Tra
i paesi europei il Portogallo è stato il primo a dotarsi di una legge
nazionale sull'accessibilità dei siti web. In questo modo, dopo Stati
Uniti, Canada e Australia è diventato il quarto paese nel mondo a
dimostrare attenzione verso il problema dell'accesso dei disabili in
Rete. Il documento
di base è nato dal basso, ovvero da una petizione firmata da 9000
cittadini, ed è stato discusso in Rete prima che in Parlamento
attraverso un newsgroup dedicato.
Il
parlamento portoghese è stato anche il primo a portare la questione
all'attenzione del Parlamento Europeo e del suo governo che l'8
Dicembre scorso ha lanciato una serie di iniziative legate alla
diffusione delle nuove tecnologie in Europa tramite il progetto e-Europe.
Tra le priorità del progetto presentato da Prodi, c'è proprio quella
della e-partecipation, che mira alla distruzione delle barriere
elettroniche che ostacolano l'accesso alle nuove tecnologie dei
cittadini disabili.
Nel
frattempo anche il governo
francese ha mosso i primi passi in questa direzione. La circolare
ministeriale presente in questo sito, sottolinea, al punto 2.1.2 che
l'accesso ai siti per i disabili deve essere possibile senza bisogno
di ricorrere ad interfacce troppo complesse o poco universalizzabili e
si rimanda ai protocolli delineati in uno specifico dossier.
Nel
dossier
governativo si indicano quali sono gli standard di creazione di un
sito che permettono la navigazione dei non vedenti. Si danno gli
indirizzi in cui scaricarsi programmi come Bobby, che permette di
autoverificare l’accessibilità delle proprie pagine web, e si
indicano anche i programmi di navigazione che si servono del codice
braille, come il programma braille surf.
Anche
il governo
inglese nella sua lista di priorità a proposito dei problemi dei
disabili, fa sue le raccomandazioni del www consortium.
E
l'italia? Il programma
italiano è quello espresso nel documento e-europe presentato da
Prodi e adottato dal governo italiano. Per ora si sottolineano le
priorità ed i principali settori di intervento: il settore delle interfacce
tecnologiche per disabili e la mancanza di una legislazione
adeguata. Il documento non riguarda, comunque, solo l'uso della Rete,
ma più in generale le nuove tecnologie.
(t.r.)
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