I siti Web che si occupano
di ricerche genealogiche in Rete sono più di quarantamila. E il tema
delle radici è, insieme al sesso ed allo sport, uno degli argomenti
più richiesti di tutto il Web. Ma che cosa determina la fortuna di
tutti questi siti che scavano nel passato? La Rete, che funziona come
un immenso deposito di informazioni disperse e legate alle più
lontane zone del pianeta, può servire anche per intraprendere un
viaggio nel proprio passato. Improvvisamente ci si trova in contatto
con le proprie radici. E questo può accadere anche a chi non si è
mai fermato a riflettere sulle proprie origini.
Si tratta di un contatto
ben lontano dalla comunicazione fredda e anonima che siamo soliti
attribuire alla Rete. In questo caso le persone che incontriamo hanno
un nome ed un cognome ben noto, il nostro o quello dei nostri parenti
più vicini, ed Internet riattiva una catena di contatti. Allora,
tastiera alla mano, si ricomincia a scrivere e scrivendo e rispondendo
si finiscono per scovare particolari inaspettati. E contemporaneamente
si scopre una realtà sconosciuta, un mondo di persone che fanno
ricerche in Rete sui propri nomi e sulle proprie famiglie.
Gli strumenti non mancano
e la mania genealogica si rivela essere molto più di una mania. E se
in Italia casi di questo genere si verificano ormai con una certa
frequenza, è negli USA che la mania genealogica è più diffusa, con
siti che toccano i 160 milioni di messaggi in un mese.
È piuttosto curioso che
Internet, una rete di computer, ci permetta di ricostruire una rete di
parentele. Come tutti i media il Web evidentemente intrattiene un
rapporto particolare con la memoria. Anzi Internet sta diventando
qualcosa di più: un contenitore di ricordi, il luogo di una memoria
dispersa che cerca di riemergere. E ciò è ancor più vero per
comunità divise come quella ebraica, oppure per comunità come quelle
degli emigranti italoamericani, i cui siti rispecchiano e raccontano
una nostalgia per le proprie radici e il desiderio di ripercorrerle.
Ma le radici non sono solo
lontane. Spesso sono a un passo da noi, anzi, le portiamo accanto e
non le sappiamo valorizzare. Ed ecco che intervengono le nuove
tecnologie a restituire a noi e agli altri un patrimonio di memoria
collettiva di cui eravamo depositari senza neanche accorgercene.
La Rete può, dunque,
trasformarsi in un nuovo modo di raccogliere quel capitale di racconti
e di tradizioni familiari che, un tempo, avevano uno spazio più ampio
nella nostra vita e che, oggi, abbiamo compresso e relegato al di
fuori dei nostri ritmi e dei nostri tempi. Si tratta di un modo per
riportare a nuova vita la cultura del racconto orale fatto in prima
persona e rimpiazzare i tradizionali modi di narrare e tramandare le
storie familiari.
I siti di ricerca
genealogica si trasformano spesso in "luoghi della memoria"
che raccolgono ricordi e testimonianze espressi nelle forme più
varie. Internet diventa così un nuovo strumento di "tradizione
orale" che raccoglie e collega un patrimonio altrimenti disperso.
Uno spazio per rinnovare la storia orale, intesa come storia non
ufficiale, "storia delle gente" e non degli storici.
Questa sorta di fiducia
che porta migliaia di persone a raccontarsi ed a ricostruire il
proprio passato attraverso questo media forse è proprio dovuta al
fatto che la Rete non conosce alcuna gerarchia nell'organizzare
l'informazione e in essa la conservazione e la reperibilità
dell'informazione giocano un ruolo primario. I ricordi individuali, i
racconti, i siti che raccolgono tracce delle nostre radici,
testimoniano una nuova esigenza. Sempre più persone hanno bisogno di
usare la Rete per fare un viaggio all'indietro nel tempo. E attraverso
mille storie individuali, Internet si sta rivelando uno strumento per
costruire e conservare una memoria collettiva.
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