Donne e computer: i mille modi di navigare
Se le donne sono partite in ritardo
nell'approccio con le nuove tecnologie, ciò è dovuto innanzitutto
ai modelli dominanti di uso del computer che la società veicolava.
Oggi non è più così: ce lo spiega Cristina Lasagni, docente
universitaria di sociologia della comunicazione, e ricercatrice
attenta alla condizione della donna nel mondo delle nuove tecnologie
È cambiato qualcosa nel rapporto tra donne e nuove
tecnologie?
A me interesserebbe, piuttosto che dire "le donne sono il
30, il 40% dei navigatori" e stupirsi di questo, che ci
fermassimo un attimo a cercare di capire perché rispetto alle nuove
tecnologie le donne sembrano arrivare sempre in seconda battuta. Non
credo che le donne arrivino dopo perché sono più sceme degli
uomini, ma che ci siano dei motivi di ordine strutturale, e altri un
pochino più complicati e nascosti. Le donne sono entrate in
Internet, e hanno cominciato a usarlo attivamente dopo gli uomini e
meno degli uomini, innanzitutto perché le donne nel mondo lavorano
meno degli uomini, nel senso di lavoro pagato fuori casa, e molto
uomini hanno cominciato ad usare le nuove tecnologie attraverso il
lavoro; poi, le donne hanno salari più bassi degli uomini, hanno
meno soldi e anche questo è un limite; infine c'è il problema del
tempo: le donne hanno meno tempo libero degli uomini, e molte
ricerche dicono che, per esempio, una donna che torna a casa non si
sente legittimata a sedersi al computer e giocherellare, ha molte
altre cose da fare. Questo deriva da una divisione sessuale del
lavoro di vecchissima data.
Queste sono le differenze di carattere strutturale; le altre
hanno a che fare con la diversa relazione che le donne e gli uomini
hanno intrattenuto con la tecnologia, non solo con le nuove
tecnologie. Questo deriva da una divisione del sapere anch'essa
molto antica, per cui le donne si sono specializzate, volenti e
nolenti, con una serie di competenze che avevano a che fare con la
cura, l'accudimento, il cibo e via dicendo, mentre l'uomo con altro.
Allora succede che quando esce una nuova tecnologia, essa è
circondata da un alone di immaginario che riproduce molto
strettamente quello che è l'immaginario maschile della tecnologia.
Quando si è cominciato a parlare di Internet, l'immaginario che lo
circondava era quello degli hacker, di questi giovani potenti,
coraggiosi, navigatori di Internet, fanatici, che passavano ore e
ore al computer. Questo è un immaginario maschile, tanto che gli
hacker sono in grandissima parte maschi, e una ricerca di Sherry
Turkle al Mit ha dimostrato che molte studentesse mostravano una
"reticenza al computer", pur essendo molto capaci. Ciò
era dovuto al fatto che non provavano quella dedizione che il
modello maschile dell'hacker invece proponeva, e sembrava non
potessero esserci usi più "laici" del mezzo. Molte donne
non si sentivano prese in considerazione. Se poi ci mettiamo il
fatto che le prime pubblicità erano rivolte agli uomini, è
abbastanza chiaro che questa "computer reticence" non è
un gene mancante, ma è davvero un rapporto diverso.
La quota di donne che navigano in Internet è in forte
crescita. A cosa porterà questo dato?
C'è da chiedersi come le donne e gli uomini usano Internet: non
lo usano allo stesso modo, così come non usano la televisione allo
stesso modo. È interessante chiedersi quanti modi possibili ci sono
di utilizzare Internet. Internet, per esempio, è una grande
opportunità per le imprese femminili. Una delle grosse difficoltà
per le imprese femminili è quella dell'accesso al credito. Se ci
sono imprese che possono godere del fatto di non avere un avvio
così oneroso, queste sono le imprese online. Questa è una grande
opportunità. Così come il fatto che le donne usino Internet per
fare quello che da sempre è nella loro cultura, cioè le relazioni,
fa si che le imprese di donne che utilizzano Internet per le
pubbliche relazioni e cose di questo genere, abbiano successo,
perché viene piegato il mezzo alle attitudini, alle passioni, alle
voglie. Credo che queste siano opportunità vere, a patto che non si
torni indietro e si pensi che c'è un solo modo di usarlo, e quindi
che se non passo le nottate al computer, non sono adatta a usare
Internet. Non è così. Lo userò per quello poco, o per quel tanto
che mi serve, in base alle mie esigenze e alle mie caratteristiche.
Le tecnologie possono essere usate in tanti modi, non c'è un modo
prescrittivo.
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