espresso, La Repubblica.it è uno dei
nostri punti di forza.
L'arrivo della larga banda favorirà il vostro modello basato
sui contenuti?
L'arrivo della larga banda favorirà tutti: innanzitutto l'utente,
ma favorirà evidentemente uno sviluppo multimediale. Tra l'altro,
noi siamo pronti anche alle prospettive che ci offrirà la telefonia
mobile. Non intendo dire che noi faremo telefoni cellulari, intendo
dire che noi in quanto grandi fabbricatori di contenuto teniamo
presente che oggi il contenuto non è solamente basato sul computer
come ieri, ma su tutti i dispositivi.
Stiamo andando verso la fornitura di contenuti a pagamento?
In parte, è possibile. È probabile che dopo aver creato il grande
mercato dell'utenza Internet è bene che in maniera sana di dica
all'utente che creare contenuti, creare i servizi, creare community,
creare occasioni di incontro su Internet comporta un enorme costo
per chi lo fa ed è forse giusto chiedere un contraccambio. Ovviamente
continuerà ad esistere un mercato di qualità per quanto ci riguarda
pienamente.
Quale il futuro che si prospetta per voi?
Credo che tutti ci misureremo sulla nostra capacità di soddisfare
la domanda di questo pubblico che abbiamo contribuito tutti insieme
a costruire. Non credo ci sarà un conflitto tra chi fa community
o chi fa motore di ricerca o di chi fa contenuti, perché la verità
è che il pubblico Internet vuole queste cose. Ad esempio, nel giorno
del lunedì elettorale tra Repubblica, Kataweb e CCN Italia, dieci
milioni di pagine in una sola giornata testimoniano di un certo
tipo di domanda, ma certamente la gente vuole le community. Probabilmente
ci dobbiamo porre il problema della convergenza con tutti i mezzi:
noi pensiamo di potere avere un ruolo insieme agli altri in questo.
Credo anche che sia venuto il momento per esempio di dirci che forse
l'Italia deve superare un suo ritardo verso l'Europa - la Germania,
la Francia e l'Inghilterra - rispetto alla larga banda. Finalmente
avremo una società avanzata dove io potrò avere informazioni quando
mi collego la mattina sul cellulare mentre sono in viaggio, o informazione
sul computer o sul televisore quando sono a casa o in ufficio.
Kataweb
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