Quanto è grande un miliardesimo di metro? O
se preferite un millesimo di millesimo di millimetro? E' uno spazio talmente infinitesimo
che bastano una decina di atomi messi in fila per riempirlo tutto. Pensiamo alla punta di
uno spillo, uno spazio abbastanza ristretto, eppure, entrando nel mondo delle
nanotecnologie, scopriremo che anche in un luogo così esiguo, c'è abbastanza spazio per
scrivere nientemeno che tutti i ventiquattro volumi dell'Enciclopedia Britannica. La
battuta sull'Enciclopedia
Britannica l'ha pronunciata Richard Feynman, uno dei più grandi fisici di questo
secolo che ha vinto il premio Nobel nel 1965. Ma cosa sono esattamente le nanotecnologie?
Lo abbiamo chiesto a Claudio
Nicolini professore all'Università di Genova,
fondatore e presidente della Fondazione El.b.a.,
dove si trovano alcuni dei laboratori più avanzati del nostro Paese:
"Per nanotecnologie si intende linsieme di quegli approcci sperimentali che
consentono di costruire oggetti, dispositivi, materiali che hanno le dimensioni del
miliardesimo di metro. Ci sono essenzialmente due tipi di approcci per fare questi
materiali. Uno è la microscopia allistruzione atomica, sviluppata da R.Beeni alla
Ibm - premio Nobel per questo - che consentono di manipolare atomi. L altro è un
processo bottom-up, dal basso verso lalto: partendo da materiali organici, come i
polimeri conduttori, le proteine, o gli acidi nucleici si creano dei monostrati delle
dimensioni del miliardesimo di metro su cui,poi, si costruiscono e si assemblano
materiali, dispositivi utili per le più diverse applicazioni".
La nanotecnologia permette dunque di manipolare gli oggetti alla scala atomica e di
osservare e spostare i
singoli atomi. Il 29 dicembre del 1959 Feynman tenne un discorso al Californian Institute of Technology durante la riunione
annuale della American Physical Society. Quell'intervento è ormai considerato l'atto di
nascita ufficiale della nanotecnologia.
"Ciò di cui voglio parlare è il problema di manipolare e controllare le cose su una
piccola scala. Appena accenno a questo, la gente mi parla della miniaturizzazione e di
quanti progressi si siano fatti fino a oggi. Mi parlano di motori elettrici grandi
quanto l'unghia del vostro mignolo [
]. Ma questo è niente; è il passo più
primitivo nella direzione che intendo discutere [
]. Quando nel 2000 la gente
guarderà indietro, si chiederà perché si sia arrivati al 1960 prima di muoversi
seriamente in questa direzione. Ma non mi spaventa affrontare anche la questione finale,
cioè se - in un lontano futuro - potremo sistemare gli atomi nel modo in cui vogliamo;
proprio i singoli atomi, al fondo della scala! [
] Per quanto ne so, i principi della
fisica non impediscono di manipolare le cose atomo per atomo. Non è un tentativo di
violare alcuna legge; è qualcosa che in principio può essere fatto, ma in pratica non è
successo perché siamo troppo grandi".
Dunque era il 1959. Ci sono voluti un po' di anni, ma parecchie delle cose annunciate da
Feynman si sono realizzate. E alcuni passi decisivi sono arrivati dai laboratori di una
società, la Ibm, che è famosa in tutt'altro settore e che, sulla scorta dei suggerimenti
di Feyman, ha messo a punto il microscopio a scansione tunnel. Gli impieghi delle
nanotecnologie, già oggi, sono moltissimi. Claudio Nicolini ce ne descrive qualcuno.
"Una delle applicazioni è, ad esempio, la nanocatalisi: si immobilizzano degli
enzimi che sono in grado di produrre sostanze come gli acidi. Uno dei limiti grossi delle
biotecnologie, dell uso degli enzimi nella biocatalisi era la vita media piuttosto
ridotta di questi enzimi, la loro precarietà a temperatura ambiente. In pochissimo tempo
denaturano, perdono la loro struttura, la loro funzione; queste nanotecnologie, invece,
sono in grado di immobilizzarli e mantenerli stabili e funzionanti anghe a 200 gradi
Cesio, a temperature proibitive. Queste tecnologie consentono di riutilizzare e riciclare
questi enzimi. Lenzima è molto costoso ma se può essere riutilizzato
allinfiniti ovviamente i costi si tagliano. La possibilità di utilizzare gli enzimi
su larga scala significa una speranza concreta per l'eliminazione dei rifiuti che
inquinano lambiente".
Se anche non ce ne accorgiamo le
nanotecnologie vengono impiegate nei più svariati settori per esempio anche su
Internet. Le linee principali della Rete, le cosiddette dorsali o backbone, sono
collegamenti in fibra ottica dove viaggiano da 2,5 a 10 miliardi di bit al secondo.
Ebbene, sono impulsi luminosi generati da laser a semiconduttore realizzati grazie alla
nanotecnologia. Inoltre qualche mese fa la Lucent
Technologies, la società che costruisce ciò che viene studiato nei Bell
Laboratories, ha presentato WaveStar, un sistema che può inviare un fiume di 400 miliardi
di bit al secondo in una singola fibra. Sempre nel settore dell'informatica, i benefici
delle nanotecnologie si faranno sentire presto per esempio nella costruzione di dischi
rigidi molto più capienti di quelli attuali.
Oggi gli hard disk sono ricoperti da un sottile strato magnetico le cui molecole si
comportano come microcalamite. Ogni bit viene registrato orientandole in un verso o
nell'altro. Il problema è che le microcalamite hanno una tendenza naturale al disordine,
e per registrare un bit bisogna magnetizzare una superficie abbastanza grande da superare
questa tendenza. Ecco il limite alla capienza dei dischi. Se grazie agli strumenti delle
nanotecnologie ciascuna molecola-microcalamita venisse posizionata in modo ordinato, ogni
bit potrebbe occupare uno spazio molto inferiore e la capacità dei dischi verrebbe
moltiplicata in modo straordinario. Secondo alcuni ricercatori, i primi hard disk
"nanotecnologici" potrebbero arrivare sul mercato nei prossimi cinque anni.
Altre applicazioni avranno queste tecniche nel futuro il loro impiego sempre più
massiccio modificherà alcuni settori dell'industria e dell'economia.
"Applicazioni si avranno nella ricerca spaziale, nelle telecomunicazioni - ha
detto ancora Nicolini.
In realtà tutta la nostra società ha bisogno di dispositivi transistori
estremamente piccoli e che consumino molto poco. Le nanotecnologie consentono proprio di
creare transistor, chip a singolo elettrone, della dimensione di qualche miliardesimo di
metro.
Un'applicazione importantissima per il futuro è nell'utilizzazione su larga scala
dell'energia solare, sorgente che può essere sostitutiva di tutti i tipi di energia
estremamente inquinanti. Le centrali fotovoltaiche, prodotte fino ad oggi, sono
state ingombranti, gigantesche e con una piccolissima capacità produttiva.
Le cellule fotovoltaiche, invece, basate su centri di reazione fotosintetici, su proteine
come rodopsine - proteine del processo visivo che consentono di fare delle cellule
fotovoltaiche estremamente ridotte della dimensione del biliardesimo di metro -
possono contenere in poco spazio una quantità incredibile di energia. Questo sarà duqnue
il futuro da qui a dieci anni".
Abbiamo parlato di hard disk, di nano-batterie e nano-celle fotovoltaiche. Ma vi sono
ricercatori che stanno già studiando i nanochip. Uno di loro è Eshel Ben-Jacob, dell'Università di Tel Aviv. Questi dispositivi si potrebbero
basare su due principi. Primo: i legami chimici tra gli atomi di una molecola possono
funzionare come "tunnel" per superare la barriera di potenziale elettrico che
esiste tra loro.
Secondo: oggi sappiamo come ricoprire una molecola di Dna con atomi di
metallo, formando così un cavo conduttore, che oltretutto si assembla da solo come
appunto il Dna. Combinando le due cose, Ben-Jacob ha già nel cassetto lo schema di un
transistor, cioè il componente fondamentale di ogni circuito logico, grande quanto una
singola molecola.
Vi sembra un progetto ardito? In confronto a certe visioni, e questa volta
probabilmente è la parola giusta, sembra di no. Nanobombole, robot atomici in grado di
riparare i tessuti del corpo o addirittura invertire i processi chimici
dell'invecchiamento. Insomma, siamo davvero vicini alla fantascienza. Tanto che questo
tipo di ricerche vengono visti con una buona dose di scetticismo da una gran parte della
comunità scientifica.
"Oggi - secondo Nicolini - sicuramente riusciamo a nanomanipolare gli atomi ma da
qui a farne un robot o un attuatore ce ne vuole ancora. E sicuramente una strada. Il
grande pericolo della ricerca scientifica e tecnologica è quella di creare grandi
aspettative che poi non vengono materializzate. Spesso gli scienziati si comportano come i
politici: continuano a promettere, senza materializzare nulla. Se lo scienzato fa lo
stesso, ha perso la sua funzione". |
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