Mercoledi' 2 maggio 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Technofuturo

Il computer dei nostri desideri

Tra scienza e fantascienza

Il futuro della computazione


Il futuro della computazione

di Michele Alberico

Un tempo i computer erano pesanti ed ingombranti strumenti contenuti all'interno di stanze chiuse e autorefrigerate, facevano girare polverosi nastri magnetici ed avevano capacita' di calcolo molto ridotte. Con l'avvento dei microprocessori le cose sono cambiate e ciò che prima poteva occupare lo spazio di un magazzino oggi può comodamente stare ai piedi del nostro tavolo.

http://www.eng.yale.edu/reedlab/ http://www.eng.yale.edu/reedlab/research.html http://www.eng.yale.edu/reedlab/research/device/mol_devices.html

Ma all'università di Yale un gruppo di ricercatori guidati dal professor Mark Reed sta cercando di fare qualcosa in più. Perché creare circuiti stampati e supporti in silicio quando tutti i processi elettronici possono essere riprodotti a livello molecolare? E cosi' il team di Reed ha iniziato a studiare la possibilità di creare strumenti ibridi per metà basati su semiconduttori tradizionali, e per metà sull'interazione tra molecole sintetiche autoassemblanti dotate di caratteristiche elettroniche del tutto nuove. L'obiettivo e' naturalmente quello di creare strumenti di calcolo più potenti e di dimensioni assolutamente incomparabili a quelle attuali. Processori grandi come un gruppo di molecole, supercomputer delle dimensioni di un pollice.

http://oxygen.lcs.mit.edu/
Un obiettivo simile lo hanno anche i ricercatori del progetto Oxygen del MIT. Il loro motto, come chiaramente riportato sulla homepage del progetto di ricerca e': "Enabling people to do more by doing less", ossia rendere le persone in grado di fare di piu' operando meno. Come? Rendendo la computazione e la comunicazione processi assolutamente pervasivi. Per i ricercatori di Oxygen l'uso di un computer deve diventare un fatto di estrema naturalezza, semplice come la respirazione. Tutto cio' significa ridurre le dimensioni ed il peso dei computer fino all'estremo, semplificare le interfacce, cancellare i linguaggi di programmazione fino a renderli indistinguibili dal linguaggio naturale, creare reti di comunicazione tra tutti gli strumenti elettronici in modo da permettere loro di venire spontaneamente in aiuto agli utenti. In una parola rendere il computer ubiquo.

http://www.arc.nasa.gov/computing.html
Se cercate tracce di dove ci sta portando l'applicazione massiccia della computazione, L'Ames research center e' il vostro luogo. L'Ames e' probabilmente il più vecchio centro di studi dedicato alla computazione degli Stati uniti. Creato nel 1939 dall'aeronautica militare statunitense rappresenta oggi il cuore pulsante di tutta la ricerca aerospaziale della NASA. I suoi supercomuter hanno tracciato le prime rotte degli shuttle e simulato l'atterraggio delle sonde su Marte. Li' si sta studiando un sistema di volo intelligente basato su reti neurali che in qualche decennio renderà superflui i piloti sui principali voli di linea.

http://www.sgi.com/
Sempre all'AMES e' stato recentemente realizzato da SGI uno dei più potenti supercomputer paralleli per lo studio di proteine, fenomeni atmosferici e progettazione. Ma in generale L'applicazione dell'informatica ad alcuni ambiti di studio un tempo ritenuti a se' stanti ha portato risultati sorprendenti. Tanto per fare un esempio, una volta introdotto l'uso dei supercalcolatori, il processo di mappatura del genoma umano ha avuto una vera e propria impennata tanto che il Progetto Genoma, che minacciava di essere lasciato indietro dalle ricerche di un centro privato (la Celera Genomics di Craig Venter), e' riuscito a recuperare nello spazio di un solo anno tutto il ritardo accumulato in decenni di attività manuale.

http://www.research.ibm.com/bluegene/
L'interesse nei confronti dei supercalcolatori e' cosi' forte che nel dicembre del 1999 la IBM ha lanciato un progetto di ricerca da 100 milioni di dollari con il proposito di costruire il "Blue Gene", il computer più potente di tutti i tempi, costituito da 1.000.000 di processori che lavorano in parallelo e capace di abbattere il tetto del petaop al secondo, vale a dire un milione di miliardi di operazioni al secondo.

http://www.ai.mit.edu/
L'ultimo grande campo di sfida e' naturalmente il sempreverde ambito dell'intelligenza artificiale. Esistono dozzine di metodologie attraverso le quali e' stato affrontato il problema e non e' possibile dare qui conto di tutte. Un buon punto di partenza per avvicinarsi all'argomento e' sicuramente l'AI lab del MIT di Boston che esiste, seppure sotto altre forme, dal 1959.