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Il problema della trasparenza

Ascoltiamo il parere di Vittorio Veltroni presidente di GOA.it, uno dei siti emergenti di informazione finanziaria.

Il presidente della Consob, Luigi Spaventa, ha sostenuto che il sistema italiano sia un "capitalismo blindato". Che cosa vuol dire?

"Blindato" è un concetto che esprime difficoltà di cambio di controllo; c'è troppa commistione a livello di proprietà fra le imprese, le banche e probabilmente anche gruppi familiari che sostanzialmente marginalizzano il ruolo dei singoli investitori o il "mercato". È un capitalismo blindato anche perché le regole corporate e government non favoriscono grande trasparenza: ciò permette un flusso di formazione controllato e quindi un ripercorrersi e un rafforzarsi dei sistemi di dominanza di chi possiede questa informazione.

Lei pensa che sia un sistema che fa parte della nostra storia?

Fa parte dello sviluppo storico del nostro paese; in fondo il sistema intrecciato dei controlli familiari è un sistema tipicamente italiano.

Come è noto, ventitré delle quarantaquattro società collocate lo scorso anno tramite offerta pubblica avevano rapporti creditizi con il collocatore oppure lo sponsor. Quanto sono alti effettivamente i rischi del conflitto di interessi?

Sono alti come in tutti casi in cui c'è troppa commistione fra chi intermedia, chi possiede e chi scambia. Allo stesso tempo il problema è anche nella relativa forza del mercato libero. Fino a poco tempo fa, c'era una grandissima domanda di titoli e una scarsa offerta e si è quotato tanto. Poi c'è stato un periodo in cui l'economia finanziaria ha scoraggiato ulteriormente la formazione del singolo investitore libero e ci siamo ritrovati in un mercato fatto dalle istituzioni. Ci sono numerosi casi di società, anche ottime, la cui parte collocata è stata comprata quasi interamente dal collocatore che ne era anche socio.

In che cosa differisce il sistema americano, che è, in genere, il punto di riferimento mondiale sul piano finanziario borsistico?

Il sistema americano pone al centro l'individuo; in Italia non c'è stata questa esplosione del mercato del singolo investitore. C'è un problema di trasparenza e di chiarezza di regole che appartiene al mondo anglosassone per tradizione, che da noi ha trovato e trova difficoltà a penetrare.

Cosa pensa sia possibile fare per ottenere la trasparenza del mercato finanziario?

E' necessario rivedere il rapporto fra le banche e Internet, che non deve essere soltanto un canale di distribuzione di prodotti: ci devono essere delle regole di informazione, anche per le banche dati. Inoltre, ci vuole, soprattutto, un grandissimo sforzo di educazione del singolo investitore: questo è uno sforzo, anche culturale, che l'Italia deve compiere per avere una popolazione che dedichi sempre meno alle banche la gestione del proprio patrimonio.

- Consob [è possibile scaricare dal sito la relazione annuale]
- Goa.it