Nel 1989, al Cern di Ginevra, Tim
Berners-Lee presenta il prototipo di software per un sistema che avrebbe rivoluzionato il
modo di concepire la Rete delle Reti, il Web. Il World wide web è probabilmente il
modello di ipertesto più conosciuto e l'idea che ne è alla base consiste nel combinare
insieme le tecniche di computer networking e l'ipertesto in un potente e facile sistema
globale di informazione. La navigazione che si fa passando da una pagina all'altra è
chiamata "browsing", "sfogliare".
Nel 1991, con l'affermarsi del Web, la Rete da strumento di scambio di
idee e documenti sul piano privato diviene mezzo pubblico. L'anno del Web è però il
1994, quando presso il Cern viene organizzata la prima conferenza internazionale sul World
wide web e viene creato un Consorzio, il World wide web Consortium: il WC3 vede riuniti nella ricerca informatica istituti e
imprese di tutto il mondo. Nonostante il successo del sistema, alcuni autorevoli studiosi,
come George
P. Landow, sono ancora molto critici.
"Dovrei cominciare col dire che il Web, per quanto sia inestimabile,
è, tuttavia, una forma di ipertesto molto primitiva, appiattita e ridotta. Inoltre, ha
l'effetto dannoso di abbassare le aspettative della gente, di far sì che le persone
vogliano qualcosa di molto simile alle potenzialità dei libri senza avere le
potenzialità di ciò che è elettronico. Sono diversi i motivi per i quali il Web risulta
così noioso, e in parte è per il modo di fare collegamenti, poiché si tratta di un modo
che comprende solo un tipo di link. [
] Per quanto mi riguarda, il Web è per
Internet quello che il programma Hypercard è stato per i personal computer: Hypercard ha
a che vedere con il momento dell'informatica legato al singolo personal computer, mentre
il Web ha a che vedere col personal computer collegato a Internet. In entrambi i casi,
tuttavia, l'utente adopera il sistema come un software praticamente gratuito ed è
stimolato a volere molto di più. Si potrebbe sostenere che da Hypercard è venuto il Web,
e forse dal Web avremo una forma di ipertesto più ricca, accessibile a molti".
Con il Web, le notizie che
è possibile trovare in Rete si moltiplicano, così come la possibilità di passare del
tempo al computer senza ottenere dei grossi risultati perché non sempre si sa con
precisione dove andare a cercare le informazioni di cui si ha bisogno. Uno strumento che
ha risposto all'esigenza di catalogare i nomi dei moltissimi siti Web presenti nella rete
internet e di inserirli in un data base è il motore di ricerca. Uno tra i più conosciuti
e utilizzati è Yahoo!. La grossa sfida degli
inventori, Jerry Yang e David Filo, è
consistita nell'organizzare l'enorme mole di informazioni provenienti da tutto il mondo.
Tim
Koogle, presidente e direttore generale di Yahoo! dal 1995, dice in proposito:
"Il nostro motore di ricerca ha cominciato a funzionare intorno alla fine del 1994
raccogliendo dei siti web che erano stati creati in Rete e che, successivamente, sono
stati organizzati per argomenti. Originariamente i fondatori realizzarono un software che
creava sulla Rete una sorta di directory, di cartella. In seguito siamo cresciuti molto
aggiungendo la ricerca testuale, introducendo contenuti presi da altre società: servizi
commerciali, mezzi di comunicazione, come la posta elettronica le chat, le
bacheche.[
] Il livello iniziale del progetto consisteva nell'avere un'unica
struttura; oggi siamo in grado di offrire un servizio molto più completo". Ma le
sfide da accogliere legate all'organizzazione dell'informazione su larga scala sono molte.
"Al momento, sulla Rete - continua Koogle - esistono molte decine di milioni di siti
web e il numero sta crescendo rapidamente ogni giorno, ogni mese. Organizzare tutto questo
per gli utenti in modo che l'informazione sia, per così dire, "intuitiva" è
una grande sfida che riguarda l'adozione di decisioni sul modo di organizzare tutta
l'informazione in maniera razionale; tutto ciò è stato da noi organizzato in forma di
software. Il sistema di ricerca adottato da Yahoo! è editoriale: i contenuti sono
catalogati per argomento; abbiamo una gerarchia di argomenti, che è la directory, la
struttura. Disponiamo anche di molte tecnologie software per ricevere le richieste degli
utenti su scala mondiale e per organizzare la ricerca attraverso le informazioni che
abbiamo su Yahoo!".
La tecnologia del Web si è molto evoluta per far fronte ai bisogni
più importanti che sono emersi finora: sicurezza del sistema, regolamentazione,
applicazioni multimediali, accesso multi-utente, pubblicità.
Tuttavia l'aspetto più rilevante dei nuovi sviluppi è che il Web
dovrebbe rimanere uno standard aperto a tutti e, dunque, non predisposto a nessun dominio
da parte di privati. Internet, tuttavia, non coincide con il solo Web. Emerge un uso
multiplo, per le attività più diverse. In questo senso, un'applicazione ancora giovane
ma che è destinata a segnare i tempi, soprattutto per la maniera di intendere le
relazioni commerciali tra imprese, è il commercio
elettronico. Secondo l'Istituto di ricerca Idc,
infatti, entro il 2002 il commercio elettronico tra aziende raggiungerà il 79%, a
conferma che l'e-commerce,il commercio elettronico come sostengono molti studiosi del
settore, prima che un fenomeno di massa, è da considerarsi un'opportunità di
comunicazione tra le imprese.
La Rete, dunque, si evolve nel tempo a seconda dei bisogni cui risponde
ma quali sono concretamente, a livello mondiale, le regioni, i Paesi, le città in cui
Internet è maggiormente presente e cosa significa essere "i più Internet?". La
città più cablata del globo è Ashland, 19.000 abitanti, nel
Nord dell'Oregon: qui verrà installata una rete in fibra che permetterà di navigare e
utilizzare servizi multimediali praticamente ovunque.
Il Paese "più
Internet" risulta, invece, essere la Finlandia,
dove la Nokia, compagnia telefonica nazionale, sta stringendo accordi per il lancio di un
programma pilota nel quale la tecnologia delle trasmissioni di dati e i telefoni cellulari
saranno utilizzati per effettuare pagamenti via Internet e presso gli esercizi
commerciali.
Una delle aree più vaste in cui la Rete e i sistemi di software sono
cresciuti in questi anni è la Silicon
Valley, che da qualche tempo viene considerata in crisi, soprattutto in concomitanza
con l'espansione dell'industria di sotfware avanzati in India. Roberto Dadda, responsabile del
laboratorio di "Ricerca e Sviluppo" di Banca Intesa, spiega le origini della
Valley più famosa e rivede così, quasi in un flash-back, le tappe più importanti dello
sviluppo della Rete:
"Il nome Silicon Valley si riferisce a quella sterminata pianura a
Sud di San Francisco, sulla 101; all'inizio del secolo San Francisco era terra di
frontiera e quella valle era molto vicina a San Francisco. Lylan Stanford era, a
quell'epoca, governatore dello stato della California; suo figlio, Lylan Stanford junior,
doveva andare all'università e sarebbe andato, come fanno tutti gli americani, molto
lontano da casa, a Boston, a Harward. Prima, però, venne a fare un viaggio in Italia: a
Firenze si ammalò di una febbre non ben diagnosticata e morì; fu un fatto ovviamente
drammatico per la sua famiglia che era tra le più ricche d'America. Il padre prese il
treno e andò fino a Boston; a quei tempi gli uomini della East Coast non vedevano di buon
grado i pionieri della West Coast. Stanford, a Boston, fu lasciato ad attendere così
tanto tempo fuori dalla porta che decise di andarsene; riprese il treno, tornò a Stanford
e disse a se stesso che avrebbe creato lì un'università molto più prestigiosa di quella
di Boston. Parzialmente ci riuscì: Stanford è, in effetti, una delle università più
importanti del mondo. Costruì questa meravigliosa università, il quadrangolo, la chiesa
multiconfessionale e la dedicò al figlio; inizialmente fu chiamata "the farm"
perché nasceva nella zona in cui si trovava l'azienda di Stanford, il quale, con i
professori con i quali lavorava, ebbe un'idea eccezionale per il futuro dell'ateneo:
richiamare attorno ad essa industrie che lavoravano e creavano, centri di ricerca. C'era
molto spazio e lo affittò a un prezzo totalmente simbolico a chiunque avesse aperto
un'azienda, a chiunque avesse creato un centro di ricerca e assunto gli studenti della
Stanford. Questa sorta di fertilizzazione funzionò: le università avevano attorno ad
esse i centri di ricerca nei quali erano impegnati i professori. Sono nate società, come
la Hewlett Packard, in cui erano impiegati i fuoriusciti
di Stanford che costruivano il primo amplificatore per la Walt Disney. Questo
humus fu molto produttivo; la prima ondata fu rappresentata dalla Hewlett Packard, dalla
Ibm, dai grandi colossi, insomma; poi alcuni drop out di questi colossi fondarono la Apple; anche l'Intel,
per esempio, è stata creata da gente che usciva dalla Fairchild che, a sua volta, era
uscita da Stanford.
Risalendo indietro negli anni, ricorderemo che la prima Internet
serviva a collegare calcolatori e non la vedeva nessuno; poi vi si sono trasferiti i file
ma non è cambiato molto perché i file si potevano trasferire anche mandando i dischi, si
impiegava solo più tempo. Poi sono cominciate le grandi trasformazioni. Le nuove
generazioni conoscono e sperimentano direttamente il Web. L'ipertesto, in un certo senso,
è già letteratura". |
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