Settimanale RAI Educational
Tema - 05 Marzo 1999

Internet.musica

di Antonio Leonardi

Fra Internet e il mondo musicale si è creato negli ultimi anni uno stretto rapporto.
La diffusione della musica su Internet è infatti un fenomeno che si sta diffondendo sempre più e nei prossimi anni è prevista un’esplosione del mercato: gli analisti della Market Tracking International, un’importante azienda che fa ricerche di mercato, prevedono che in Europa il giro di affari passerà dai 125 milioni di dollari (oltre 200 miliardi di lire)  nel 2000 a quasi un miliardo di dollari (1700 miliardi di lire) nel 2004.

Financial TimesE anche secondo il Financial Times, uno dei quotidiani economici più autorevoli del mondo, il fenomeno è di una portata tale che entro il 2007 negli Stati Uniti più del 20% del giro d’affari legato alla musica verrà dal commercio puramente digitale e dalla compravendita di canzoni sotto forma di file.

E' previsto un volume d'affari di 3,7 miliardi di dollari (oltre 6000 miliardi di lire). Una delle novità è che buona parte di questa torta potrebbe finire non più nelle tasche delle grandi case discografiche, ma in quelle delle piccole etichette indipendenti, che producono i lavori di artisti semisconosciuti. In questo modo i piccoli produttori potranno distribuire musica con altissima qualità audio a un prezzo molto contenuto (probabilmente con un nsistema diverso dall'Mp3, quello più diffuso attualmente per "scaricare" musica da Internet). E ciò potrebbe mettere in discussione il monopolio delle grandi case discografiche che finora si sono spartite l’80% del mercato.

Abbiamo chiesto a Ernesto Assante, curatore degli inserti “Musica” e “Computer” di Repubblica se è d’accordo con queste previsioni del Financial Times:

“Credo che la diffusione digitale della musica sarà una rivoluzione di portata ancora maggiore di quella che attualmente è prevista; ma non è detto che i tempi saranno così rapidi. Non è né nelle possibilità di chi opera nel campo musicale, né in quelle delle grandi case discografiche, prevedere come e quanto i collegamenti Internet diventeranno più semplici e più veloci.

Le previsioni del Financial Times dicevano che un 20% del mercato sarà su Internet. Questo è possibile ma senza  causare una vera e propria rivoluzione. Sarà essenzialmente l'acquisto di dischi on line ad essere predominante in questa prima fase. E’ infatti più comodo acquistare dischi su Internet anche per l’ampia offerta di titoli. Si hanno infatti a disposizione cataloghi molto più ricchi di quelli dei negozi. Inoltre lo sviluppo ulteriore dell'Mp3 cambierà la natura stessa della casa discografica. Tuttavia non si può prevedere quando e come questa rivoluzione avrà effetto”.

Intanto, comunque, da un articolo pubblicato su Repubblica.it, veniamo a sapere che le grandi case discografiche, che all’inizio si erano opposte duramente all’Mp3, una volta accortesi che alcuni grandi artisti erano favorevoli a questo tipo di distribuzione della musica, hanno cambiato atteggiamento e hanno scelto di entrare in scena come protagonisti in questo nuovo business. E così negli Stati Uniti  alcune grosse aziende (Universal Music Group, Sony, Bertelsmann, Time Warner e Emi) supportate dall’associazione dei discografici americani, hanno deciso di unirsi per un nuovo standard, lo Sdmi (Secure digital music initiative) che permetta di distribuire musica su Internet in modo facile ma protetto.

Una volta preso atto del cambiamento radicale portato da Internet nel mondo della musica, la filosofia delle case discografiche sembra così essere quella di legalizzare questo nuovo mercato per tutelare il diritto d’autore. Siae e Web music companyAllora il problema è capire quali sistemi utilizzare per assicurare la tutela dei diriitti contro la facile pirateria che il digitale consente. Ed è la stessa tecnologia, forse più che le leggi, a fornire i mezzi per esercitare un controllo sul mercato della musica on line. Lo Sdmi infatti permetterà di distribuire musica su Internet in modo facile, veloce e contemporaneamente protetto.
Ma non è tutto: in Italia recentemente la Siae, ovvero la Società italiana degli autori e degli editori, ha siglato un accordo con la Web music company, esclusivista per l’Italia di un'altra tecnologia che consente di "scaricare" musica in sicurezza, Liquid Audio. Ogni file audio, con questo sistema, viene crittografato in modo da poter essere letto solo dal programma posseduto da chi lo acquista.

SiaeQuello della Siae è un primo tentativo e molti altri sicuramente seguiranno. Uno dei problemi che comunque rimane è: come si conciliano gli interessi delle case dicografiche (royalties), degli artisti (copyright), le possibilità creative e gli interessi del pubblico? I musicisti di Elio e le Storie Tese hanno le idee molto chiare a riguardo:

“Gli interessi delle due parti non si conciliano assolutamente. Le case discografiche lavorano esclusivamente per guadagnare molto e per pagare i loro dirigenti. A chi vengono sottratti questi soldi? Agli artisti, che hanno meno budget per fare i dischi e al pubblico che spende 40.000lire per un Cd quando un Cd costa 1000, 2000, 2500lire. E allora dove vanno a finire le altre 38.000lire?”.

Insomma c'è da chiedersi quale sia la via di mezzo tra la pirateria e la possibilità di sfruttare le nuove tecnologie per ascoltare la musica.

Su questo abbiamo chiesto ancora un parere a Ernesto Assante:

“La pirateria uccide la musica, non c'è dubbio. Va però precisato che oltre le organizzazioni criminali che utilizzano le tecnologie per i propri fini, c'è anche un esercito di persone che utilizzano Internet per coltivare le proprie passioni, che distribuiscono file audio non a scopo di lucro né tantomeno di pirateria, ma per puro e semplice amore della musica. Una buona legislazione dovrebbe salvaguardare questi utenti e invece punire i criminali, i pirati della Rete”.

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