Tema del 04 febbraio 2000
Fonti energetiche avanzate
Tecnologie per risparmiare
La cultura del risparmio energetico è un
argomento estremamente attuale e coinvolge sia consumatori che
produttori
di Andrea Pinchera, Michele Alberico, Elena Capparelli
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Presso
Aspen, in Colorado, a 2.200 metri sul livello del mare, nella catena
delle Montagne Rocciose, c'è una piccola giungla, che è anche una
fattoria di banane e un centro di ricerca. Si tratta del Rocky
Mountain Institute (RMI),
fondato nel 1982 da Amory Lovins e da sua moglie Hunter. Lovins è uno
dei primi e più famosi teorici delle energie "dolci" e del
risparmio energetico. Dopo avere a lungo perorato la causa delle fonti
rinnovabili, come l'energia eolica e quella solare, Lovins ha iniziato
a sperimentare al RMI tecnologie energetiche avanzate, con incarichi
ricevuti dal governo americano e dai più importanti gruppi
industriali. Esperimenti raccontati in un libro
intitolato "Fattore 4: Come ridurre l'impatto
ambientale moltiplicando per quattro l'efficienza della produzione",
scritto a sei mani dai due coniugi e da Ernst Ulrich von Weizsäcker
(ex responsabile del Centro per la scienza e la tecnica dell'ONU e
attuale direttore del Wuppertal
Institut für Klima, Umwelt, Energie, un altro importante centro
studi tedesco sullo sviluppo sostenibile).
Al Rocky Mountain Institute è stata, per esempio, progettata
l'"iperauto",
un'automobile ridisegnata da cima a fondo, costruita con materiali
ultraleggeri ma resistenti come le fibre di carbonio, copertoni
dall'attrito ridotto, minore resistenza all'aria, elettronica avanzata
e motore ibrido, metà tradizionale e metà elettrico. Ma
la vera meraviglia è l'istituto
stesso. Con una temperatura esterna che può scendere a meno 44 gradi
e solo per cinquanta giorni l'anno supera lo zero - "In questa
zona ci sono soltanto due stagioni: luglio e l'inverno!", spiega
Lovins -, l'interno del centro di ricerca somiglia a una selva
tropicale: "Mentre fuori c'è bufera", raccontano i due
coniugi, "dentro al RMI maturano le banane e gli aranci, due
grandi iguane offrono materia di lezione per esperti sui sauri.
Inoltre i pesci rossi giocano nello stagno e alcuni oranghi si
dondolano qua e là tra gli scaffali dei libri. Aspettando le tempeste
di neve, si può sentire l'odore del gelsomino e della bouganville.
Quando verso marzo-aprile le giornate cominciano ad allungarsi, la
foresta vergine entra in fioritura e si riempie di frutti: avocado,
mango, uva, papaia e frutti della passione".Quanto spenderà il
Rocky Mountain Institute per mantenere un simile ecosistema, la cui
sopravvivenza è garantita da un "effetto serra" in
miniatura? Appena 8 mila lire al mese. L'istituto, infatti, non ha un
sistema di riscaldamento convenzionale, perché non ne ha bisogno.
Certo, a volte vengono accese - essenzialmente per motivi estetici -
due stufe a legna, che forniscono l'1 per cento dell'energia che
altrimenti sarebbe necessaria per riscaldare un'abitazione sulle
gelide Montagne Rocciose. Il resto dell'energia e del calore viene
garantito grazie a quelle tecnologie e a quei materiali "ad
altissima efficienza energetica" descritti nel libro Fattore 4:
pannelli fotovoltaici dell'ultima generazione, sistemi avanzati di
costruzione, elettronica, lampadine a basso consumo, superfinestre che
lasciano entrare tre quarti della luce visibile e metà della
radiazione solare ma impediscono qualsiasi fuoriuscita di calore,
oltre ovviamente a una serra in piena regola. Molte riviste importanti
hanno parlato del Rocky Mountain Institute, trasmissioni di tutto il
mondo ne hanno mostrato i segreti e decine di migliaia di persone vi
si sono recate in visita, curiose delle tecnologie e della felice
convivenza tra abitazione, fattoria agricola e istituto di ricerca.
Se l'istituto di Aspen è un'idea di come sarà il futuro, non si
può certo pensare che le nostre case, soprattutto i cubi dalle
sottilissime pareti di cemento dell'edilizia moderna roventi in estate
e gelati in inverno, si trasformino in qualcosa di simile al Rocky
Mountain Institute. Ma è lecito sperare che le tecnologie efficienti
sfruttate nel centro di ricerca americano e in diversi altri edifici
all'avanguardia in giro per il mondo diventino oggetti comuni nella
vita dei prossimi anni. In alcuni casi la cultura del risparmio
energetico si sta già diffondendo, soprattutto nelle nazioni più
evolute dove l'hi-tech si sposa con l'ambiente.
Anche se l'Italia è partita un po' in ritardo rispetto ad altre
nazioni europee, il mercato dell'efficienza è in crescita. L'ENEA
(l'Ente Nazionale per l'Energia e l'Ambiente) ha realizzato alcune
campagne di sensibilizzazione per l'acquisto di elettrodomestici
"ecologicamente corretti" e per utilizzarli in modo da
risparmiare. Anche la nuova etichettatura dei prodotti indicata dalla
Unione Europea si propone come guida all'acquisto intelligente.
La rivoluzione ecologica comunque comincia soprattutto dal basso,
da singole azioni quotidiane, e quindi anche da un uso più oculato
degli elettrodomestici. E naturalmente, in questo processo, le aziende
produttrici sono le prime ad essere interessate, sia nella produzione
e commercializzazione di prodotti ad alto risparmio energetico, sia
nel processo di sensibilizzazione dei consumatori all'acquisto dei
prodotti costruiti per risparmiare.
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