Il caso Freedomland
Anche se la quota di investimenti dei risparmiatori italiani in
liquidità e titoli di Stato è passata dal 71 al 42% e, nello
stesso periodo, quella in azioni e partecipazioni è raddoppiata dal
13 al 26%, la gestione degli investimenti rimane, direttamente o
indirettamente, di competenza bancaria. Gli intrecci con le società
quotate ed il ruolo di primo piano tenuto nei collocamenti azionari
hanno portato ad un lungo elenco di potenziali conflitti di
interesse e turbative al corretto funzionamento dei mercati: si
pensi che lo scorso anno, alla vigilia della crisi dei mercati,
oltre la metà dei dossier degli uffici studi delle banche invitava
i risparmiatori ad acquistare titoli che, di lì a qualche mese,
avrebbero subito ribassi pesantissimi. Un altro caso eclatante è
stato quello di Freedomland, dove organismi di controllo, sponsor,
sindaci e revisori non hanno controllato a fondo i dati presentati
nel prospetto informativo, a tutto svantaggio degli investitori che
hanno visto precipitare il valore delle azioni acquistate in fase di
collocamento.
- Freedomland
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