Gli
Italiani hanno fiducia nella Rete Internet come utile strumento
nel rapporto con la cosiddetta P.A. Questo il dato che emerge
dalla ricerca effettuata dal Censis
su informatica e pubblica amministrazione.Ben l'80% degli
Italiani pensano infatti che Internet può contribuire a
migliorare la qualità dei servizi della P.A. Soltanto il 7%
degli intervistati ritiene che sia poco utile, mentre il 12% non
sa rispondere.
La
ricerca è stata effettuata su di un campione rappresentativo di
1500 adulti maggiori di 18 anni con indagine telefonica. Si è
per la prima volta focalizzato il come e dove si usa Internet
nel nostro paese, oltre a chi e per cosa. Le maggiori novità
sull' utilizzazione del Web sono innanzitutto il numero degli
users, cioè di coloro che usano la Rete. In pochi anni il
numero di italiani che naviga in Internet ha raggiunto i 21
milioni. Ed è la propria abitazione il luogo preferito per
entrare in Rete per circa 9 milioni e mezzo di persone. Il 7%
usa il Web sul luogo di lavoro o di studio, un 1% fa un uso
sociale di Internet, scegliendo i locali e la connessione con
amici. Sono molti anche gli utenti potenziali della Rete che per
motivi differenti non ne fanno ancora uso.
La
ricerca si occupa anche degli esclusi da Internet. Il 75% ha un
basso livello di istruzione. I pensionati, le casalinghe e gli
anziani risultano essere le categorie meno coinvolte dal Web,
nonostante alcune iniziative, come nonni
on-line, promosse congiuntamente da enti locali, scuole e
associazionismo, trovino eccellenti riscontri a Trieste e
Genova. Su un totale di 8 milioni, circa 5 milioni dicono di non
conoscere la Rete e i servizi offerti, mentre circa 3 milioni
non dispongono di telefono.
Un
dato che emerge chiaramente dalla ricerca del Censis è il ruolo
giocato dall'istruzione. In Italia chi usa la Rete è laureato
per un 40% circa, il 35% ha finito le scuole superiori, quasi il
14% ha il diploma di scuola media e soltanto lo 0,2 dei
naviganti non possiede nessun titolo di studio o ha conseguito
la licenza elementare. La formazione si presenta come un punto
fondamentale non solo per l'utenza, tramite l'alfabetizzazione
informatica e inglese, ma anche per la P.A. e i suoi funzionari.
Ma
perché gli italiani entrano in Rete? Le attività maggiormente
svolte su Internet vedono al primo posto la ricerca di
informazioni. Sono oltre il 90%. La "killer application"
di Internet, la posta elettronica, che è la funzione Web più
utilizzata nel mondo, in Italia è solo al secondo posto con il
72%. Un dato singolare. Prolifica è anche la pubblicazione di
pagine Web, di cui il 20% sono personali. La realizzazione di
pagine on line raggiunge il 18% delle attività prevalenti in
Rete, mentre acquisti e prenotazioni rappresentano l'11% e sono
effettuati principalmente dai giovani.
Nel
rapporto con la P.A. i cittadini richiedono dei servizi
innovativi che oltrepassano l'ambito informativo, pur
importante, aprendo il campo alla possibilità di effettuare
transazioni, svolgere pratiche amministrative a distanza, ed
effettuare i pagamenti, evitando file agli sportelli. Va tenuto
anche presente che attualmente solo un 30% della popolazione
possiede una carta di credito.
Servizi
come la possibilità di partecipare alla vita del paese
attraverso il voto elettronico, o poter firmare on line,
utilizzare una carta d'identità elettronica o i servizi di
prenotazione per spettacoli, viaggi e merci si stanno mettendo a
punto e sono ancora poco conosciuti. Naturalmente non si possono
tralasciare i casi di eccellenza di alcuni comuni che attraverso
lo sviluppo delle reti civiche garantiscono ai cittadini tutta
una serie di servizi cui è possibile accedere per via
telematica. Sono 500 oggi nel nostro paese i comuni che hanno
registrato un proprio dominio Internet. E in tutte le regioni i
servizi pubblici on line stanno via via integrandosi con la Rete
unitaria della P.A.
|
|