La
posta elettronica ha una storia molto più lunga del Web. Oltretutto,
da quando la Rete è dominata da pagine piene di immagini, animazioni
ed effetti grafici sempre più accattivanti, la semplice e-mail appare
un po’ primitiva.. E secondo gli esperti il traffico di messaggi
elettronici è destinato a crescere. La e-mail si prepara infatti a
vivere una seconda giovinezza come strumento di marketing tra i più
efficaci nella nuova era del commercio elettronico e del business
online. E, come spesso ci hanno abituato i fenomeni economici della
Rete, attorno alla vecchia e-mail si potrebbe muovere presto giro
d’affari miliardario.
È il 1972 quando
il primo messaggio di posta elettronica viene spedito; il testo di
quel messaggio non era nulla di più di una serie di caratteri battuti
a caso. Ray Tomlinson non sapeva che con quel messaggio di prova stava
inaugurando il più potente sistema di comunicazione scritta al mondo.
Oggi
solo negli Usa vengono spediti 300 milioni di messaggi al giorno e
secondo CyberDialogue, nel corso della propria vita un utente medio
passa online 23,5 mesi di cui 9,8 sono dedicati all’e-mail.
Se
già nel 1995 negli Stati Uniti la quantità di posta elettronica
spedita superava quella cartacea, oggi il paragone non è neanche
lontanamente possibile. Attualmente sono attivi oltre 400 milioni di
indirizzi e nei soli primi tre mesi del 1999 sono state aperte in
tutto il pianeta 57 milioni di nuove caselle postali virtuali.
Da
tutte le indagini compiute, infatti, risulta che il bene più
richiesto in Rete non è la pornografia, la musica in MP3 o
l’informazione sportiva ma è la posta elettronica e non è un caso
che anche persone che non possiedono un computer o un collegamento ad
Internet, spesso possiedono invece un indirizzo di posta elettronica.
Il
boom, naturalmente, è anche di tipo commerciale. Secondo Forrester
Research entro il 2004, appena le società prenderanno piena coscienza
della potenza di questo mezzo, verranno spedite oltre 200 miliardi di
e-mail a scopo di marketing. Ogni famiglia ne riceverà in media 9 al
giorno. Queste società spenderanno circa 4,8 miliardi di dollari nel
contatto con i clienti via e-mail: 3,2 per il customer care e 1,6 per
l’acquisizione di nuovi clienti.
Nessuna
innovazione tecnologica si è diffusa in tanto poco tempo. Il telefono
ha impiegato 40 anni per raggiungere i 10 milioni di abbonati, il fax
metà del tempo, e alla posta elettronica ci è voluto un solo anno.
Dunque,
gli esperti promettono che la posta elettronica sarà sempre di più
uno degli elementi cardine nel business digitale. Ed è comprensibile:
se il commercio si sposta online, anche i contatti con i clienti
devono seguire gli stessi canali.
Anzi
gli analisti prevedono che nel rutilante universo dei bit, dove la
concorrenza si farà sempre più serrata, sopravviveranno coloro che
riusciranno a coccolare meglio i loro preziosi clienti. Come si dice
in termine tecnico a “fidelizzarli”.
Per
questo, una delle divisioni più importanti di ogni società per il
commercio elettronico e il cosiddetto “call center”, quello che
una volta sarebbe stato un centralino e che oggi è sempre più spesso
il luogo in cui gestiscono le e-mail dei clienti.
Ai
call center sono affidate tutte le importantissime attività legate al
customer care, cioè una delle componenti fondamentali delle strategie
di marketing nell’era digitale. Secondo Andreina Mandelli e Andrea
Farinet, esperti di new economy dell’Università Bocconi di
Milano,
proprio il customer care sarà uno dei settori d’affari che più si
svilupperà di più nel futuro:
“Ormai
molte aziende sia a livello italiano che internazionale stanno
interagendo sempre più le attività di marketing off line con quelle
on line. All’interno di quelle on line l’email è lo strumento
principe di interazione quello che caratterizza la Rete, quindi la
relazione con gli utenti. Ovviamente questo tipo di strumento si
arricchirà sempre di più nei prossimi mesi e nei prossimi anni,
soprattutto da un punto di vista tecnologico, e consentirà alle
aziende di poterlo potenziare notevolmente con la possibilità di
avere l’integrazione con i telefoni portatili con la tecnologia wop
e con la tecnologia umts e lo sviluppo di immagini e di audio. Quindi
l’email sarà uno strumento che aumenterà di contenuti e che le
aziende utilizzeranno in questo processo di interazione con i propri
utenti soprattutto in uno sforzo di fidelizzazione. In America si
inizia a parlare di permition marketing vale a dire la scelta dell’
equilibrio giusto tra azienda e utente e quindi un equilibrio molto
delicato in cui i singoli utenti avranno la possibilità di scegliere
che tipo di e-mail intendono ricevere su che tipo di temi e in che
fase della giornata o della settimana”.
Tra
i messaggi di posta elettronica che gli utenti ricevono tutti i
giorni, ce ne sono alcuni che provengono dalle cosiddette mailing
list. Anche le mailing list non sono una novità e, anzi, sono state
tra i primi mezzi di diffusione delle informazioni attraverso la Rete.
Ci sono mailing list che si occupano degli argomenti più svariati e
chi è interessato si iscrive, naturalmente inviando una e-mail, e
riceve messaggi con le ultime novità sull’argomento scelto.
Tutto
questo traffico di e-mail potrebbe portare però anche a qualche
abuso. È bene ricordare che anche nell’uso della posta elettronica,
come sempre, bisogna rispettare qualche norma di buona educazione. Le
regole del galateo in Rete sono quelle della netiquette, cioè
l’etichetta del net.
Con
l’esplosione della e-mail come strumento di marketing infatti il
problema dello spamming rischia di aggravarsi. Oltretutto questa
pratica è incentivata da due fattori. Prima di tutto inviare migliaia
di copie di un messaggio costa pochissimo. E poi si è scoperto, che
sebbene in genere gli utenti si lamentino, la tecnica funziona.
Un’indagine della Ernst&Young ha rivelato che il 14 per cento
degli utenti visita i siti segnalati attraverso una e-mail
pubblicitaria. Può sembrare poco, ma siccome abbiamo appena visto che
spedire migliaia di messaggi costa quasi nulla, lo spamming si rivela
una tecnica efficace. Inoltre, la pubblicità che arriva attraverso
l’e-mail viene cliccata da 3 a 10 volte più spesso di quella
pubblicata su una pagina Web. In effetti spesso il confine tra
marketing e spamming sembra essere piuttosto esile, con il rischio di
esagerare e di innescare una forma di rifiuto da parte degli utenti.
Ecco cosa ne pensano Mandelli e Farinet:
“È
un problema di reciprocità e quindi di quali aspettative gli utenti
della Rete hanno nei confronti dei contenuti e di quella che è
l’offerta di servizi che proviene da parte delle aziende.
Effettivamente soprattutto il pubblico italiano ha una certa
diffidenza iniziale nei confronti della comunicazione on line, nel
dichiararsi e nel dare un profilo di sé, proprio per non correre il
rischio di diventare oggetto di tutta una serie di invii a prescindere
da quelli che sono i suoi interessi specifici. Questo è importante ed
è un problema di cultura che le aziende italiane devono
sostanzialmente affrontare avvicinandosi magari alla realtà di altri
paesi più evoluti che approcciano in maniera più garbata, più
delicata e in una logica di permition marketing, l’utente, che in
questo modo può definire egli stesso quelle che sono le sue esigenze
conoscitive”.
Di
sicuro, comunque, nonostante questa ritrovata giovinezza, l’e-mail
dovrà evolvere. Uno studio della Forrester Research dice infatti che
entro il 2005 gli utenti considereranno arcaiche le e-mail basate sul
solo testo e richiederanno la possibilità di inviare e ricevere
messaggi più ricchi ed elaborati. La posta elettronica del futuro
quindi riserverà sicuramente delle sorprese.
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