I mondi delle fiction fantascientifiche, come quello di Star Trek, sono spesso popolati da strane creature. E
queste creature, come i malefici klingoniani combattuti dallEnterprise, a volte
parlano anche nelle loro curiose lingue extraterrestri. Ma queste lingue inventate vivono
solo nella mente degli scrittori di fantascienza? In realtà esiste anche un dizionario in qualche modo
debitore della letteratura fantascientifica ed è il dizionario inglese-klingoniano che è
stato scritto da un vero e proprio inventore di lingue: Marc Okrand. Oggi le tecnologie di
comunicazione delle società digitali stanno rivisitando questa antica passione per le
lingue inventate.
In
effetti, a parte il rarissimo dizionario di cui si servono i personaggi di Star Trek, una
delle fonti di ispirazione più grande per linvenzione linguistica è proprio la
letteratura fantascientifica. Scrittori come Tolkien, ad esempio, lautore dello
Hobbit e del Signore degli Anelli, hanno costruito pazientemente interi mondi. E
naturalmente, oltre a creare personaggi misteriosi e affascinanti, non hanno trascurato di
inventare lingue eccentriche ed adatte ai loro personaggi. Qualcosa del genere accade
anche in Guerre Stellari un altro film culto della
storia della fantascienza.
Larte di inventare lingue è un passatempo, un divertissement, che è sempre
esistito ed è stato praticato in quasi tutte le epoche. Ma in un certo momento storico
l'invenzione di nuove lingue viene collegata ad una grande utopia razionalista: quella di
costruire la lingua perfetta.
Nonostante la distanza che ci separa dallideale settecentesco della lingua perfetta, gli inventori di
lingue esistono ancora. Anzi stanno proliferando proprio grazie a quello che è lo
strumento di comunicazione globale per eccellenza: la Rete. In Internet infatti sono
presenti numerosi laboratori di invenzioni linguistiche.
Linvenzione di interi idiomi nasce da una potenzialità insita
nelle nostre lingue storiche, ovvero la creatività. In questo senso, le avanguardie
artistiche e letterarie hanno spesso giocato con la possibilità di creare nuove parole.
Testi e poesie scritte in lingue inventate sono sempre esistiti. Oggi questa forma
darte può servirsi anche della Rete e del suo linguaggio. Abbiamo incontrato due
creativi, Paolo Albani, coautore del dizionario Zanichelli
delle lingue immaginarie e Fosco Maraini, che con le sue Fanfole ci porta in mondi di
fiaba e musica. Quante volte ci siamo soffermati, ascoltando divertiti lo
straordinaria comunicazione linguistica dei bimbi che iniziano ad affacciarsi alla parola?
E chi da bambino non ha inventato un linguaggio incomprensibile, dei modi dire, da
utilizzare con gli amici più cari, per essere più interessanti o misteriosi, oppure per
giocare? Ma linventiva linguistica non ha età. Uno scrittore italiano nonché uno
dei maggiori conoscitori di cultura giapponese in Italia, Fosco Maraini, ha inventato le
Fanfole, poesie ispirate dal moto emotivo che le lingue inventate mettono in gioco e che
permettono di sperimentare nuove forme di comunicazione linguistica. Eccone un esempio:
Ci son dei giorni
Cison dei giorni smegi e lumbidiosi, col cielo
dagro dun fonzero congruto
Ci son meriggi
gnalidi e budrioosi che plogidan
sul mondo infragelluto.
Ma oggi e un giorno a zimpagi e zirlecchi
un giorno tutto gna che timparlini,
le nuvole buzillano, i bernacchi
nuderchiano coi frmagi tra i pini.
E un giorno per le vanvere,
un festuccio, un giorno
carmidioso e prodigero
e il giorno a cantilegi
au urlapicchio,
in cui mhai detto
tamo per davvero.
Levoluzione delle lingue è continua. Una sottile ma costante trasformazione è
perennemente in atto e questo aspetto mutevole è parte integrante della produzione stessa
di una lingua. Ma ci sono delle regole ben precise da rispettare. Si può anche trattare
di regole che un autore si dà personalmente. I parametri da seguire, una volta
esplicitati, diventano uno strumento espressivo importante. Come nel caso dei
net-poems di Paolo Albani,
che si ispirano al linguaggio e quindi alle regole della Rete Internet:
Emilia
E.mili@sen.te.fr
em.erel@voc.ed.it
rep.idem@gie.com
bin@tor.ieinm.us
ulm@nef.es
tep@rig.ine.de
ntro@tipic.iversi.mil
len@rig.org
hegg.idi@rpeneivi.colideis.uk
Questo stile poetico, che potremmo definire
di indirizzo elettronico, può essere utilizzato anche in un testo già
esistente, che viene tradotto in forma di net-poems. Ad esempio Albani ha sperimentato
questo procedimento con un testo di Seneca. La Rete diviene dunque luogo di produzione
poetica e gli indirizzi di posta elettronica si schiudono a nuovi orizzonti
interpretativi.
Le potenzialità creative delle lingue si manifestano in mille modi.
Persino nel modo in cui scriviamo i nostri messaggi di posta elettronica. Anche e
soprattutto in Rete, dunque, la lingua si rinnova e si scoprono nuovi modi per comunicare.
di Antonia Moro |
Abbiamo visto come
in Internet si sia sviluppato un modo nuovo di comunicare, un gergo che si diffonde sempre
di più e come le lingue inventate vengano utilizzate nella fiction di fantascienza
cinematografica e televisiva, fin dagli anni 70. Ma cè anche un altro aspetto
da tenere in considerazione, quello della creatività linguistica che trova il suo
ambiente espressivo nel linguaggio comune. Tutti ad esempio utilizziamo i tanto odiati
inglesismi che il regista Nanni Moretti contesta nel suo film "Palombella
Rossa".
Dove ci porterà il linguaggio della Rete? Linglese tecnologico é già entrato
nel nostro linguaggio quotidiano quando parliamo di e-mail riferendoci alla
posta elettronica o di chattare per dire che intratteniamo corrispondenze on
line. Insomma, il cosidetto techno-american english diventerà la lingua universale?
Chiediamo al linguista Tullio De Mauro
cosa ne pensa:
Finché gli utenti di Internet
saranno una minoranza linguistica esigua, si comporteranno come qualsiasi gruppo
ristretto. Dinanzi all'impiego di una tecnologia particolare, vivranno l'esperienza del
formarsi di un gergo. Così succedeva agli stagnini o ai cavallari
di un tempo, così succede oggi agli sportivi, specialmente degli sport poco praticati, o
in qualsiasi altro ambiente in cui c'è una specializzazione o unattività riservata
a pochi. In tal caso questo gruppo sviluppa quella che è una capacità umana insita nel
nostro parlare, ovvero l'abitudine a usare parole scorciate, metafore particolari.
Naturalmente questi gerghi spesso hanno dei confini etnici, o meglio hanno dei confini
geografici che scavalcano, tagliano i confini etnico- linguisitci abituali. Faccio due
esempi che, per noi italiani, sono trasparenti. La terminologia, relativa al canto e alla
musica, è una terminologia largamente italiana. Il gergo dei musicanti e dei cantanti nei
secoli ha attraversato, partendo dall'Italia, tante lingue diverse in cui ritroviamo
numerosi italianismi. Altro settore in cui è nato in Italia un gergo stenografico
abbreviato è il settore delle transazioni bancarie e finanziarie. Dall' Italia è partito
ed è arrivato in tutto il mondo. Questo è successo, a beneficio di altri settori e di
altre lingue, anche per la moda oppure per la cucina, dove, per molto tempo, tutte le
lingue sono state tributarie del gergo dei cuochi e dei ristoratori francesi, così come
oggi lo sono del gergo e delle abitudini dei ristoratori italiani. In questo settore
sembra invece che abbia ancora poca incidenza il gergo cinese o coreano. Nel caso di
Internet le prime maglie della Rete si sono definite negli Stati Uniti d'America e si sono
andate allargando nel resto del mondo. Quindi i suoi elementi gergali sono elementi
anglicizzanti. Ma un gergo è tutto tranne che una lingua universale. La lingua universale
esiste nel senso in cui, indipendentemente dalla lingua o dal dialetto che noi parliamo,
è capace di contenere l'insieme delle nostre esperienze in un modo comprensibile, quando
se ne imparino le tecniche, per qualunque essere umano.
Oggi la ricerca della lingua perfetta sembra avere un senso molto diverso da quello dei
suoi teorizzatori del seicento. Inventare lingue non sembra più legato allidea di
eliminare la diversità linguistica ma è diventato un modo per sperimentare nuovi usi e
nuove forme del linguaggio. E le nuove tecnologie contribuiscono anchesse a
sviluppare queste potenzialità. In realtà le lingue inventate hanno soprattutto il
merito di farci riflettere sulla ricchezza delle lingue che già abbiamo. Insieme
allaspetto utopico ed a quello tecnologico, in Rete esse hanno successo soprattutto
per laspetto ludico. Sono uno dei tanti giochi linguistici che le lingue umane ci
mettono a disposizione. |
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