Il visionario della Rete
Se provate a digitare il vostro nome seguito
dal punto it, potreste scoprire che è già stato
registrato. L'indiziato numero uno, in questo caso, è senz'altro
Niki Grauso, uno dei primi in Italia ad aver intuito le potenzialità
di Internet con Videonline (che poi sarebbe diventata Tin.it)
e che qualche anno fa registrò un numero impressionante
di domini. Lo ha fatto per soldi? No, si trattava di una provocazione
Lei qualche anno fa ha investito molti miliardi per l'acquisizione
di numerosi domini, .it, .com, ma anche cinesi, arabi e quant'altro.
Perché?
Con l'esperienza di Video online ho capito che Internet non potrà
che dare benefici a tutta la società; ritengo che ogni
processo di accelerazione dell'affermazione della Rete nel mondo
sia un fatto comunque positivo. Ecco perché fu così
accelerato il percorso Videonline. Sui domini è la stessa
cosa: vedevo che in tutto il mondo il fenomeno di Internet era
in aumento, mentre in Italia ristagnava. Avrei potuto fare centinaia
di conferenze stampa, chiedendo di aprire siti e registrare domini,
avrei potuto implorare operatori, politici, e non avrei ottenuto
nulla. Quindi ho applicato una banale regola di comportamento:
ho registrato i nomi di parlamentari, deputati, senatori, i nomi
che facevano più scalpore, oltre ad aver accompagnato questa
parte di provocazione con una parte di business consistente nella
registrazione di nomi di consumo, che non sono sottoposti a nessuna
forma di tutela.
Una provocazione molto costosa. Cosa ne è stato dei
35 miliardi investiti?
I domini che non avevamo nessun titolo per registrare, in base
alle norme vigenti che impediscono di utilizzare un marchio appartenente
ad un altro, vengono restituiti man mano che i legittimi proprietari
ce li richiedono, gratuitamente, mentre invece per quanto riguarda
gli altri domini li ho affidati ad una società che li ha
messi sul mercato ai prezzi correnti, quindi senza nessuna forma
di speculazione.
Nel '95 investii, all'interno del progetto Videonline, 7/8 miliardi
per andare a raccontare in quaranta paesi dell'Africa e del Medio
Oriente che stava per arrivare Internet, e che conveniva entrare
nel fenomeno piuttosto che aspettare gli americani. Molti mi ascoltarono,
tant'è che ancora oggi esiste una Videonline al Cairo.
Era una forma di inseminazione che non potevo seguire nel dettaglio.
Cosa farà Grauso nel futuro prossimo per quanto riguarda
la Rete?
Sulla Rete mi sento di aver consumato, sul piano della visione,
tutto ciò che poteva essere alla mia portata, e questo
già dal '97, con quella esperienza bellissima che è
stata Videonline. Diciamo che mi accontento della mia visione,
mi accontento della gratificazione che deriva dalla correttezza
delle mie visioni, che non si fermavano al 2001 ma arrivavano
al 2010/2020.
Un seminatore che non ha raccolto...
Va bene così. Forse è ancora più bello.
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