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Cittadini e Pubblica Amministrazione on line

a cura di Antonia Moro


Gli Italiani hanno fiducia nella Rete Internet come utile strumento nel rapporto con la cosiddetta P.A. Questo il dato che emerge dalla ricerca effettuata dal Censis su informatica e pubblica amministrazione.Ben l'80% degli Italiani pensano infatti che Internet può contribuire a migliorare la qualità dei servizi della P.A. Soltanto il 7% degli intervistati ritiene che sia poco utile, mentre il 12% non sa rispondere.

La ricerca è stata effettuata su di un campione rappresentativo di 1500 adulti maggiori di 18 anni con indagine telefonica. Si è per la prima volta focalizzato il come e dove si usa Internet nel nostro paese, oltre a chi e per cosa. Le maggiori novità sull' utilizzazione del Web sono innanzitutto il numero degli users, cioè di coloro che usano la Rete. In pochi anni il numero di italiani che naviga in Internet ha raggiunto i 21 milioni. Ed è la propria abitazione il luogo preferito per entrare in Rete per circa 9 milioni e mezzo di persone. Il 7% usa il Web sul luogo di lavoro o di studio, un 1% fa un uso sociale di Internet, scegliendo i locali e la connessione con amici. Sono molti anche gli utenti potenziali della Rete che per motivi differenti non ne fanno ancora uso.

La ricerca si occupa anche degli esclusi da Internet. Il 75% ha un basso livello di istruzione. I pensionati, le casalinghe e gli anziani risultano essere le categorie meno coinvolte dal Web, nonostante alcune iniziative, come nonni on-line, promosse congiuntamente da enti locali, scuole e associazionismo, trovino eccellenti riscontri a Trieste e Genova. Su un totale di 8 milioni, circa 5 milioni dicono di non conoscere la Rete e i servizi offerti, mentre circa 3 milioni non dispongono di telefono.

Un dato che emerge chiaramente dalla ricerca del Censis è il ruolo giocato dall'istruzione. In Italia chi usa la Rete è laureato per un 40% circa, il 35% ha finito le scuole superiori, quasi il 14% ha il diploma di scuola media e soltanto lo 0,2 dei naviganti non possiede nessun titolo di studio o ha conseguito la licenza elementare. La formazione si presenta come un punto fondamentale non solo per l'utenza, tramite l'alfabetizzazione informatica e inglese, ma anche per la P.A. e i suoi funzionari.

Ma perché gli italiani entrano in Rete? Le attività maggiormente svolte su Internet vedono al primo posto la ricerca di informazioni. Sono oltre il 90%. La "killer application" di Internet, la posta elettronica, che è la funzione Web più utilizzata nel mondo, in Italia è solo al secondo posto con il 72%. Un dato singolare. Prolifica è anche la pubblicazione di pagine Web, di cui il 20% sono personali. La realizzazione di pagine on line raggiunge il 18% delle attività prevalenti in Rete, mentre acquisti e prenotazioni rappresentano l'11% e sono effettuati principalmente dai giovani.

Nel rapporto con la P.A. i cittadini richiedono dei servizi innovativi che oltrepassano l'ambito informativo, pur importante, aprendo il campo alla possibilità di effettuare transazioni, svolgere pratiche amministrative a distanza, ed effettuare i pagamenti, evitando file agli sportelli. Va tenuto anche presente che attualmente solo un 30% della popolazione possiede una carta di credito.

Servizi come la possibilità di partecipare alla vita del paese attraverso il voto elettronico, o poter firmare on line, utilizzare una carta d'identità elettronica o i servizi di prenotazione per spettacoli, viaggi e merci si stanno mettendo a punto e sono ancora poco conosciuti. Naturalmente non si possono tralasciare i casi di eccellenza di alcuni comuni che attraverso lo sviluppo delle reti civiche garantiscono ai cittadini tutta una serie di servizi cui è possibile accedere per via telematica. Sono 500 oggi nel nostro paese i comuni che hanno registrato un proprio dominio Internet. E in tutte le regioni i servizi pubblici on line stanno via via integrandosi con la Rete unitaria della P.A.