Pubblicità on line, primi segni di crisi
Fase di rallentamento oltre Oceano, ma per
l'Italia il trend è ancora in crescita
Di Mila Cataldo
Gli ultimi tre mesi hanno fatto registrare, per la prima volta
dalla nascita del web, una brusca frenata delle spese pubblicitarie
on-line negli Stati Uniti. Un dato su tutti: nel terzo trimestre del
2000 gli investimenti pubblicitari sono stati stimati per un valore
di 1,9 miliardi di dollari, ovvero il 6,5 per cento in meno rispetto
al trimestre precedente. Anche se rispetto allo stesso periodo del
1999 la crescita è stata nell'ordine del 63 per cento, il trend
risulta evidentemente negativo.
Ma la spesa pubblicitaria on-line in America come in Europa è
destinata comunque a crescere: si dovrebbe infatti passare dai 15
mila miliardi di lire investiti nel mercato statunitense e canadese
nel 2000, agli oltre 60 mila miliardi di lire nel 2005; mentre nel
mercato europeo della pubblicità sulla Rete si prevede di passare
dai 13 miliardi di lire del 2000 a più di 10 mila miliardi di lire
nel 2005. Il settore della pubblicità on-line in Italia sembra
invece andare a gonfie vele. I dati dimostrano che il 1999 può
essere definito a pieno titolo l'anno d'oro, avendo fatto registrare
una crescita della pubblicità su Internet di oltre il 500 per cento
e presentando risultati in termini di fatturato decisamente
superiori alle attese: le agenzie italiane hanno infatti raccolto
ben 66 miliardi di lire, sfondando ampiamente il tetto dei circa 50
previsti. Anche i dati del 2000 si preannunciano ottimi per la
pubblcità nel cyberspazio, la spesa in banner e impression farà
osservare una crescita esponenziale: 129 milardi di lire di entrate,
con un incremento pari al 117 per cento.
Per il 2001 le previsioni sembrano rosee, anche se, affermano gli
esperti, la cautela è d'obbligo: non sarà possibile, infatti,
mantenere un trend di crescita che registri valori raddoppiati
rispetto all'anno precedente. GSMBOX, azienda leader nel mobile
Internet in Italia e in Spagna, punta ad una politica di espansione
a livello europeo e vede la pubblicità in Rete del futuro sempre
più legata alla vendita di prodotti evoluti, attraverso meccanismi
di comunicazione mirati e altamente profilati. "Stiamo già
lavorando in quest'ottica, infatti tutti i nostri utenti sono
profilati e registrati in modo dettagliato - dice Federico Bolondi,
Amministratore Delegato GSMbox - così il servizio erogato al
singolo utente sul Web o via SMS, risulta fortemente mirato. Per
quanto riguarda il 2001 faremo investimenti di comunicazione
soprattutto sfruttando la profondità che i nuovi mezzi mettono a
disposizione, dando la possibilità di raggiungere gruppi di utenti
ben precisi - ribatte - senza trascurare i media tradizionali come
televisione e radio, gli unici che consentano di arrivare alle
grandi masse. Naturalmente utilizzeremo il grande bacino di
pubblicità invenduta sul nostro sito e sulla nostra community di
utenti, che ci rende sempre molto bene".
Il mercato italiano sembra fare gola anche alla concessionaria di
pubblicità on-line AD Pepper, la più forte in Europa, nata in
Germania solo nel 1999 e che, in poco meno di due anni, ha aperto
sedi in tredici paesi europei, Italia compresa. "Penso che il
mercato italiano sia uno dei più importanti in Europa, non solo per
ampiezza e potenzialità specialmente nel settore on-line - afferma
Ulrich Schmidt, Amministratore Delegato AD Pepper - ma perché gli
Italiani sono abituati sia alla comunicazione pubblicitaria, che
alle nuove tecnologie. Rappresentiamo moltissimi siti internazionali
che hanno un notevole bacino d'utenza in Italia e il nostro net-work
può fornire loro profili mirati, target definito e tradurre questi
dati in termini di ricavi concreti, garantendo l'ottimizzazione
degli investimenti e i massimi risultati". Ma sarà la terza
generazione dei telefonini, gli attesi UMTS, ad aprire le porte allo
sviluppo del mercato dei cyber-spot. "Con i telefonini di terza
generazione, UMTS, si potranno ampliare i format interattivi
multimediali - continua Schmidt - con applicazioni su tutti i tipi
di dispositivi oggi in uso: telefoni mobili, radio, ecc. Noi
crediamo nelle soluzioni cross-mediali e pensiamo che potranno
diventare sempre più simili a dei veri e propri format televisivi.
Se consideriamo l'aspetto e l'impatto emotivo della pubblicità, ci
accorgeremo - rilancia con decisione - che accanto al video e al
suono sarà l'interattività ad acquistare un ruolo sempre più
significativo, con l'enorme vantaggio di rendere possibili risposte
e reazioni immediate, adattabili all'utente".
Per Angelo Sajeva, Amministratore Delegato di Publikompass, sono
ancora imprevedibili gli sviluppi della pubblicità nel cyberspazio.
"Il banner che nella pratica è la trasposizione di uno spazio
pubblicitario su un video, significa pensare secondo una logica
legata ai mezzi di comunicazione classici. Il futuro sarà tutto
quello che ruoterà intorno all'e-commerce, al business-to-consumer
, al business-to-business e a tutto ciò che riusciremo a inventare
noi che operiamo in questo campo". Per l'anno prossimo è
prevista una diminuzione degli investimenti che le dot.com e i
cosiddetti "bricks and clicks" o calce click (compagnie
che esistono sia in versione virtuale, sia reale), destineranno alla
pubblicità in Rete, ma al tempo stesso aumenterà sensibilmente il
budget che le aziende della old-economy dedicheranno al medesimo
scopo. Nell'ambito dei vecchi media saranno soprattutto televisione
e quotidiani a farne le spese, con un calo degli inserzionisti
stimato nell'ordine del 15 per cento; soffriranno invece meno le
radio, con un decremento del 1 per cento. "Forse il ruolo della
pubblicità su Internet è ancora sottostimato - osserva Giacomo
Fusina, Direttore Onetone Research - a differenza delle altre forme
pubblicitarie essa ha il vantaggio di essere addirittura desiderata
dall'utente e può arrivare a un target estremamente ben definito.
Quando tutto questo sarà recepito appieno e si saranno affinati gli
strumenti per incrementarne l'efficacia, solo allora il valore della
pubblicità on-line pro capite salirà e i volumi cresceranno in
maniera consistente". Tra i settori che investono maggiormente
nella pubblicità su Internet in Italia svetta al primo posto quello
delle telecomunicazioni, che nel primo semestre del 2000 ha speso
circa 29 miliardi di lire, al secondo posto il settore della finanza
con 24 miliardi, seguono poi quelli dell'informatica e
dell'editoria. Certo le somme spese per la pubblicità su Internet
presentano ancora distanze incolmabili da quelle destinate ad altri
media. Basti solo pensare che a fronte dei 129 miliardi spesi in
cyberspot, il tetto globale degli investimenti pubblicitari nel 2000
(che comprende carta stampata, televisioni, radio, affissione e
cinema) è stato pari a 15 mila miliardi di lire.
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