Dalla
        TV alla rete  

RAI
        Educational

Giochi elettronici- Servizio dell'11/01/99 

Furby il peluche interattivo

di Tiziana Alterio

Navigazione
Furby e il suo sito
di Elena Capparelli

Navigazione
Interfacce Amichevoli
di Michele Alberico


FurbyIl Natale 1998 verrà ricordato in America per la corsa all’acquisto dell’ultima creazione tecnologica delle case produttrici di giocattoli: “Furby”. Furby è un piccolo pupazzetto di pelouche da molti definito un vero e proprio capolavoro della tecnologia avanzata. E’ interattivo, cioè reagisce ogni volta in modo diverso alle sollecitazioni di chi lo usa.


TamagotchiIn un certo senso lo si può ritenere un’evoluzione del Tamagotchi. Ricordate? E’ il pulcino virtuale che un paio di anni fa in pochissimo tempo si diffuse fra i ragazzi e su Internet. Il Tamagotchi fu il primo “caso” di distribuzione di massa di un giocattolo interattivo tecnologicamente evoluto. Ma Furby è qualcosa di più di un semplice pupazzetto.


NavigazioneFurby è un piccolo robot che possiede una forma, sia pur rozza, di intelligenza artificiale. Ma il progenitore di Furby è, come abbiamo detto, il Tamagotchi, che nel 1996 si diffuse in pochissimo tempo a partire dal Giappone in tutto il mondo allarmando milioni di famiglie per la fortissima capacità che aveva di interagire con i bambini. Divenne un fenomeno anche in Italia. Ancora oggi migliaia di bambini corrono a comprare questo videogioco con una sua vita e delle sue esigenze. Ma vediamo come funziona e che tipo di implicazioni può avere sulla crescita di un bambino.

Istruzioni per il TamagotchiPer farlo nascere bisogna schiacciare tre pulsanti. Bastano tre piccoli pulsanti e la vita del Tamagochi ha così inizio. Una vita cadenzata da coccole, pranzi, bagnetti. Da ogni cosa, insomma, di cui possa avere bisogno un animaletto in carne ed ossa. Ma cosa può spingere un bambino a interagire con un gioco virtuale come il Tamagochi? Lo abbiamo chiesto alla psicologa Silvia Vegetti Finzi: “Nella maggior parte dei casi la solitudine. Sono bambini abituati a interagire con oggetti inanimati come la televisione perché rimangono molte ore soli in casa o affidati ad adulti che fanno altre cose.” Quando il pulcino nasce bisogna dargli da mangiare subito poi bisogna farlo giocare. Per esempio se è malato bisogna portarlo dal dottore. Poi devi fargli il bagno.

Tamagotchi di un gattinoCerte volte devi sgridarlo se non ubbidisce e poi alla fine quando è vecchio muore. Certe volte se non lo curi abbastanza si può ammalare e allora lo devi portare dal dottore. La possibilità del Tamagochi di morire alla fine del suo ciclo vitale aveva destato in molti delle vere e proprie angosce. I bambini “sentivano” che era affidato a loro per la vita e per la morte e quando, per loro dimenticanza, moriva molti ne sono stati destabilizzati.

Tamagotchi Vorrei invece - ha proseguito la dottoressa Veggetti Finzi - che questa interazione con degli oggetti inanimati ma tecnologicamente complessi fosse non un fine ma un mezzo per interagire tra i bambini. Allora sarebbe molto diverso se attraverso un giocattolo comunicassero tra di loro cioè parlandosi di quello che fanno con il loro pulcino-bambino e quindi fosse una modalità per interagire sempre tra gli uomini piuttosto che nel rapporto bambino-macchina.”


FurbyIl tentativo di attribuire ai computer le stesse emozioni che provano gli uomini e che è alla base del successo di giocattoli intelligenti, come il Tamagotchi e Furby, è uno dei filoni dominanti su cui si basano le ricerche di grandi aziende informatiche, laboratori scientifici e università sparse in tutto il pianeta. La stessa Microsoft di Bill Gates nel 1994 ha creato un apposito gruppo di ricerca, chiamato Gurus. E in Giappone lo studio del kansei, di come cioè fare in modo che le macchine provino emozioni, è uno dei settori più finanziati dal Miti, il Ministero dell’industria e del commercio da sempre organo propulsore della ricerca scientifica.

Non è utopia allora pensare, in un prossimo futuro, a computer capaci di relazionarsi agli uomini in modo più completo. Computer che imparino a capire tutti i segni della comunicazione umana. Dall’espressione del viso, al tono della voce, fino ai movimenti delle braccia e delle mani. In una parola che arrivo a capire le “emozioni”. Computer simili a quelli rappresentati dal cinema negli anni Settanta.

Guerre StellariNel film Guerre Stellari ad esempio i robot erano fortemente umanizzati e mostravano come il rapporto con le macchine può essere caratterizzato anche da forte emozione proprio come oggi nella realtà lo sono giocattoli come Furby o il Tamagochi. Insomma, questi piccoli giocattoli intelligenti sono il frutto dell’incrocio tra la ricerca scientifica e immaginazione fantascientifica. Ma sono soprattutto la testimonianza dell’incontro fra due settori apparentemente lontanissimi: da un parte la ricerca tecnologica sull’intelligenza artificiale e dall’altra gli studi psicologici sui meccanismi di funzionamento del comportamento umano.

puntate
torna
        a calendario
torna
        a tematiche
search

back

home
        page

torna a inizio pagina