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Georgia Garritano

Parla il senatore Fiorello Cortiana, relatore del disegno di legge per la diffusione del software libero nella pubblica amministrazione

È possibile quantificare quanto risparmierebbe lo Stato con l'adozione del software libero nella pubblica amministrazione?

Sicuramente lo Stato potrebbe realizzare un forte risparmio. Si può calcolare che il software libero per la pubblica amministrazione potrebbe costare un sesto rispetto a quello proprietario. Ma su questo punto non bisogna fare demagogia: l'aspetto principale non è l'abbattimento dei costi ma il fatto che lo Stato passi dall'investimento nelle licenze a quello nell'assistenza, nella formazione e nello sviluppo. Inoltre, nonostante l'evidente contrazione della spesa, l'adozione del software libero nella pubblica amministrazione risponde soprattutto a un'esigenza di sicurezza nella gestione dei dati.

Questa proposta di legge ha trovato consensi? Quale iter si può prevedere?

Insieme al disegno di legge ho lanciato l'iniziativa di un intergruppo parlamentare bicamerale sull'innovazione e sullo sviluppo della società dell'informazione. In meno di una settimana hanno aderito una cinquantina di parlamentari di vari partiti. Ho avuto modo di parlare anche col ministro per l'Innovazione e le tecnologie Lucio Stanca che ha mostrato grande disponibilità. Il clima, quindi, è positivo. Ci sono le premesse o per altri disegni di legge con i quali lavorare a testi unificati o per emendamenti alla mia proposta. Se la questione non diventa un terreno di scontro tra destra e sinistra e se si riesce a contenere la pressione dell'industria che inevitabilmente metterà in atto azioni di lobbying, si potrebbe realisticamente arrivare a una legge entro un paio d'anni.

A che punto è il dibattito sul software libero nella pubblica amministrazione in altri paesi, in particolare europei?

Sia in Francia, sia in Portogallo, sia, soprattutto, in Germania esistono dei gruppi di lavoro che stanno approfondendo la questione dell'adozione del software libero nella pubblica amministrazione nei suoi vari aspetti di costi, sicurezza, stabilità e flessibilità. Questo tema si è imposto anche a livello di Unione Europea: si è, infatti, formato un intergruppo cui vorrei che si collegasse anche l'intergruppo bicamerale italiano che sto costituendo.
Ci sono, d'altra parte, tentativi di lobbying per ottenere la brevettabilità degli algoritmi dei software, per riuscire, cioè, a brevettare non solo i prodotti ma addirittura gli alfabeti della conoscenza. Io penso che si possa fare un'analogia tra questo e la brevettabilità di sequenze di geni.

Il software libero tutela il diritto d'autore?

Bisogna specificare che il software libero non è necessariamente gratuito. Invece del diritto proprietario c'è il permesso d'autore, che consente di usare, distribuire e modificare i programmi adattandoli alle proprie esigenze ponendo una sola, imprescindibile e coerente condizione: che i programmi possano essere arricchiti ma non impoveriti, cioè siano redistribuiti senza restrizioni. Il fatto che milioni di persone in tutto il mondo possano contribuire a migliorare un software, come tante api che portano nettare allo stesso alveare, mostra le potenzialità più positive della globalizzazione. Inoltre bisogna ricordare che quelli che scrivono software per le industrie non sono più garantiti, dal punto di vista del copyright, degli autori di software libero perché, ceduti i diritti all'azienda, non ne sono più proprietari.