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Giocare in rete

Identità da videogame

Le ultime generazioni di videogiochi sono costruite espressamente per giocare in Rete e favorire l'interazione tra partecipanti


DoomLa prima pietra dello scandalo è stata Doom. Un gioco "sparatutto" in soggettiva estremamente realistico nel quale il giocatore impersona il ruolo di una sorta di guerrigliero vendicatore che deve impedire un'invasione aliena sulla terra. In Doom non esiste strategia e non esiste riflessione, quello che conta è solo la potenza di fuoco. O tu o il nemico.

E Quake è la giusta evoluzione di Doom; grafica vettoriale, qualche funzione in più, un armamentario molto più sofisticato, le mosche sui cadaveri straziati. Un bagno di sangue.

Carmageddon fece ancora più scalpore, se in Doom e Quake si faceva strage di mostri e mutanti in Carmageddon si fanno fuori macchine e soprattutto pedoni. In alcuni paesi il gioco non è mai entrato in commercio, in altri è stato esplicitamente richiesto di cambiare il colore del sangue, il verde lo avrebbe reso moralmente più accettabile.

BlizzardPrima in Rete c'erano solo i MUD, poca grafica, poca interazione ma tante potenzialità nascoste. È l'inizio del multiplaying cioè del gioco in collettiva. Un inizio incerto, per delle élite quasi massoniche, con un linguaggio incomprensibile ai profani. Oggi c'è di tutto. Una delle prime ad iniziare è stata la Blizzard, tra le più attive software house statunitensi, che con titoli come Warcraft e Diablo è balzata in testa alle classifiche di vendita. La Blizzard ha aperto la prima vera arena di rete per giochi a grande diffusione. Battlenet. Qui si gioca a Warcraft, Starcraft, Diablo 1 e 2. Ci si collega a un server, a un computer remoto che gestisce lo scambio di informazioni tra utenti, si sceglie un mondo o uno scenario di lotta e poi…ci si scontra.

UltimaOnlinePoi è venuto Ultimaonline. Un gioco interamente concepito per essere giocato in Rete. I creatori di Ultima si sono limitati a immaginare un intero, smisurato mondo fantasy, ne hanno definito i ritmi di crescita e di evoluzione, hanno scritto degli algoritmi che gestiscono la crescita delle messi nei campi, l'alternarsi delle stagioni ed i cicli di riproduzione dei mostri. Quake Ai giocatori non resta che conquistarsi uno spazio in questo mondo. L'idea è talmente riuscita che uno studente divenuto nel corso del tempo un ricco possidente di questo mondo irreale ha messo all'asta alcuni dei suoi beni virtuali: un castello, degli oggetti magici, ed uno dei suoi personaggi più potenti. Ci ha guadagnato ben 2000 dollari ed ha potuto comprarsi la lavatrice di cui aveva bisogno.

L'ultima frontiera degli scontri on line è il terzo titolo della serie Quake, anche stavolta un titolo pensato esplicitamente per il gioco di gruppo e per Internet. Quake 3 Arena. Terreno di scontro virtuale per guerrieri senza regole e senza morale. Quale sarà il prossimo passo?
(t.r.)

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