Tanti modi di essere portale
Le strategie e i modelli di business adottati
dai portali generalisti per fronteggiare la crisi del settore
di Mila Cataldo
Yahoo! è il portale
indipendente più grande di Internet. Con 180 milioni di utenti nel
mondo, è considerato uno dei titoli di riferimento per il settore
high tech. Negli ultimi tempi, però, il titolo ha perso oltre il 20
per cento. Benché abbia chiuso il quarto trimestre del 2000 con un
aumento dei profitti del 44 per cento, Yahoo! ha presentato un
fatturato trimestrale inferiore alle aspettative: 311 milioni di
dollari contro i circa 320 previsti. Anche i risultati del 2001 si
preannunciano inferiori alle attese, per il ridimensionamento dei
budget pubblicitari. Nonostante tutto, Yahoo! gode nel complesso di
buona salute, come pure Yahoo! Italia (www.yahoo.it), nata
nell'aprile del 1998 e ormai una solida realtà nello scenario della
rete nazionale.
"Noi ci sentiamo liberi e abbiamo fatto di questa libertà e
indipendenza il nostro punto di forza e intendiamo far valere tutto
questo il più a lungo possibile" - dichiara Alessandro
Pegoraro, direttore generale di Yahoo! Italia. "Siamo e saremo
ancora per molto tempo un portale in cui la pubblicità avrà un
ruolo importante in termini di ricavi" - continua - "anche
se stiamo via via valutando e avviando delle iniziative che ci
consentano di ottenere ricavi anche da altre attività, come ad
esempio tutta l'area business to business".
Forte della propria indipendenza, segno distintivo dell'azienda,
Yahoo! Italia guarda con scetticismo alle recenti fusioni avvenute
in ambito europeo, come ad esempio quella di Lycos e Terra, che a
giudizio di Pegoraro hanno portato solo a un appesantimento
strutturale e decisionale nonché a un notevole rallentamento delle
attività iniziali. "Questo è un mondo che si basa ancora
tanto sulla velocità, sulla capacità di cogliere le opportunità
che magari non erano pianificate" - puntualizza - "sono
quindi indispensabili flessibilità ed elasticità; non è semplice
da attuare, ma se si ha un riferimento diretto, se si è da soli a
giocare, diventa sicuramente più facile".
Yahoo! Italia, che impiega 41 dipendenti, tutti italiani, è
impegnato ad attuare la filosofia del "glocal", ovvero
globale e locale strategicamente fusi insieme per offrire all'utente
un cocktail unico nel suo genere: elementi made in Usa sapientemente
mescolati a elementi tipicamente italiani. "La gente viene su
Yahoo! Italia perché trova le cose che si aspetta di trovare e le
apprezza" - sostiene Pegoraro - "quindi non solo viene a
visitare il nostro portale ma ci ritorna e, nello stesso tempo, sa
che vi sono cose che esistono solo sul sito americano. Cerchiamo di
essere sempre più "glocal", non solo perché crediamo che
questa sia la strada giusta per coinvolgere sempre più utenti, ma
anche perché questa è la filosofia della rete".
Il modello portale sta sicuramente attraversando un periodo di
crisi, e si può affermare che sia in atto un processo di
scrematura, una sorta di ineludibile selezione naturale, in seguito
alla quale sopravviveranno solo i più forti e al passo con le nuove
tendenze ed esigenze dei navigatori. Le strategie che ogni singolo
portale adotta per fare fronte a questa strenua battaglia, puntano a
fidelizzare una massa di utenti più ampia e varia possibile,
fornendo un numero sempre crescente di servizi mirati e a valore
aggiunto.
Pegoraro espone anche una sua analisi dei terremoti che hanno
scosso il mondo della net-economy nell'ultimo scorcio del 2000,
dicendosi, comunque, fiducioso in una ripresa del mercato dei titoli
tecnologici. "La verità" - spiega - "è che il
mercato finanziario è stato probabilmente drogato da un eccesso di
richiesta ovvero tutti pensavano di fare soldi rapidamente e a poco
prezzo, e questo ha fatto lievitare tutti i titoli, senza alcuna
distinzione tra titoli buoni e titoli cattivi. La riprova si avrà
nei prossimi mesi: infatti si salveranno i titoli buoni. Noi siamo
convinti di essere tra i titoli buoni, siamo convinti di tornare ad
essere un'interessante opportunità per tutti gli investitori, come
lo siamo sempre stati".
Mentre Yahoo! Italia sembra affrontare il futuro con ottimismo,
non si può dire lo stesso di Altavista
che dopo la deludente esperienza come portale fa marcia indietro e
licenzia negli Stati Uniti circa un quarto del proprio organico (ben
225 persone che si occupavano dei contenuti), ridimensiona
drasticamente le proprie ambizioni e torna alla vocazione originaria
di motore di ricerca. L'imperativo categorico è recuperare
redditività.
"Il modello di portale non è in crisi" - afferma
Davide Corcione, direttore marketing di Altavista
Italia - "certamente, però, di portali generalisti ce ne
possono essere pochi, solo i più grandi riusciranno a sopravvivere
e oggi il mercato è piuttosto affollato di aziende che nutrono tali
ambizioni. Il modello portale può dare utili solo ai primi del
mercato, quindi ci sarà una lotta all'ultimo sangue per la
sopravvivenza. Ed è anche per questa ragione che Altavista ha
deciso di non essere un portale ma di specializzarsi nell'area dove
è più capace e dove ha pochissimi concorrenti, dove è leader del
settore, ovvero nell'area della ricerca. In Europa, infatti, dove
siamo sempre stati più orientati verso il motore di ricerca, le
strutture non hanno bisogno di tagli, ma sono già snelle, già
organizzate per il modello di business".
È invece orientato a un altro modello di comunicazione e di
business Jumpy. Il portale
familiare, semplice e divertente, spalleggiato da un grande gruppo
editoriale come Fininvest-Mondadori, si prepara, dopo l'avventura
del "Grande fratello", a svolgere sempre più una funzione
di cross-media, con nuovi progetti di collaborazione e commistione
tra Internet e tv. Nella lotta per la sopravvivenza tra i portali
Jumpy punta a ritagliarsi la leadership nell'ambito
dell'entertainment.
"Jumpy è un portale Internet con forte connotazione di
intrattenimento" - dice Massimo Armanini, amministratore
delegato della società - "di conseguenza è un portale che
cresce in maniera omogenea e costante per quanto riguarda i
contenuti Internet puri, e verifica nella sua vita una serie di
picchi collegati ai contenuti di entertainment specifici:
"Grande fratello" è un esempio di straordinario successo,
ci ha portato tantissimo traffico, che vediamo su quel versante
calare, mentre vediamo la parte costante, quella più fidelizzata,
che continua a crescere con ritmi significativamente più elevati
dell'industria".
Preso come assunto fondamentale il fatto che vi siano dei cali di
traffico dovuti all'esaurirsi delle esperienze televisive collegate
al portale, Jumpy sta per mettere in cantiere altri format
televisivi che abbiano una vita propria, autonoma e diversa su
Internet. Anche quando si fa riferimento a un grande gruppo
editoriale, la ricetta vincente è sempre quella dell'indipendenza,
rivendicata da Armanini con convinzione: "Viviamo di attività
nostre pur essendo parte di un gruppo media; beneficiamo di
sinergie, però tutto il managment e le scelte sono autonomi".
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