"Investiamo su Linux perché lo chiede il mercato"
Georgia Garritano
Parla Giampaolo Amadori, responsabile Ibm per le iniziative Linux
nel Sud Europa
Per prima la domanda che tutti si pongono: perché Ibm, la multinazionale
per eccellenza, ha deciso di investire sul sistema open source Linux?
Ibm ha deciso
di investire in maniera molto significativa sul sistema open source
Linux perché ci siamo accorti, circa diciotto mesi fa, che la presenza
di Linux sul mercato era già notevole (26-27 per cento) e che rappresentava
un'opportunità importante per il mercato e per i nostri clienti.
La scelta di Ibm è stata, dunque, la conseguenza della richiesta
da parte del mercato di soluzioni basate su questa piattaforma.
Può illustrare, a grandi linee, la strategia Linux di Ibm?
Il progetto, che punta a rendere Linux disponibile per il mondo
delle aziende, copre tutte le aree di attività di Ibm, dall'hardware
al software ai servizi. Indubbiamente, infatti, una delle caratteristiche
principali di Linux è proprio la pervasività.
Quali sono le aree più congeniali all'impiego di Linux?
Le aree più congeniali all'utilizzo di Linux sono state in passato
quelle legate al mondo del web (web serving, firewall, e-mail) ma,
sempre di più, Linux si sta spostando dalle aree Internet/Intranet
a quelle del legacy.
L'open source è entrato definitivamente nell'era della profittabilità?
Come si inserisce nel modello economico in evoluzione sempre più
basato sui servizi?
Una caratteristica fondamentale dell'open source è proprio quella
di basarsi su un modello economico in cui la profittabilità per
le aziende non è legata ai revenue derivanti dalla vendita
delle licenze ma a quelli derivanti dalla fornitura di servizi.
Sicuramente l'open source rappresenta una grandissima opportunità
sia per le aziende che per i clienti perché permette di ridurre
i costi fissi lasciando più spazio agli investimenti in servizi
e soluzioni.
Quali risultati avete riscontrato finora?
Risultati notevoli. Stiamo investendo su Linux in modo capillare
da quindici mesi e abbiamo centinaia di clienti che utilizzano soluzioni
basate su questa piattaforma, sia nel settore delle appliances,
sia per l'ambiente distribuito. Le aziende che hanno più sedi
possono realizzare dei risparmi davvero considerevoli grazie al
fatto di potersi dotare di un codice che possono replicare liberamente.
Un altro settore in forte crescita è quello dei cluster, sia
per l'high performance computing sia per l'alta affidabilità.
Tantissimi service provider, anche in Italia, hanno installato
Linux nei loro server. Infine, un'altra area molto promettente è
quella del workload consolidation.
Con l'impiego di Linux è cambiata anche la comunicazione interna
dell'azienda?
Il modo migliore per parlare in modo autorevole di un prodotto è
quello di utilizzarlo. Linux è usato in moltissimi dei nostri siti
e per un gran numero di soluzioni: alla fine dell'anno scorso risultava
installato su oltre 750 server Ibm in tutto il mondo.
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