Tema del 22 dicembre 1999
Italia in ritardo tecnologico
La Grande Barriera Digitale
Secondo il Rapporto Annuale del Censis il
nostro paese è in grave ritardo nell'aggiornamento sulle nuove
tecnologie rispetto alle altre nazioni europee.
di Claudia Di Giorgio, Elena Capparelli, Michele Alberico
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I primi giorni di dicembre il Censis
(Centro Studi Investimenti Sociali) ha pubblicato il tradizionale
Rapporto Annuale sulla situazione italiana. Analizzando il quadro
dell'Italia dipinto dal Censis salta agli occhi un sostanziale ritardo
del nostro paese nel rapporto con le nuove tecnologie. Il numero di
persone a rischio di analfabetismo informatico è pericolosamente
alto. La sanità, la pubblica amministrazione, l'istruzione e la
giustizia sembrano essere i settori più a rischio.
Un esempio specifico è il problema dell'introduzione delle nuove
tecnologie dell'informazione nella scuola. La recente campagna di
Repubblica e Kataweb che invita le imprese a regalare i computer alle
scuole ha messo sotto gli occhi di tutti l'arretratezza del nostro
paese dal punto di vista delle infrastrutture informatiche. Molte
scuole sono ancora carenti di computer e collegamenti in Rete.
Insomma il quadro concorda con la diagnosi dell'OCSE,
l'Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo che,
nell'ultimo rapporto sulla formazione, ha definito l'Italia un paese a
rischio. Come ha spiegato il presidente dell'Unione Europea Prodi:
"i cambiamenti legati alla società dell'informazione sono i più
importanti che abbiamo conosciuto dopo la rivoluzione
industriale". Si chiama 'e-Europe' il progetto di Prodi per
l'Europa elettronica attraverso il quale diffondere i vantaggi
dell'informatica nei settori dei trasporti, della pubblica
amministrazione, dell'istruzione e della sanità e del commercio.
L'iniziativa è stata studiata appositamente in parte per superare il
gap tecnologico che ci separa dagli Stati Uniti, e più in generale
per non essere tagliati fuori, o meglio per non rimanere dal lato
sbagliato di quella che oggi viene comunemente definita la Grande
Barriera Digitale.
Anche l'UNDP, il Programma delle Nazioni Unite sullo Sviluppo, nel
rapporto annuale sullo sviluppo umano, afferma che la Rete è una
ragnatela mondiale che abbraccia chi è connesso e, silenziosamente,
in modo impercettibile, taglia fuori tutti gli altri.
Ma il digitale rappresenta soprattutto una grande opportunità per
far superare ai paesi del Terzo Mondo ritardi accumulati da decenni.
Il grande vantaggio della tecnologia satellitare e della telefonia
mobile infatti è che si tratta di strumenti in grado di trasmettere
informazioni via etere senza una rete fisica di connessione.
Attraverso questi strumenti è possibile, saltando il passaggio
tecnologico della cablatura, collegare anche le zone più remote del
pianeta, distribuendo l'informazione anche nei villaggi rurali
dimenticati da Dio e dai governi. Alcuni tra i paesi in via di
sviluppo che hanno intuito l'importanza della Rete, stanno cercando di
sfruttare questa opportunità per colmare il divario tecnologico con i
paesi avanzati. In Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, ad esempio,
le connessioni ad Internet sono aumentate del 352% in un anno. Questi
dati mostrano, dunque che qualcosa nei paesi in via di sviluppo sta
lentamente iniziando a cambiare. Difficile trarre delle conclusioni.
Il dubbio che si tratti di episodi isolati più che dell'inizio di un
nuovo corso sembra molto fondato.
E in Italia accade più o meno lo stesso. Lo dimostrano i dati del
Censis sulla situazione italiana che lanciano un allarme e descrivono
uno scenario indefinito in cui elementi di arretratezza si mescolano a
scenari decisamente avanzati.
Per crescere occorre in primo luogo dare una lucida valutazione del
problema dalla cosiddetta Grande Barriera Digitale, sia dal punto di
vista nazionale, valutando i rischi particolarmente seri che l'Italia
correrebbe nel diventare la cenerentola del digitale dei paesi
industrializzati, sia da quello dello sviluppo globale. È un
paradosso dei nostri tempi quello di andare verso una società in cui
l'informazione circola liberamente, ma che nello stesso tempo non
riesce a impedire che nuove barriere si costruiscano. E quello
attuale, specie per il nostro paese, è davvero il tempo delle scelte.
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