Il
primo a parlare negli anni Settanta di agenti intelligenti fu Marvin Minsky,
ricercatore al Mit di Boston e fondatore, insieme a Negroponte del Media Lab.
Allora si pensava già ad una sorta di guida personale capace di conoscere i bisogni del
proprio utente per soddisfarli. Per fare ciò le macchine dovevano appunto interagire con
gli utenti, capire il loro stato d'animo e anticipare le loro reazioni. Si comprese allora
che i problemi da risolvere non erano solo di natura tecnica. Bisognava capire in che modo
rendere, per così dire, "naturale" il rapporto tra
uomo e macchina.
Furono avviati così da due ricercatori dello Stanford
Reserch Institute, Byron Reeves e Clifford Nass, studi sul
comportamento dell'uomo di fronte ai computer. E dalle ricerche venne fuori che gli uomini
si relazionano ai computer esattamente come se questi fossero esseri umani.
Oggi, i due ricercatori sono i principali consulenti di Microsoft
per la progettazione di interfacce amichevoli, di sistemi cioè capaci di interagire
facilmente con gli utenti. |
|