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Scrivere per la Rete: un'abilità da acquisire

Wanda Marra

Conversazione con Sandra Cavallo, coordinatrice del corso di web writing di Genesio e con il direttore dell'istituto, Vincenzo Piccolo

"Internet è senz'altro un mezzo di comunicazione con una sua dignità, con un suo registro, con nuove regole, che vanno studiate e analizzate". Lo afferma Sandra Cavallo, la coordinatrice del corso di Web Writing organizzato da Genesio, l'istituto dedicato alla formazione per le professioni connesse ad Internet, nato nel 2001 dall'esperienza dell'Istituto Europeo di Design e dalle competenze dell'Istituto Superiore di Comunicazione.

Scrivere per Internet, forse non è (ancora) un'arte, ma certamente richiede professionalità e competenze specifiche. E visto che si tratta di uno strumento in evoluzione continua, per molti versi notissimo, per altri ancora sconosciuto e tutto da esplorare, decidere quali sono le caratteristiche che un testo web deve avere è un'operazione nient'affatto banale.

In base a quali criteri avete impostato il corso?

Cavallo: Quando abbiamo pensato a come impostare questo corso, non ci siamo limitati a riflettere solo su come si scrive, ma abbiamo anche tentato di capire come si fa a fare contenuti per il web, partendo dall'architettura dell'informazione e arrivando alle tecniche di scrittura: come catturare l'attenzione, come organizzare il testo, il microtesto, e tutto quello che c'è intorno.

Come deve essere la scrittura per la Rete?

Cavallo: La scrittura per Internet è tante cose insieme, dipende da qual è il sito per il quale si scrive. In generale, comunque, chi scrive per Internet deve mettersi nei panni dell'utente, seguire i suoi ritmi e tentare di capire quale sarà la sua percezione.

Piccolo: Ci sono molti siti che sono la semplice traduzione in formato elettronico di testi concepiti per la pagina scritta. Questa è una prova di cattiva usabilità.

Quali sono, allora, i criteri per scrivere per il web?

Cavallo: Sono ancora quelli stabiliti da Jacob Nielsen. La scrittura per Internet utilizza molte meno parole, è più concisa, è graficamente strutturata, in modo che sia possibile scorrere il testo con un colpo d'occhio, una lettura sequenziale. Esiste - poi - il principio della 'piramide invertita': partire dal nucleo e dare le altre informazioni in background.

Certamente, rispetto a pochi anni fa, è aumentata l'attenzione al linguaggio della Rete, che è diventato un oggetto di studio e di riflessione. Ma è cambiato? E come?

Cavallo: Sono stati introdotti dei "sistemi di content management" (sistemi di gestione di contenuto) che vengono utilizzati sempre di più anche dalla grandi aziende. Questi sistemi permettono di inserire i testi nel sito anche a chi non ha conoscenze specifiche di Html. La loro introduzione fa credere che si possa trasferire direttamente in Rete un testo concepito per un altro strumento. Se da una parte migliorano la gestione e l'aggiornamento, dall'altra spesso non ci si rende conto che chi scrive per Internet deve conoscere il mezzo di comunicazione che ha di fronte.
Non è necessario usare una terminologia differente per scrivere per la Rete, ma bisogna stare molto attenti all'organizzazione e alla sequenzialità delle idee e delle informazioni. In Internet, siamo sommersi da un sovraccarico cognitivo, che va dalle animazioni, ai link. Chi scrive per un sito Internet deve decidere dove vuole che l'utente vada, fornire una guida e delle indicazioni precise.

Ma Internet, quale effetto ha sul linguaggio? In che modo influenza il nostro vocabolario, il nostro modo di argomentare?

Piccolo: Ci sono alcune ricerche che mostrano che i ragazzi usano un lessico molto più spezzettato, nel momento in cui Internet diventa l'unico mezzo di lettura. Ma in realtà la lettura dei testi di un sito non si sostituisce ad altre. Non è automatico decidere che Internet va nella direzione del 'sottosviluppo' linguistico; anzi, forse crea una fascia intermedia tra i fruitori passivi della televisione e i lettori della pagina scritta.

Cavallo: Da quando esiste Internet, tutti noi scriviamo molto di più. Se prima si preferiva telefonare, adesso mandiamo un'e-mail, che è comunque un esercizio di scrittura complicatissimo, perché da una parte si tratta di un messaggio di tipo confidenziale, dall'altro è archiviabile, stampabile, rimane agli atti. Non è una perdita di tempo, è un esercizio di ricerca di un nuovo registro.

Come definireste questo esercizio di scrittura?

Piccolo: Noi crediamo che un'e-mail sia un genere letterario intermedio tra la telefonata e la lettera tradizionale.

Internet permette di comunicare di più o di meno di prima?

Piccolo: Internet, in generale, espande le possibilità comunicative di cui disponiamo, anche perché la soglia di accessibilità è molto bassa. L'importante è avere un approccio laico alla Rete, senza idealizzarla, né demonizzarla.

Cavallo: Questo tipo di dispute sono tipiche dell'infanzia di un mezzo di comunicazione.
I problemi che si porranno adesso che si entra nella seconda generazione di Internet saranno: quali sono i modelli di business, quali le strategie per fare contenuti di qualità e come raggiungere meglio i propri obiettivi e i propri target.