Mercoledi' 6 giugno 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

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Il visionario della Rete
Intervista a Niki Grauso


Il visionario della Rete

Se provate a digitare il vostro nome seguito dal punto it, potreste scoprire che è già stato registrato. L'indiziato numero uno, in questo caso, è senz'altro Niki Grauso, uno dei primi in Italia ad aver intuito le potenzialità di Internet con Videonline (che poi sarebbe diventata Tin.it) e che qualche anno fa registrò un numero impressionante di domini. Lo ha fatto per soldi? No, si trattava di una provocazione

Lei qualche anno fa ha investito molti miliardi per l'acquisizione di numerosi domini, .it, .com, ma anche cinesi, arabi e quant'altro. Perché?

Con l'esperienza di Video online ho capito che Internet non potrà che dare benefici a tutta la società; ritengo che ogni processo di accelerazione dell'affermazione della Rete nel mondo sia un fatto comunque positivo. Ecco perché fu così accelerato il percorso Videonline. Sui domini è la stessa cosa: vedevo che in tutto il mondo il fenomeno di Internet era in aumento, mentre in Italia ristagnava. Avrei potuto fare centinaia di conferenze stampa, chiedendo di aprire siti e registrare domini, avrei potuto implorare operatori, politici, e non avrei ottenuto nulla. Quindi ho applicato una banale regola di comportamento: ho registrato i nomi di parlamentari, deputati, senatori, i nomi che facevano più scalpore, oltre ad aver accompagnato questa parte di provocazione con una parte di business consistente nella registrazione di nomi di consumo, che non sono sottoposti a nessuna forma di tutela.

Una provocazione molto costosa. Cosa ne è stato dei 35 miliardi investiti?

I domini che non avevamo nessun titolo per registrare, in base alle norme vigenti che impediscono di utilizzare un marchio appartenente ad un altro, vengono restituiti man mano che i legittimi proprietari ce li richiedono, gratuitamente, mentre invece per quanto riguarda gli altri domini li ho affidati ad una società che li ha messi sul mercato ai prezzi correnti, quindi senza nessuna forma di speculazione.
Nel '95 investii, all'interno del progetto Videonline, 7/8 miliardi per andare a raccontare in quaranta paesi dell'Africa e del Medio Oriente che stava per arrivare Internet, e che conveniva entrare nel fenomeno piuttosto che aspettare gli americani. Molti mi ascoltarono, tant'è che ancora oggi esiste una Videonline al Cairo. Era una forma di inseminazione che non potevo seguire nel dettaglio.

Cosa farà Grauso nel futuro prossimo per quanto riguarda la Rete?

Sulla Rete mi sento di aver consumato, sul piano della visione, tutto ciò che poteva essere alla mia portata, e questo già dal '97, con quella esperienza bellissima che è stata Videonline. Diciamo che mi accontento della mia visione, mi accontento della gratificazione che deriva dalla correttezza delle mie visioni, che non si fermavano al 2001 ma arrivavano al 2010/2020.

Un seminatore che non ha raccolto...

Va bene così. Forse è ancora più bello.