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La diffusione della telefonia
Breve storia del telefono in Italia
Dalla creazione di una prima rete
telefonica nazionale ai telefoni bianchi dell'epoca fascista fino
ad arrivare alla rivoluzione degli apparecchi cellulari
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I primi apparecchi telefonici sono, oggi, esposti nei musei della
telecomunicazione. In un museo virtuale danese dedicato alla telefonia
è possibile vedere come i telefoni dell'epoca fossero appesi al
muro:
si ascoltava nella cornetta e si parlava nel microfono posto sulla
base dell'apparecchio. La società che li produsse era la Bell, il cui
fondatore Alexander Graham Bell li progettò e diffuse anche in
Italia. Il sito di Telecom Italia riporta una breve, ma accurata
storia della telefonia italiana. Nel nostro paese, nonostante lo
sviluppo iniziale della telefonia di fine ottocento fosse promettente,
la creazione di una rete telefonica nazionale e interurbana cominciò
solo nel 1903 grazie ad una legge che promuoveva la creazione di una
rete telefonica a spese dello stato.
Le privatizzazioni degli anni del
periodo fascista e la creazione della STET, la Società Torinese
Esercizi Telefonici, permettono lo sviluppo del mercato della
telefonia italiana sino alla seconda guerra mondiale. La popolarità
del telefono è testimoniata anche dai film di quegli
anni, i cui divi
usano i celebri "telefoni bianchi". L'ammodernamento delle
apparecchiature e delle reti fu favorito nel primo dopoguerra dal
piano Marshall.
Con il boom degli anni'60 e la fusione delle principali
società telefoniche nella SIP, la telefonia italiana viene a far capo
ad un unico gruppo a carattere principalmente pubblico. Questa
situazione si protrarrà quasi sino ai giorni nostri. Intanto sta,
progressivamente, scomparendo il centralino. Gli anni settanta ed
ottanta segnano l'avvento di nuove tecnologie legate all'elettronica
ed alla trasmissione di dati, ma la situazione dal punto di vista
della gestione della telefonia, in Italia, resta immutata. Bisogna
arrivare agli anni Novanta per assistere alla convergenza tra
tecnologie telefoniche informatica e alla nascita della telefonia
mobile, che sanciscono una rottura economica che porterà alla fine
del monopolio. Fino alla metà degli anni novanta per chiunque volesse
telefonare la scelta era obbligata: c'era solo la SIP, che divenne
Telecom nel 1994. Poi si diffusero i telefonini e il primo passo verso
la liberalizzazione arrivò con la nascita di Omnitel alla fine del
1995. Telecom conservava il monopolio per la gestione degli apparecchi
di casa, ma la strada era aperta.
Poi fu la volta delle chiamate
interurbane e internazionali e società come Infostrada, poi
Wind,
Tiscali e altre ancora iniziarono a offrire servizi concorrenziali a
quelli di Telecom. Resisteva ancora il monopolio delle telefonate
urbane. Ora anche questo ultimo spazio protetto è scomparso.
(t. r.)
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