Una banca al servizio dei più deboli
Intervista a Fabio Salviato, presidente di Banca
Popolare Etica di Padova
Qual è i profilo dei 20 mila soci?
Si tratta generalmente di persone che si impegnano nel sociale,
abitano prevalentemente nel centro nord, ma ci sono significative
esperienze nel Sud ed hanno una cultura medio-alta e una disponibilità
economica medio-alta. Oramai possiamo dire che non si tratta più
di una nicchia, ma di un gruppo di persone sempre più numeroso.
Quali sono le principali differenze rispetto al tessuto socio-economico
di Paesi del terzo mondo dove opera la Grameen Bank?
In una società complessa come la nostra, attraverso l'intermediazione
delle associazioni no profit, di volontariato e di cooperazione
sociale, abbiamo scelto di risolvere i problemi delle fasce debole
ed emarginate della popolazione: vorrei ricordare che in Italia,
ci sono più di 7 milioni di persone povere e non bancabili.
Banca Etica cerca di dare una risposta soprattutto a queste persone.
In base a quali criteri vengono scelti i progetti e i soggetti
da finanziare?
Noi abbiamo individuato quattro settori innovativi: la nostra new
economy "dal basso" nel settore della cooperazione sociale,
della cooperazione internazionale, dell'associazionismo e della
difesa della tutela dell'ambiente, quindi l'agricoltura biologica,
il turismo sociale e consapevole. Abbiamo creato più di 5
mila nuovi posti di lavoro nell'ultimo anno, attraverso il finanziamento
di 1000 imprese no profit nel territorio nazionale, in particolare
nel sud Italia.
La Graamen Bank finanzia persone assolutamente credibili, tant'è
che restituiscono i prestiti anche minimi. È così
anche per voi?
Sicuramente. Attraverso l'intermediazione delle organizzazioni
no profit, si vanno a rafforzare le reti sociali che negli ultimi
30 anni sono state gravemente compromesse dalla massimizzazione
del profitto. Oggi il povero, l'anziano, il bambino, la famiglia
si trovano da solo di fronte ai problemi della società, ma
seguendo un criterio di comunità e di collettività
anche un credito a questo fasce può risolvere dei problemi
di carattere sociale.
Cosa chiedete in garanzia?
Naturalmente chiediamo delle garanzie di carattere personale, ma
prima di tutto sta il progetto: d'altro canto dare credito significa
dare fiducia, quindi noi diamo fiducia a questi progetti che garantiscono
posti lavori e benessere alla nostra società. Devo dire che
il povero, il non bancabile ha sempre pagato fino all'ultima lira.
Quali prodotti finanziari offrite?
Siamo una banca popolare a tutti gli effetti, anzi siamo una banca
virtuale che ha nel territorio delle circoscrizioni territoriali,
costituite da 20 mila soci, che diffondono la cultura della finanza
etica. Tra i nostri prodotti finanziari abbiamo dei certificati
di deposito che sono anche finalizzati a dei progetti. La grande
novità della finanza etica è la capacità di
incrociare la raccolta con l'impiego: nel territorio, chi ha disponibilità
di risparmio lo mette a disposizione della Banca Etica attraverso
dell'emissione di certificati di deposito, che servono a finanziare
attività sociali nel posto. Il benessere dell'investimento,
quindi, si vede dalla realizzazione di questi progetti.
Banca Popolare
Etica
|