Mercoledi' 23 maggio 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Dottor Internet. Quali sviluppi ha la medicina online?

Una rete di medici

Università e sanità si incontrano sul Web

I danni dell'informazione medica in Rete

Non cliccate su quel farmaco!


I danni dell'informazione medica in Rete

La proliferazione di siti per le consultazioni mediche, più di centomila in tutto il mondo, ha convinto gli scienziati a indagare sulla qualità delle informazioni in Rete. I risultati sono registrati e sono stati davvero poco incoraggianti: un esempio è la ricerca apparsa sul British Medical Journal  condotta dall'epidemiologo italiano Maurizio Bonati

Abbiamo indagato e analizzato alcuni siti, simulando quello che un genitore può trovare chiedendo informazioni circa il trattamento della febbre per il suo bambino. Sono stati evidenziati numerosi siti, ma ne abbiamo analizzati 41 specifici per fornire informazioni ai genitori. Solo uno di questi siti era italiano, gli altri sono tutti americani. Circa la qualità dell'informazione, pur utilizzando una griglia abbastanza larga nella valutazione, solo 4 sono risultati se non accurati, almeno giudicati non dannosi circa le informazioni che fornivano.

Analogamente, due anni dopo abbiamo replicato lo stesso studio, analizzando quello che è un altro comune sintomo e quindi una comune ragione di consultare Internet che è stato quello del trattamento della tosse o come un genitore può trattare la tosse del proprio bambino. Abbiamo identificato con gli stessi criteri 19 siti, di cui solo uno è risultato non dannoso.

Le indicazioni dannose erano rispetto ai comportamenti relativi alla somministrazione di farmaci, rispetto ai metodi alternativi o rispetto a quando, per esempio, nell'ambito della febbre, somministrare il farmaco secondo la temperatura, su come misurare la temperatura; sulla tosse, le informazioni più errate, se non altro discutibili, erano sicuramente rispetto al trattamento con l'uso di mucolitici e di fluidificanti.

Recentemente abbiamo concluso la rianalisi, cioè abbiamo replicato lo studio del '97 pubblicato sul British Medical Journal per vedere a distanza di tempo cosa fosse successo, cosa fosse cambiato, se l'informazione o l'accuratezza e la precisione dell'informazione fosse migliorata. I risultati, invece, sono pressoché identici: l'unico dato è che dei 41 siti, precedentemente analizzati, 23 non sono più reperibili - un dato un po' atteso, anche se non in questa proporzione - ma sono stati sostituiti da altri (per la precisione, ne escono 23, ne entrano altri 21). La qualità è identica: di quelli rimasti, solo due hanno migliorato l'informazione.

Nell'ambito dell'informazione medica su Internet per la popolazione e per il comune utente, la tendenza dovrebbe essere quella di garantire la qualità. Oggi si sta lavorando in termini di qualità tecnica, cioè del tipo di struttura del sito. Quello che manca è sicuramente la qualità scientifica, cioè il tipo di informazione. Il limite di Internet è che non può essere garantita la qualità dell'informazione perché chiunque può pubblicare un sito, diversamente di quanto accada per un giornale scientifico, per un libro, per un testo di medicina, in cui lo stesso autore medico o l'autore o coautori garantiscono se non altro la loro interpretazione ma hanno un'autorità anche per farlo. Ciò non succede invece su Internet, dove a tutt'oggi non si può garantire che l'informazione sia corretta e oltretutto aggiornata rispetto a quella che è l'evidenza scientifica corrente.

British Medical Journal