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Biotecnologie

I progressi della bioingegneria medica

L'era dell'uomo bionico è ancora fantascienza, ma le applicazioni mediche dell'ingegneria biologica e della robotica sono in rapido aumento

di Tommaso Russo

Nel sito della televisione americana PBS è possibile consultare una mappa della parti dell'uomo che stanno diventando sostituibili. Tranne il cervello non c'è organo che non possa essere, almeno in parte, rimpiazzato da una protesi intelligente di qualche tipo. Persino la pelle umana può essere sostituita da materiali sintetici o da tessuti ricavati dalla coltivazione di tessuto cellulare umano in laboratorio.

Ed è proprio questa una delle ultime frontiere della bioingegneria medica, ricreare un tessuto sintetico che abbia le proprietà rigeneranti del tessuto umano. Un articolo del medico e scrittore free-lance Steve Alan Edwards illustra come sia possibile integrare il tessuto cellulare dell'uomo con tessuti artificiali per ricreare la pelle in caso di bruciature e ustioni gravi.

Molte delle nuove scoperte provengono, invece, da un campo un po’ diverso, quello della robotica, la scienza legata alla creazione di macchine in grado di aiutare e, in alcuni casi, anche di sostituire l'uomo. Sono gli scienziati del MIT, ad esempio, che si occupano dei muscoli artificiali. Si tratta di un sistema di ammortizzazione e di potenziamento della trazione degli arti artificiali. che, forse, in futuro potrà trovare anche applicazioni mediche.

Le ricerche su singoli organi, poi, si stanno sviluppando grazie alla cooperazione tra le scoperte legate all'intelligenza artificiale e i risultati della moderna microchirurgia.

I ricercatori tedeschi dell'università di Duisburg presentano nel loro sito il progetto di occhio artificiale che va oltre il celeberrimo Dobelle eye: si tratta di un impianto retinico applicato sul bulbo oculare. C'è una video camera ed un codificatore, ovvero un microcomputer che si occupa di tradurre l'informazione visuale della telecamera in stimoli visivi per il cervello. Il programma dovrebbe simulare il flusso di informazioni che passa dai 120 milioni di fotorecettori presenti sulla retina al nervo ottico.

All'Università di Pittsburgh esiste, infine, un Artificial Lung Laboratory dove si sta cercando di realizzare un polmone artificiale in grado di essere trasportabile e impiantabile su un paziente. Tra i risultati più recenti dei ricercatori di Pittsburgh c’è anche un sistema di ossigenazione intravena che permette, anche se per un tempo non troppo prolungato, di portare ossigeno al sangue per pazienti che hanno gravi patologie polmonari.
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