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Rai Educational
13/04/99 

Insegnanti virtuali

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Una delle trasformazioni più significative che l’insegnamento può subire quando le nuove tecnologie vengono sfruttate in tutte le loro potenzialità è quello della didattica a distanza. Attraverso Internet, la posta elettronica, il satellite con tutti i suoi servizi, si possono organizzare delle vere e proprie lezioni a distanza e far arrivare agli studenti sparsi nel ‘cyberspazio’ materiali didattici sotto forma di testi scritti o di file audio o video, commenti e votazioni sui ‘compiti’ eseguiti e tutto quello che completa una normale lezione. Insomma tutto quello che fa l’insegnante in classe può essere fatto anche a distanza. O almeno così sembrerebbe. Infatti quello che potrebbe mancare, e che secondo molti esperti dell’argomento manca effettivamente, è proprio l’interazione fisica, compresente, che può svilupparsi solo ed esclusivamente nei tradizionali luoghi della scuola di sempre. Ecco come la pensa Sebastiano Bagnara.

Sebastiano Bagnara“Io ci ho lavorato dentro e non sono convintissimo che possa esserci una formazione completa on line. Io credo che si possa fare on line una parte della formazione, però credo sia indispensabile nella formazione, soprattutto a livello alto, una componente faccia a faccia. Non è possibile fare una laurea on line, se si intende tutta fatta a distanza. Va sempre prevista, costruita, una situazione in cui il faccia a faccia, il rapporto non solo col docente, ma fra gli allievi, avvenga direttamente sullo stesso posto, perché c'è una componente di comprensione, di scambio che in ogni caso, diciamo, attraverso un mezzo anche ricchissimo e interattivo, viene in qualche maniera ridotto. Mentre lo scambio fatto nello stesso posto, per esempio, con le altre persone diventa molto più ricco. Io credo che la comunicazione sia un fenomeno completo: non è solo l'uso di qualche mezzo, è l'insieme di tutti i nostri mezzi, quindi anche del nostro corpo, in una qualche maniera, e quindi la componente ‘faccia a faccia’ nella formazione è indispensabile. Credo che è utile l’on line, però non può mai andare da sola”.

Il professor Guido Martinotti, invece, che ha sperimentato il primo corso on line tenuto dall’Università degli studi di Milano, ha un’opinione diversa sul tipo di relazione che, proprio attraverso la comunicazione on line, si può stabilire tra docente e studenti.

Guido Martinotti“Chi non è stato nella Rete, chi non ha usato Internet soprattutto nella modalità interattiva, di gruppi di discussione, chat line, eccetera, non sa che cosa succede e non riesce a capire una cosa molto importante che quel momento di interazione, anche se è, come si dice, virtuale, cioè non si conoscono le persone, magari non si sa nemmeno che faccia abbiano, se hanno dei nomi o dei soprannomi, diventa però un momento in cui l'interazione è molto profonda, perché è molto difficile evadere dall'interazione. Si è molto concentrati, si ha uno schermo davanti, si deve parlare con la persona che ti pone una domanda. [...] Quindi la conclusione del discorso, se vogliamo dare una conclusione provvisoria, è che questo strumento non soltanto ha una funzione strumentale per parlare con gli studenti con cui non si parla normalmente e con quelli che non vengono a lezione, ma è veramente uno strumento che nel momento in cui viene adottato nelle sue formalità complete, cioè radicali, è uno strumento che cambia profondamente la natura del rapporto fra il docente e gli studenti e anche del modo di imparare. Questo è il punto che bisogna capire”.

Un punto sul quale anche Stefano Cerri si trova assolutamente d’accordo.

Stefano Cerri“E’ vero che si rischia con tecniche a distanza di isolare, ma quanto saranno isolati i nostri studenti già oggi! Quanto, diciamo, quanto sono già oggi autodidatti questi studenti! Quindi guardiamo la realtà. Nelle aule dove ci sono quattrocento persone e c'è un signore in fondo, che fra l'altro non si vede neanche bene e si sente peggio, che dice qualcosa e poi indica una lista di testi da imparare e poi ti valuta o ti fa valutare da un assistente dopo un anno e mezzo, non si verifica un processo unicamente di autoformazione già adesso? Questo è il punto”.




 

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