Mercoledi' 28 febbraio 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

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La parola giusta è: Net-addiction

Bifo: "Nessuna patologia, qui si tratta di mutazione sociale"

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La parola giusta è: Net-addiction

Si moltiplicano i siti dedicati a questa nuova "patologia", la dipendenza da Internet

Di Michele Alberico

Pare che in rete ci sia un nome per tutto. E di solito è un nome specifico e ben preciso, meglio ancora se è un neologismo. Una delle ragioni probabilmente è che per trovare qualcosa in un oceano virtualmente senza coste è necessario che tutto abbia un'etichetta. E che l'etichetta sia il più possibile univoca. Così un sistema automatico, come un motore di ricerca può, più o meno, andare a colpo sicuro. Questa tendenza a delimitare nominativamente ogni cosa a trovare una parola nuova per tutto su Internet è quasi patologica; ma associata ad un impianto pseudoscientifico produce risultati quasi umoristici. Prendiamo un termine che ha iniziato a diffondersi in rete attorno al 1996. Net addiction. Dipendenza da rete.

www.netaddiction.com
Qui si va a colpo sicuro perché, quando circola un nuovo termine sicuramente in Rete c'è un sito dedicato. Non bisogna neanche cercarlo basta aggiungere il .com alla fine. "Netaddiction.com" è un centro dedicato genericamente alla psicologia del cyberspazio e specificamente alle forme di dipendenza dai servizi on line. Individua 5 forme di dipendenza. Chat, Gioco d'azzardo online, Trading online, Aste e Videogiochi.

www.netaddiction.com/articles/articles.htm
Per ognuna di queste presenta una selezione di articoli e di consigli partici. La maggior parte di questi sono scritti dalla dottoressa Kimberly Young che rappresenta la maggiore autorità sul campo negli Stati Uniti.

www.netaddiction.com/resources/iaindex.htm
La dottoressa Young ha compilato anche vari test online grazie ai quali potete capire a che stadio di assuefazione siete arrivati. Ne esiste uno per ogni tipologia di assuefazione

www.amazon.com/exec/obidos/ISBN=0471191590/thecenterofonlin
In calce al test, la pubblicità del suo libro "Caught in the net" e della sua clinica virtuale.

www.addictionsolutions.com/self_assess/internet_test.asp
Su "Addiction solution" trovate un altro di questi test e, tra le pagine sull'alcoolismo e quelle sulla droga, un'intera sezione dedicata alle malattie di rete.

www.humorspace.com/humor/tests/tintadd.htm
www.iliveonline.com/webaholics.htm
www.armory.com/tests/backup/quake.html
I test online sono tanto comuni da aver creato un vero e proprio filone umoristico. Ed in alcuni casi distinguere gli originali ad un primo sguardo non è semplice. Ma è tutto da ridere?

www.cyberaddicts.net/Psychology
"Cyberaddicts.net" ci dice che secondo la "American psychological association" circa il 6% degli utenti Internet soffrono di una forma di dipendenza dalla rete. Quasi 12 milioni di persone e, se le cose stanno così, non c'è da scherzarci sopra.

www.volftp.it
Beh, a giudicare dai software prodotti, quantomeno c'è materia di riflessione. Una ricerca condotta sul più noto diffusore italiano di software, "Volftp", ci dice che i soli programmi che si occupano di controllare l'esito delle aste in Rete, cioè di controllare l'ascesa dei prezzi a tempi regolari e magari gettare un occhio anche su più di un'asta contemporaneamente sono circa una ventina. E non è poco. Se potessimo accedere alle statistiche di siti dedicati al trading probabilmente avremmo un quadro più completo di cosa sia un'ossessione compulsiva in rete.

Al momento le cose sono ancora abbastanza oscure. Esiste una specificità delle forme di assuefazione in rete. E' corretto parlare di nuove patologie che richiedono nuovi metodi di cura. La Rete è uno strumento adatto di cura per chi ne abusa? Tutte queste domande rimangono senza una risposta soddisfacente. Ma intanto abbiamo la parola, prima o poi troverà un suo significato.