Puntata del 5 febbraio 1997
Futuro: satellitare
Dove va la TV via satellite?
La rivoluzione del 1997, titola il suo numero di gennaio una delle maggiori riviste
italiane dedicate alla televisione via satellite.
È davvero così? Quale rivoluzione ci aspetta, quest'anno, in un settore che ha
conosciuto negli ultimi anni uno sviluppo continuo? Cosa ci arriverà, dalle flotte di
satelliti per telecomunicazioni che, uno dopo l'altro, vengono lanciati in orbita e si
allineano lungo la cosiddetta 'fascia di Clarke', circondando il nostro pianeta con maglie
informative sempre più serrate?
Introduzione
Buonasera e benvenuti a MediaMente.
Televisione via satellite, dunque. Ce ne siamo occupati, forse ricorderete, in una
delle ultime trasmissioni della primavera 1996, prima della pausa estiva. Allora, la
notizia del momento era l'avvio dei canali in tecnologia digitale da parte del consorzio
DSTV, e fummo fra i primi, qui a MediaMente, a provare uno dei nuovi ricevitori
satellitari digitali.
È passato quasi un anno, ed è forse arrivato il momento di tornare sul tema. La
rivoluzione del digitale, nella TV via satellite, ha mantenuto le sue promesse? Quali
sono, in questo campo, le nuove frontiere? E più in generale, cosa sta succedendo in un
settore chiave per l'evoluzione della televisione - e, come vedremo, non solo della
televisione?
Sono gli interrogativi ai quali cercheremo di rispondere, questa sera, qui a
MediaMente.
Ne approfitteremo, però, anche per un altro tentativo. Come accade spesso nel campo
delle nuove tecnologie e dei nuovi media, anche il settore della TV via satellite è pieno
di sigle, di termini tecnici, di concetti non sempre del tutto chiari al grande pubblico.
Vorremmo allora provare a capire insieme almeno alcuni di questi concetti. Come è nostra
abitudine qui a MediaMente, insomma, cercheremo non solo di passare in rassegna nuove
tecnologie, ma anche di spiegarne le basi, e di riflettere sulle loro conseguenze.
Transponder e footprint
Voi sapete che perché un segnale radio o televisivo possa raggiungere un territorio il
più vasto possibile, è importante che i ripetitori siano collocati in alto, ad esempio
su una collina o su una montagna. Ebbene, con i satelliti abbiamo trovato decisamente un
posto assai alto, e comodo, per trasmettere a aree molto ampie. I trasmettitori del
satellite si chiamano transponder, e ogni satellite ne ospita diversi. L'orientamento e la
potenza di questi transponder determinerà il cosiddetto footprint del satellite, ovvero
l'area nella quale il segnale può essere ricevuto, utilizzando parabole più o meno
grandi.
Il segnale trasmesso può essere di tipo tradizionale, e cioè analogico, oppure
corrispondere a lunghe sequenze di zero e di uno, essere cioè digitale.
Cominciamo dalle trasmissioni analogiche, quelle tradizionali, e vediamo cosa è
necessario per riceverle, e qual è la scelta di programmi oggi ricevibili.
L'attrezzatura per il sat analogico
Innanzitutto, l'attrezzatura. Per prima cosa, servirà un'antenna parabolica - un
oggetto cioè un po' ingombrante, da piazzare nel giardino, o sul tetto, o su un terrazzo
di casa. L'antenna può essere fissa - 'puntare' cioè a un singolo satellite, o a un
gruppo di satelliti che si trovano nella stessa posizione nel cielo - o motorizzata,
capace cioè di spostarsi per raccogliere i segnali di satelliti collocati in posizioni
diverse. L'antenna è fatta della parabola vera e propria, questa, che raccoglie e fa
convergere il segnale verso un LNB, Low Noise Blockconverter, questo, che lo converte in
frequenze adatte al nostro ricevitore.
Dall'LNB, il segnale scende lungo un cavo d'antenna, fino ad arrivare all'altro
componente indispensabile di un impianto di ricezione sat, che è appunto il ricevitore, a
sua volta collegato al nostro televisore.
Se poi, oltre a ricevere le emissioni 'in chiaro', vogliamo essere in grado di vedere
anche i programmi 'criptati', per i quali è in genere necessario pagare un abbonamento,
ci servirà anche un decoder. Ne esistono di vari tipi, a seconda del sistema di
criptatura usato. I più diffusi sono i decoder per i sistemi Videocrypt (usato ad esempio
dai canali del circuito Sky TV) e Eurocrypt (usato da numerosi canali dell'Europa centrale
e settentrionale). I decoder sono spesso inseriti nel ricevitore, e sono dotati di uno
slot, come questo, nel quale inserire le carte di abbonamento, come questa.
Viaggio nei programmi sat analogici
Una volta procurata l'attrezzatura di base, quali programmi potremo vedere? In
italiano, con un ricevitore analogico possiamo ricevere i tre canali della RAI, i tre
canali Mediaset (che probabilmente da marzo saranno però ricevibili sono in digitale), il
canale sportivo Eurosport, e il canale Euronews, dedicato all'informazione.
Ma per chi ha voglia di approfondire un po' lo studio delle lingue, il satellite è una
vera e propria cornucopia di materiali di tutti i generi. Per quello che riguarda
l'informazione, ad esempio, canali come la CNN e Sky news coprono sette giorni alla
settimana e ventiquattro ore al giorno tutti i principali avvenimenti in ogni parte del
globo. Non mancano poi i canali dedicati specificamente all'informazione finanziaria, come
CNBC, né quelli che fanno dell'informazione tecnologica il loro punto di forza, come il
Computer Channel o la MSNBC, la televisione Microsoft che trasmette ogni giorno per ...
ore un programma 'gemello' di MediaMente, the Site.
Per i bambini ci sono ad esempio Cartoon Network e il Disney Channel; per chi invece
vuole sperimentare le possibilità culturali del mezzo televisivo c'è innanzitutto Arté,
una televisione franco-tedesca (i programmi sono disponibili in tutte e due le lingue)
capace di smentire tutti i luoghi comuni sul carattere 'disimpegnato' del medium
televisivo. I programmi di Arté sono una dimostrazione lampante del fatto che, volendo,
la televisione può essere usata per veicolare cultura. Se facciamo - come di fatto
facciamo - una televisione per lo più stupida, disposta a qualunque compromesso pur di
conquistare qualche spettatore in più, è insomma colpa nostra: i programmi impegnati e
raffinati di Arté smascherano la nostra cattiva coscienza.
BBC prime è un esempio un po' più 'classico' di televisione di alto livello: il
marchio BBC è una garanzia di qualità, ad esempio per i bellissimi documentari, o per le
trasmissioni educative in onda nella fascia notturna.
Quanto ai canali commerciali e generalisti, la scelta è assai ampia; dal satellite
Astra ci arrivano ad esempio una decina di canali tedeschi; la sera gli appassionati di
Star Trek disposti ad avvicinarsi alla lingua di Goethe potranno così seguire, su Sat 1,
i telefilm dell'ultimissima serie del ciclo, non ancora arrivati in Italia.
Ma torniamo per un momento alle
origini della televisione via satellite: quando, e come, si è deciso di usare questo
sistema per la trasmissione televisiva? Lo abbiamo chiesto a Giuliano Berretta, direttore
commerciale dell'associazione intergovernativa EUTELSAT (http://www.eutelsat.org
).
Ma come funzionano i satelliti?
Ma come funzionano esattamente le trasmissioni via satellite? Anche in questo campo, ci
sono un po' di termini misteriosi che è bene spiegare. Sentiamo allora Glauco Benigni,
opinionista di 'Satellite', la rivista del settore più diffusa in Italia.
Dall'analogico al digitale
Come dicevamo in apertura, il 1996 è stato l'anno del lancio della televisione
digitale. A inizio 1997, è possibile forse fare un primissimo bilancio. Indubbiamente, la
televisione via satellite in formato digitale è partita. Ma chi si aspettava che al nuovo
formato sarebbero bastati pochi mesi per imporsi, è probabilmente rimasto deluso - e in
qualche caso, forse, anche scottato. In effetti, alcuni dei maggiori operatori che si
erano affacciati nel campo della TV digitale hanno preferito rallentare o ritardare il
loro impegno. Eppure, nessuno ha dubbi sul fatto che il digitale sia il formato del
futuro. Una medaglia, insomma, con due facce: da un lato, l'avvio della TV digitale segna
sicuramente la strada che la TV via satellite percorrerà nei prossimi anni; dall'altro,
questa strada non è tutta in discesa.
Perché? Vediamolo un po' più da vicino.
Vantaggi e svantaggi del digitale
I vantaggi principali della TV digitale sono fondamentalmente due: da un lato, è
possibile aumentare il numero dei canali trasmessi. Abbiamo detto che ogni satellite
ospita più trasmettitori, più transponder. Ebbene, in linea di massima ogni transponder
può trasmettere un solo canale televisivo analogico. Ma se la trasmissione avviene in
formato digitale, il flusso di zero e di uno che un transponder è in grado di inviare a
terra basta a codificare il segnale di più canali - volendo, anche cinque o sei. I costi
per canale, quindi, si riducono sensibilmente, e non si tratta di risparmi da poco, dato
che mandare in orbita un satellite, e farlo funzionare, è ovviamente molto costoso.
Il secondo vantaggio è rappresentato dal fatto che l'informazione digitalizzata che ci
arriva da un satellite può essere di molti tipi diversi, e può essere manipolata in
molti modi diversi. Diventa in questo modo molto più facile trasformare una semplice
trasmissione televisiva in un evento informativo complesso: se ad esempio il nostro
ricevitore dispone di un microchip programmabile, potremo ricevere automaticamente gli
aggiornamenti del suo software, potremo selezionare tipi diversi di informazione
aggiuntiva da affiancare a quella puramente televisiva, e potremo interagire almeno
parzialmente con l'informazione che ci arriva, scegliendo ad esempio fra canali audio in
lingue diverse, o fra inquadrature dello stesso evento ad opera di telecamere diverse.
Inoltre, per chi trasmette è molto più facile, volendo, crittografare le trasmissioni,
facendosi pagare per permetterci di vederle in chiaro: non solo attraverso un abbonamento,
ma anche di volta in volta, col sistema detto 'pay per view'. In alcuni casi, queste
tecnologie sono disponibili anche sulla televisione analogica, ma con costi di gestione
assai più alti.
E gli svantaggi? In parte, naturalmente, c'è la necessità che l'utente finale rinnovi
le proprie attrezzature, dotandosi di ricevitori capaci di interpretare i segnali
digitali: una tecnologia nuova, ancora piuttosto costosa e per così dire 'in rodaggio'.
Ma i problemi maggiori sono causati proprio dal secondo dei vantaggi appena considerati.
L'informazione digitale è infatti *troppo* facile da manipolare. Come risultato,
l'impresa di stabilire degli standard, ad esempio per quanto riguarda i sistemi di
criptatura e decriptatura, diventa assai difficile. All'inizio, ciascuno ha preso la sua
strada, elaborando sistemi diversi e potenzialmente incompatibili. Ma su questo problema
torneremo fra poco.
Un'occhiata alla TV via satellite: il digitale
Per adesso, invece, andiamo a dare un'occhiata a quello che può ricevere chi dispone
di un impianto satellitare dotato di ricevitore digitale. In italiano, trasmettono da poco
in digitale, sul nuovo satellite Hot Bird 2, i canali RAI e Telepace: le trasmissioni sono
in chiaro, e possono essere dunque ricevute con qualsiasi ricevitore digitale. RAI
international, invece, userà uno standard, denominato SCPC, che è anch'esso in chiaro,
ma che richiede un ricevitore digitale dell'ultima generazione, dotato del software capace
di interpretarlo.
A pagamento, invece,
sono ricevibili i canali del consorzio DSTV, che ha proprio in questi giorni cambiato il
suo nome in Telepiù satellite (http://www.telepiu.it/satellite/
).
Di quali canali si tratta? Dei canali Telepiù (con il vantaggio aggiuntivo di una
maggiore scelta nell'orario dei film), CNN, BBC World, Cartoon Network, MTV, il Discovery
channel, dedicato ai documentari, e da poco anche due nuovi canali in italiano: la
versione italiana della Bloomberg TV, una televisione tutta dedicata all'informazione, la
versione italiana del Meteo Channel, un canale che trasmette 24 ore su 24 previsioni del
tempo e informazioni sui viaggi. E ancora Bet on Jazz, un canale dedicato alla musica
Jazz, e Hallmark, destinato ai TV-movie. In più, è possibile ricevere una ventina di
stazioni radio digitali del pacchetto DMX, nonché, in diretta (ma pagando uno speciale
abbonamento) le partite del campionato di calcio.
Ma soffermiamoci un momento su Bloomberg TV, che rappresenta una novità
particolarmente interessante, anche nel formato di impaginazione 'televisiva'
dell'informazione. Cerchiamo di capire perché parlandone con Giampiero Gramaglia,
caporedattore del settore esteri dell'ANSA e responsabile del progetto.
Verso la televisione tematica
L'esperienza di Bloomberg TV ha un aspetto interessante, sul quale vale la pena
soffermarci: la diffusione sempre maggiore di canali televisivi tematici, dedicati ad
argomenti specifici. Nel caso di Bloomberg TV, come in quello di CNN, Sky News, Euro news,
BBC World o N-TV, si tratta di notizie. Ma esistono anche canali dedicati alla
fantascienza, come lo Sci-Fi Channel, alle previsioni metereologiche, come il ricordato
Meteo Channel, all'informatica, come il Computer channell... e con l'aumentare del numero
dei canali reso possibile dal le tecnologie digitali, anche la tipologia dei canali
tematici aumenterà ancora.
Per farcene un'idea, diamo un'occhiata a questo elenco di canali tematici ai nastri di
partenza in America: sono circa 120, e comprendono canali dedicati, ad esempio,
all'astronautica, all'artigianato, alla salute, all'ecologia, alla moda, allo studio delle
lingue straniere, alle lotterie, alle corse di cavalli, ai singles... ce n'è, insomma,
veramente per tutti i gusti. E così qualche buontempone ha proposto anche il Fondue
Channel, dedicato agli amanti della fonduta, e il Nude News Channel, rigorosamente per
naturisti.
I problemi dei ricevitori
Uno dei problemi della TV digitale, abbiamo detto, risiede nel numero decisamente
eccessivo di standard diversi usati per codificare i segnali. Molto spesso, gli utenti non
hanno le idee chiare su questo mare di sigle, e finiscono per acquistare - a caro prezzo -
un ricevitore digitale pensando di poter automaticamente ricevere *tutti* i canali
digitali. Ebbene, non è così.
Anche tralasciando le differenze fra sistemi diversi di trasmissione digitale 'in
chiaro', infatti, ci sono molti sistemi diversi di criptatura, che richiedono ciascuno un
hardware specifico, o, come si dice in gergo, moduli di 'Accesso condizionato' specifici.
Telepiù satellite ha scelto il sistema Irdeto, che è ad esempio compatibile con
quello del pacchetto nordeuropeo Nethold, ma incompatibile con quello usato dai programmi
francesi di Canal Satellite.
Inoltre, ogni ricevitore digitale dispone di qualcosa di molto simile al sistema
operativo di un computer - e proprio come nel caso dei computer, sistemi operativi diversi
possono comportarsi diversamente.
Non c'è da stupirsi, insomma, se davanti a questa Babele di sigle e di
incompatibilità molti utenti abbiano preferito 'stare alla finestra', aspettando
l'emergere di standard un po' più sicuri e definiti.
Via satellite o via cavo
Una particolarità - e un ulteriore vantaggio - della tecnologia digitale è che lo
stesso sistema di codifica può essere impiegato per trasmettere informazione attraverso
canali anche molto diversi tra loro. Ciò significa che, volendo, esattamente gli stessi
programmi, codificati esattamente nello stesso modo, possono arrivarci via satellite o via
cavo; e che se arrivano via satellite, possono essere trasmessi dai tradizionali satelliti
geostazionari, 'alti' in orbita, o da satelliti in orbite molto più basse, in grado di
coprire un territorio più ristretto, ma con un segnale più potente e 'pulito'. Si dice
che Bill Gates abbia l'intenzione di lanciarsi anche in questa avventura, mettendo in
orbita una flotta di ben 800 satelliti di questo tipo - e come vedremo caratteristiche
analoghe ha anche il progetto Iridium della Motorola. Addirittura, il segnale potrebbe
arrivare, anziché da satelliti, da un sistema 'cellulare' tipo quello dei telefonini, e
cioè da tante piccole stazioni trasmittenti sparse sul territorio.
Tante tecnologie in concorrenza, dunque, e alla radice, una domanda di fondo: wired, o
wireless? E cioè cavi, o tecnologie senza fili, come appunto i satelliti?
Proprio su questo tema, abbiamo chiesto il nostro editoriale a Augusto Preta, uno dei
massimi esperti italiani del settore, e docente di Teoria e tecnica delle comunicazioni di
massa presso l'Università di Urbino.
Editoriale (Preta)
Internet via satellite
Nella trasmissione sui satelliti dell'anno scorso, avevamo parlato dell'imminente
arrivo di Internet via satellite. Ebbene, abbiamo potuto provarla. Quelli che vedete sono
due computer impegnati a ricevere dalla rete un file di grosse dimensioni. Quello di
sinistra è collegato a Internet attraverso la nostra linea di studio, una linea ISDN, e
dunque già di per sé piuttosto veloce. Quello di destra, invece, è collegato via
satellite, utilizzando il sistema Direct PC, da poco disponibile anche in Italia.
Come vedete, i risultati di questa
singolare 'gara' sono abbastanza chiari: la connessione via satellite è decisamente più
veloce, anche di una linea ISDN. Se ricordate, un paio di settimane fa John Patrick,
analista Internet dell'IBM, ci diceva che le velocità di connessione a Internet
aumenteranno sensibilmente, nei prossimi anni, anche attraverso l'uso di queste
tecnologie. Al momento, l'antenna parabolica e la scheda di ricezione per l'Internet via
satellite costano poco più di due milioni, oltre a una quota variabile da pagare in
dipendenza dalla mole di dati ricevuti. Prezzi alti, ma non proibitivi, e destinati
probabilmente, col tempo, a scendere ancora.
Il satellite, come sappiamo, non serve solo per la televisione, o per l'accesso a
Internet, ma anche per la telefonia e la trasmissione dati. Anche in questo campo ci sono
grosse novità, collegate proprio ai progetti, dei quali parlavamo poc'anzi, di reti di
satelliti in orbite assai più basse di quelle tradizionali. Sentiamo da Giuseppe Richeri,
uno dei nostri consulenti abituali qui a MediaMente, se veramente il 1997 sarà un anno
rivoluzionario in questo campo, e quali sono le caratteristiche del progetto Iridium.
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