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Tema del 28 aprile 2000

Internet e handicap

Una Rete per tutti

Una delle conseguenze più importanti della diffusione dei personal computer e di Internet è indubbiamente l'impatto decisivo nella lotta contro la barriera dell'handicap

di Claudia Di Giorgio, Michele Alberico, Elena Capparelli

I computer hanno aperto ai disabili strade nuove, in alcuni casi insperate, di integrazione sociale e professionale, nello studio, nel lavoro ed anche nella vita di relazione. Gli ausili sviluppati per compensare i diversi tipi di deficit sono molti, e coprono praticamente ogni area di disabilità.

Le opportunità sono molteplici, ma c'è anche qualche problema. Nella Rete, infatti, come nel mondo reale, si vanno moltiplicando delle barriere simili a quelle architettoniche, che sbarrano la strada a chi ha problemi di handicap proprio come succede nelle nostre città e dagli ultimi dati sembra che una grossa percentuale dei siti web non abbia i requisiti per essere definito completamente accessibile. Ma cosa si intende quando si parla di accessibilità? E quali categorie di persone possono essere escluse, a causa di una "cattiva" progettazione di prodotti informatici e telematici? Flavio Fogarolo, del Provveditorato agli studi di Vicenza, da anni si occupa del problema:

"Diciamo che un sito web o un prodotto multimediale, è accessibile quando chiunque può prendere le informazioni che gli servono. Questa è una definizione di tipo funzionale anche molto pratica: quando chiunque, entrando in un sito o usando un cd rom, riesce a cogliere tutte le informazioni che può cogliere, allora diciamo che il prodotto è accessibile. È evidente che in certi casi ci sono dei limiti funzionali. Io non posso pensare che un cieco possa consultare interamente un cd rom di storia dell'arte sulla Cappella Sistina o cose di questo tipo. Ma fin dove si può, fin dove c'è la parte testuale prevalente, fin dove è possibile creare delle storie alternative, questo deve essere fatto.Essenzialmente diciamo che gli utenti più a rischio, sia per Internet che per i prodotti multimediali in genere, sono gli utenti che si servono di attrezzature particolari,quelli cioè che non possono usare la postazione standard del computer, fatta di mouse, di tastiera e di monitor. Parliamo dei ciechi, quindi, che hanno per forza degli accessori alternativi al monitor, che può essere un sintetizzatore vocale o un display brail. Parliamo degli ipovedenti, che hanno bisogno in genere, per accedere al monitor, di configurarlo in modo particolare per le loro esigenze. E ci sono anche i disabili motori, che difficilmente posso usare il mouse, e se questo è l'unico mezzo di accesso che il sistema prevede, vengono evidentemente tagliati fuori.Siamo comunque in una situazione di estrema trasformazione. Oggi abbiamo in continuazione prodotti nuovi ed anche nuove tecniche di diffusione dell'immagine. Pensare ad una norma che stabilisca in modo categorico, così come è stato fatto per le barriere architettoniche, cosa si può fare e cosa non si può fare, sarebbe abbastanza difficile e probabilmente impossibile. Nel senso che le norme viaggiano in maniera più lenta di quanto non viaggi la tecnologia in questo campo".

Difficile dunque stabilire un canone di accessibilità rigoroso. A questo si aggiunga il fatto che l'Italia, benché sia un paese molto sensibile alle problematiche della disabilità, non ha mai avuto un preciso pronunciamento da parte istituzionale sulla necessità di rendere i prodotti multimediali accessibili a tutti. La conseguenza è che sebbene la Rete sia nata come strumento al quale chiunque poteva accedere con estrema facilità oggi le cose vanno peggiorando e anche alcuni dei siti istituzionali, che più dovrebbero essere sensibili al problema, manifestano dei difetti di progettazione, come sostiene ancora Fogarolo.

"Prendiamo ad esempio l'home page del Dipartimento per gli affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una pagina abbastanza complessa, non difficile ma non del tutto accessibile. Ad esempio è tutta costruita per immagini ed anche il titolo è un'immagine.Questo significa che se io vado ad ingrandire il carattere, non cambia nulla, perché questi non sono caratteri, ma appunto immagini. Da notare che questo sito presenta ben in vista un'etichetta per una versione "solo testo". Una versione alternativa dove si potrebbero trovare le stesse informazioni, ma in maniera più accessibile, meno complessa. Però questa versione solo testo è fortemente incompleta, cioè di fatto presenta un sito di serie B perché non ha neanche la metà di quello che si trova sul sito principale: non si trova niente delle cose più recenti, che poi sono le più interessanti".

Sulla base degli standard proposti dal WWW consortium progetti di studio sono stati avviati in molti paesi. Tra le prime esperienze Italiane va citata sicuramente quella del CNR di Firenze, dove un gruppo di studiosi da tempo lavora sulla ricerca di uno standard di progettazione universale. Laura Burzagli e Paolo Graziani sono i diretti responsabili e hanno pubblicato una sorta di guida alla progettazione universale, con indicazioni tecniche e esempi, nell'aprile dello scorso anno intitolata Accessiblità di siti web, problematiche reali e soluzioni tecniche.

Progettare seguendo certi canoni di comportamento, a parere degli esperti, non rappresenta dunque né un limite alla creatività dei programmatori, né un problema economico per gli editori; la chiave è tutta nella diffusione di un'informazione corretta.Per un portatore di handicap, usare il computer in molti casi rappresenta un progresso cruciale - in Italia, il tasso di disoccupazione tra i disabili è circa 6 volte la media nazionale e sono più di 100mila i ragazzi in età scolastica con problemi di handicap - il computer può far molto per cambiare queste statistiche e le esperienze di persone disabili che lavorano grazie all'uso di strumenti informatici si stanno moltiplicando.

CameraSe per i privati la scelta di rendere accessibile un sito può essere volontaria, e motivata da criteri di efficienza e di civiltà, per le istituzioni si tratta invece di un dovere. L'onorevole Augusto Battaglia, membro della Commissione Affari Sociali della Camera e coordinatore del Comitato Interministeriale Politiche per l'Handicap descrive qual è il ruolo che le istituzioni rivestono all'interno di questo processo:

"Abbiamo affrontato queste questioni abbastanza recentemente nell'ambito della prima conferenza nazionale sull'handicap che si è svolta a Roma nel mese di dicembre. Abbiamo discusso con i disabili i temi che riguardano il lavoro, la riabilitazione, l'inserimento scolastico, l'integrazione sociale, il turismo. Oggi, sulla base delle conclusioni della Prima Conferenza, è stato elaborato il programma di azione triennale 2000/2003 che il Governo dovrà presto adottare e che guiderà l'azione operativa dei diversi ministeri nei campi che riguardano l'handicap. Il tema delle tecnologie è dunque un tema trasversale, perché lo dobbiamo affrontare nella scuola come nel lavoro. Le tecnologie sono sempre un'arma a doppio taglio: possono costituire una grande occasione di comunicazione sociale, quindi una nuova opportunità per la democrazia e per la partecipazione di tutti, ma possono, se non ben utilizzate, essere anche elemento di esclusione sociale. Ora il problema è quello di indirizzare lo sviluppo della Rete ed anche la strutturazione dei diversi siti, secondo delle linee guida che facciano riferimento a criteri di "accessibilità".

Progetti importanti dunque, che hanno anche un riscontro a livello europeo. Entro il 2001, infatti, la Commissione europea e gli Stati membri dovranno impegnarsi a rendere accessibili ai disabili la struttura e il contenuto di tutti i siti web, e per farlo avranno bisogno di parametri di riferimento ben definiti. In attesa che la Rete diventi davvero universale, chiunque possieda dei siti, oppure lavora nella progettazione di pagine Internet, può consultare le pagine del Center for Applied Special Technology, per verificare l'accessibilità dei propri siti web. Se la risposta è che mancano i requisiti necessari, le informazioni vanno riorganizzate in modo che al più presto le pagine diventino navigabili per chiunque. E non si tratta solo di una questione di efficacia, affinché tutti possano accedere alle opportunità che la Rete offre, soprattutto i disabili per cui queste opportunità possono fare la differenza, ma anche una questione di civiltà e di democrazia.

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  Superare le barriere architettoniche
  Accessibilità europea in Rete