Nel mondo del design, della grafica,
dellurbanistica e dellarchitettura, nel mondo cioè legato al disegno, le
moderne tecnologie digitali hanno permesso negli ultimi anni di rappresentare in modo
straordinario idee che una volta trovavano spazio soltanto sulla carta o nei plastici.
Pensate allutilizzo di software come il Cad - Computer aided design - il
programma che permette di utilizzare lo schermo del computer come se fosse un tavolo da
disegno.
Un programma come il Cad permette di rappresentare unidea architettonica e di
visualizzarla come se già esistesse nel mondo reale.
Lutilizzo delle nuove tecnologie può
anche stravolgere questo normale processo. Il computer può cioè essere utilizzato non
per sviluppare unidea già nata nella mente dellarchitetto, del disegnatore o
del progettista ma per generare idee. Questo nuovo modo di produrre forme grazie
allutilizzo del computer viene chiamato "arte generativa".
Nellarte generativa, il modello evolutivo della natura viene proposto come base
per un processo generatore di forme. In altri termini come si evolvono e si modificano le
cose in natura, per moltiplicazione e scissione di cellule, così uno spazio virtuale può
evolversi e modificarsi nel tempo. E il computer, in questo processo, non è più un
semplice strumento per disegnare ma è una sorta di acceleratore di questa evoluzione.
Si parte da una forma
base per arrivare alla rappresentazione di un oggetto nato dagli imput che vengono inviati
al computer. Quelloggetto sarà unico e irripetibile proprio perché, nel momento in
cui clicco con il mouse fermo limmagine su quella precisa forma, una forma che non
potrà mai essere più ripetuta proprio perché è generata dallinput che è stata
dato al computer in quel preciso istante.
A sperimentare in
Italia questo nuovo modo di utilizzare il computer per creare forme in continua evoluzione
è un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano guidati dal professore Celestino Soddu, docente di progettazione
Ambientale, al quale abbiamo chiesto come nasce questa sperimentazione: "Questa
ricerca asce dal desiderio di ritrovare quella naturalità, un po
perduta negli ultimi due secoli di industrializzazione,che appartiene a un oggetto unico,
non fatto in serie. Direi che, facendo un paragone, mentre alcuni ricercatori lavorano sui
cloni che sarebbe come, unindustrializzazione di oggetti tutti uguali ripetuti nella
natura, noi facciamo esattamente il contrario, cioè riportiamo nell'oggetto industriale,
di serie la diversità e varietà tipica dell'oggetto naturale".
Il professore Soddu ha parlato di oggetti industriali. Uno dei possibili campi di
applicazione di questa sperimentazione è, infatti, proprio il design industriale.
Larte generativa permette di creare degli oggetti costruiti con procedimenti
industriali ma che hanno la caratteristica di essere sempre diversi e unici.
Insomma, in un prossimo futuro quando sceglieremo una caffettiera, una pentola, un oggetto
qualsiasi della nostra casa probabilmente quelloggetto lo avremo soltanto noi.
"Un generatore di caffettiera - ha detto Soddu - produrrà immagini successive
delloggetto il cui processo di cambiamento si interromperà solo con il click del
mouse del potenziale cliente. Limmagine di questa caffettiera non sarà più
ripetuta perché una delle caratteristiche della progettazione generativa è che ogni
oggetto che viene realizzato può essere generato una sola volta, non è ripetibile".
Uno degli
aspetti più interessanti che stanno emergendo nella sperimentazione dellarte
generativa è la possibilità di applicare gli stessi principi anche alla progettazione
urbanistica ed architettonica. Progettare in modo generativo significa considerare la
città come un essere vivente.
Si studia il "codice genetico", il Dna delle città approfondendone la
storia, l'evoluzione in rapporto al numero degli abitanti, allo sviluppo economico.
Insomma si determina lidentità di un luogo e soltanto successivamente si pensa poi
a possibili interventi:
"Lavorare sul Dna di una città - ha detto ancora il professor Soddu - significa
prendere atto della profonda diversità genetica del tessuto urbano di ogni città. Ogni
città è unica e irripetibile, Roma è unica, Venezia è unica, Berlino è unica etc.
Ricostruire il "codice genetico" di una città è un progetto generativo. Una
volta che l'abbiamo individuato, possiamo incrementare la complessità, la qualità, la
capacità di risposta ai nostri bisogni della città in esame".
Uno
dei primi a sperimentare questa nuova metodologia in architettura è John Frazer. Abbiamo chiesto a Frazer quali sono le
potenzialità dellarte generativa per lo sviluppo delle città:
"Questi sistemi sono molto innovativi. Generano soluzioni e tipi di ambienti molto
diversi rispetto al modo in cui noi progettiamo le città normalmente. Permettono un grado
di complessità molto maggiore, per esempio. Molte delle nostre città soffrono di
unidea troppo semplicistica dellinterazione fra le persone, le costruzioni, le
automobili e così via. Questi sistemi di progettazione informatici ci permettono
veramente di indagare a fondo la ricchezza dellinterazione ambientale.
Frazer è stato lideatore di un interessante progetto: la creazione di un ambiente
virtuale realizzato su Internet. Frazer ha messo a disposizione degli internauti una forma
base sulla quale ogni visitatore ha potuto inviare informazioni che, una volta inserite,
ne modificano allinfinito laspetto. Ecco, questo è un esempio di un progetto
generativo che si è modificato nel tempo grazie però alla partecipazione di più
persone. |