Net Art
Protocolli di rete, browser, interfacce,
linguaggi di marcatura ipertestuali, pagine web, pacchetti IP: sono
un po' i mattoncini sui quali è costruita la rete; sono termini che
siamo abituati ad associare a descrizioni tecniche e che
difficilmente penseremmo possano essere oggetto di ricerca
artistica. Tuttavia da qualche anno a questa parte le cose non
stanno così. Inevitabilmente la storia dell'arte ha sempre fatto i
conti con le innovazioni tecnologiche, a volte modificando o
integrando vecchi canoni altre volte ricercando all'interno di
territori aperti dalla definizione di nuovi media come è successo
per il cinema o la fotografia o la videoarte. Bene, è successo
anche per la rete.
Alcune
definizioni
Partiamo quindi con una definizione di campo, distinguendo tra 'net
art', 'art of the net' e 'webart' All'inizio del 1997, sulla mailing
list di nettime si accende un intenso dibattito tra artisti, critici
e appassionati. La discussione ruotava intorno ai due termini
net.art e art on the net: una diatriba apparentemente solo
terminologica, ma che celava concezioni della rete diametralmente
opposte. Da un lato la rete come nuovo mezzo di distribuzione delle
informazioni, dall'altro come nuovo modello di relazione sociale. La
net.art come "arte di fare network" dunque e non solo come
arte che veniva veicolata e diffusa attraverso Internet. La net.art
dunque ha spesso a che vedere con concetti strutturali: un gruppo o
un individuo progetta un sistema che può essere espanso da altre
persone. Art on the net definisce invece la rete come strumento
accessorio, mezzo di illustrazione e distribuzione di opere
preesistenti o prodotte altrove.
Infine se si elimina la possibilità di una comunità di
intervenire nel processo creativo di un'opera e l'artista torna il
protagonista del processo, ci si sposta sul versante della fruizione
web, e allora staremo facendo webart.
L'ars electronica center
Il punto di riferimento internazionale per chi si occupa di netart
è sicuramente l'Ars Electronica Center di Linz che ogni anno
organizza un premio, il Prix Ars Electronica che in diverse
categorie, si occupa di tutte le diverse forme che può assumere
un'arte legata all'elettronica
L'Ars Electronica Center è un progetto unico al mondo nato con
l'intento di favorire forme di collaborazione tra arte tecnologia e
società. Anche se l'edificio che lo ospita è stato aperto solo nel
1996 nella città di Linz il centro ha radici ben più antiche. Nei
20 anni di storia del suo festival Ars Electronica ha costituito un
punto di riferimento imprescindibile a livello internazionale
sull'arte dei media in generale e dei nuovi media in particolare. Il
suo museo del futuro rappresenta un interessante modello di
diffusione della cultura e dell'informazione sugli attuali sviluppi
tecnologici; 5 piani proiettati in avanti nel tempo, 5 livelli per
conoscere, provare, sperimentare, giocare, personalizzare, imparare.
Un edificio interamente cablato in fibra ottica, stazioni grafiche
di ultima generazione, centri multimediali, archivi digitali rendono
questo luogo un vero e proprio atelier dell'innovazione. Ma la vera
anima del centro è il prix ars electronica che nell'autunno di ogni
anno fa il punto sulla ricerca artistica legata all'innovazione
tecnologia. Il sito internet del prix presenta un archivio
ricchissimo di tutti i lavori presentati nel corso di oltre 2
decenni di attività, due decenni nel corso dei quali l'attenzione
si è progressivamente spostata dall'elettronica e l'informatica in
genere alla creatività del net in particolare. Tra vincitori della
sezione net delle ultime edizioni ci sono stati: Gli etoys con i
loro rapimenti virtuali, i giapponesi del progetto sensorium e
persino i creatori di un sistema operativo. Linux premiato nel 1999
Questa premiazione non deve certo stupire perché se Linux non è
nato con uno scopo estetico, tuttavia rappresenta un prodotto aperto
e modificabile da chiunque, cioè è il prodotto di un network.
Questo premio ha esteso i confini della net.art oltre i limiti
dell'arte tradizionale, in un dominio molto più accessibile a tutti
coloro che "mettono le mani" sulla tecnologia. Non solo
artisti quindi, ma anche hackers, smanettoni e attivisti.
Conclusioni
Netart dunque come arte di fare network, un grande calderone che è
difficile racchiudere in un'unica definizione. Non esiste una netart
ma diverse forme di netart. Non abbiamo l'ambizione nel corso di
questa puntata di raccogliere tutti i fili che compongono questo
variegato movimento ma solo di mostrarvi alcune delle esperienze
più significative degli ultimi anni lasciando a critici ed esperti
il compito di ricomporre tutto all'interno di un quadro unitario.
Se il vero centro di questa forma d'arte è ciò che viene
prodotto da un network e a volte viene prodotto per la rete stessa
potremmo dire che la prima e la più gigantesca opera di netart sia
stata Internet, la rete nella sua interezza. Un'opera in continua
evoluzione i cui meccanismi generativi, i cui protocolli, le cui
regole vengono definite costantemente attraverso la collaborazione
più o meno anarchica di una pluralità di persone sparse in tutto
il mondo.
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