La parola giusta è: Net-addiction
Si moltiplicano i siti dedicati a questa nuova
"patologia", la dipendenza da Internet
Di Michele Alberico
Pare che in rete ci sia un nome per tutto. E di solito è un nome
specifico e ben preciso, meglio ancora se è un neologismo. Una
delle ragioni probabilmente è che per trovare qualcosa in un oceano
virtualmente senza coste è necessario che tutto abbia un'etichetta.
E che l'etichetta sia il più possibile univoca. Così un sistema
automatico, come un motore di ricerca può, più o meno, andare a
colpo sicuro. Questa tendenza a delimitare nominativamente ogni cosa
a trovare una parola nuova per tutto su Internet è quasi
patologica; ma associata ad un impianto pseudoscientifico produce
risultati quasi umoristici. Prendiamo un termine che ha iniziato a
diffondersi in rete attorno al 1996. Net addiction. Dipendenza da
rete.
www.netaddiction.com
Qui si va a colpo sicuro perché, quando circola un nuovo termine
sicuramente in Rete c'è un sito dedicato. Non bisogna neanche
cercarlo basta aggiungere il .com alla fine. "Netaddiction.com"
è un centro dedicato genericamente alla psicologia del cyberspazio
e specificamente alle forme di dipendenza dai servizi on line.
Individua 5 forme di dipendenza. Chat, Gioco d'azzardo online,
Trading online, Aste e Videogiochi.
www.netaddiction.com/articles/articles.htm
Per ognuna di queste presenta una selezione di articoli e di
consigli partici. La maggior parte di questi sono scritti dalla
dottoressa Kimberly Young che rappresenta la maggiore autorità sul
campo negli Stati Uniti.
www.netaddiction.com/resources/iaindex.htm
La dottoressa Young ha compilato anche vari test online grazie ai
quali potete capire a che stadio di assuefazione siete arrivati. Ne
esiste uno per ogni tipologia di assuefazione
www.amazon.com/exec/obidos/ISBN=0471191590/thecenterofonlin
In calce al test, la pubblicità del suo libro "Caught in the
net" e della sua clinica virtuale.
www.addictionsolutions.com/self_assess/internet_test.asp
Su "Addiction solution" trovate un altro di questi test e,
tra le pagine sull'alcoolismo e quelle sulla droga, un'intera
sezione dedicata alle malattie di rete.
www.humorspace.com/humor/tests/tintadd.htm
www.iliveonline.com/webaholics.htm
www.armory.com/tests/backup/quake.html
I test online sono tanto comuni da aver creato un vero e proprio
filone umoristico. Ed in alcuni casi distinguere gli originali ad un
primo sguardo non è semplice. Ma è tutto da ridere?
www.cyberaddicts.net/Psychology
"Cyberaddicts.net" ci dice che secondo la "American
psychological association" circa il 6% degli utenti Internet
soffrono di una forma di dipendenza dalla rete. Quasi 12 milioni di
persone e, se le cose stanno così, non c'è da scherzarci sopra.
www.volftp.it
Beh, a giudicare dai software prodotti, quantomeno c'è materia di
riflessione. Una ricerca condotta sul più noto diffusore italiano
di software, "Volftp", ci dice che i soli programmi che si
occupano di controllare l'esito delle aste in Rete, cioè di
controllare l'ascesa dei prezzi a tempi regolari e magari gettare un
occhio anche su più di un'asta contemporaneamente sono circa una
ventina. E non è poco. Se potessimo accedere alle statistiche di
siti dedicati al trading probabilmente avremmo un quadro più
completo di cosa sia un'ossessione compulsiva in rete.
Al momento le cose sono ancora abbastanza oscure. Esiste una
specificità delle forme di assuefazione in rete. E' corretto
parlare di nuove patologie che richiedono nuovi metodi di cura. La
Rete è uno strumento adatto di cura per chi ne abusa? Tutte queste
domande rimangono senza una risposta soddisfacente. Ma intanto
abbiamo la parola, prima o poi troverà un suo significato.
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