Il futuro della computazione
di Michele Alberico
Un tempo i computer erano pesanti ed ingombranti strumenti
contenuti all'interno di stanze chiuse e autorefrigerate, facevano
girare polverosi nastri magnetici ed avevano capacita' di calcolo
molto ridotte. Con l'avvento dei microprocessori le cose sono
cambiate e ciò che prima poteva occupare lo spazio di un magazzino
oggi può comodamente stare ai piedi del nostro tavolo.
http://www.eng.yale.edu/reedlab/
http://www.eng.yale.edu/reedlab/research.html
http://www.eng.yale.edu/reedlab/research/device/mol_devices.html
Ma all'università di Yale un gruppo di ricercatori guidati dal
professor Mark Reed sta cercando di fare qualcosa in più. Perché
creare circuiti stampati e supporti in silicio quando tutti i
processi elettronici possono essere riprodotti a livello molecolare?
E cosi' il team di Reed ha iniziato a studiare la possibilità di
creare strumenti ibridi per metà basati su semiconduttori
tradizionali, e per metà sull'interazione tra molecole sintetiche
autoassemblanti dotate di caratteristiche elettroniche del tutto
nuove. L'obiettivo e' naturalmente quello di creare strumenti di
calcolo più potenti e di dimensioni assolutamente incomparabili a
quelle attuali. Processori grandi come un gruppo di molecole,
supercomputer delle dimensioni di un pollice.
http://oxygen.lcs.mit.edu/
Un obiettivo simile lo hanno anche i ricercatori del progetto
Oxygen del MIT. Il loro motto, come chiaramente riportato sulla
homepage del progetto di ricerca e': "Enabling people to do
more by doing less", ossia rendere le persone in grado di fare
di piu' operando meno. Come? Rendendo la computazione e la
comunicazione processi assolutamente pervasivi. Per i ricercatori di
Oxygen l'uso di un computer deve diventare un fatto di estrema
naturalezza, semplice come la respirazione. Tutto cio' significa
ridurre le dimensioni ed il peso dei computer fino all'estremo,
semplificare le interfacce, cancellare i linguaggi di programmazione
fino a renderli indistinguibili dal linguaggio naturale, creare reti
di comunicazione tra tutti gli strumenti elettronici in modo da
permettere loro di venire spontaneamente in aiuto agli utenti. In
una parola rendere il computer ubiquo.
http://www.arc.nasa.gov/computing.html
Se cercate tracce di dove ci sta portando l'applicazione
massiccia della computazione, L'Ames research center e' il vostro
luogo. L'Ames e' probabilmente il più vecchio centro di studi
dedicato alla computazione degli Stati uniti. Creato nel 1939
dall'aeronautica militare statunitense rappresenta oggi il cuore
pulsante di tutta la ricerca aerospaziale della NASA. I suoi
supercomuter hanno tracciato le prime rotte degli shuttle e simulato
l'atterraggio delle sonde su Marte. Li' si sta studiando un sistema
di volo intelligente basato su reti neurali che in qualche decennio
renderà superflui i piloti sui principali voli di linea.
http://www.sgi.com/
Sempre all'AMES e' stato recentemente realizzato da SGI uno dei più
potenti supercomputer paralleli per lo studio di proteine, fenomeni
atmosferici e progettazione. Ma in generale L'applicazione
dell'informatica ad alcuni ambiti di studio un tempo ritenuti a se'
stanti ha portato risultati sorprendenti. Tanto per fare un esempio,
una volta introdotto l'uso dei supercalcolatori, il processo di
mappatura del genoma umano ha avuto una vera e propria impennata
tanto che il Progetto Genoma, che minacciava di essere lasciato
indietro dalle ricerche di un centro privato (la Celera Genomics di
Craig Venter), e' riuscito a recuperare nello spazio di un solo anno
tutto il ritardo accumulato in decenni di attività manuale.
http://www.research.ibm.com/bluegene/
L'interesse nei confronti dei supercalcolatori e' cosi' forte che
nel dicembre del 1999 la IBM ha lanciato un progetto di ricerca da
100 milioni di dollari con il proposito di costruire il "Blue
Gene", il computer più potente di tutti i tempi, costituito da
1.000.000 di processori che lavorano in parallelo e capace di
abbattere il tetto del petaop al secondo, vale a dire un milione di
miliardi di operazioni al secondo.
http://www.ai.mit.edu/
L'ultimo grande campo di sfida e' naturalmente il sempreverde
ambito dell'intelligenza artificiale. Esistono dozzine di
metodologie attraverso le quali e' stato affrontato il problema e
non e' possibile dare qui conto di tutte. Un buon punto di partenza
per avvicinarsi all'argomento e' sicuramente l'AI lab del MIT di
Boston che esiste, seppure sotto altre forme, dal 1959.
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