Un'Europa
elettronica, unificata e protagonista del mercato globale grazie alla
Rete. Secondo, i promotori di e-Europe, progetto europeo per la
crescita della società dell'Informazione nel nostro continente, oggi
questo è uno scenario possibile. Bisogna, tuttavia, cominciare da
subito a sviluppare le strutture ed a diffondere la cultura legata
all'uso delle nuove tecnologie.
In
un discorso tenuto l'8 Dicembre alla Commissione Europea il Presidente
Prodi si è fatto promotore dell'iniziativa. Questo è il decalogo
delle iniziative legate al progetto: al primo punto sta la scuola e l'alfabetizzazione
informatica, un obiettivo culturale da cui non si può prescindere.
Seguono un accesso ad Internet più economico, l'accelerazione del
commercio elettronico, Internet ad alta velocità per ricercatori e
studenti, nuove electronic cards per l'accesso ai servizi di Rete, lo
sviluppo delle piccole e medie imprese impegnate nel settore
tecnologico, l'accesso al computer per i disabili, lo sviluppo della
telemedicina, trasporti ed amministrazioni digitalizzati ed on line.
Il primo passo
verso e-Europe e’ stato fissare un incontro e così, per iniziativa
della Commissione Europea, il 23 e il 24 marzo, a Lisbona si svolgerà
un Consiglio europeo straordinario dal titolo “e-Europe: una società
dell’informazione per tutti”. Qui verranno presentati i Piani
d’azione dei paesi della Comunità per favorire lo sviluppo di una
Società dell’Informazione, a livello nazionale ed europeo.
Obiettivi principali dichiarati: promuovere una diffusione capillare
dei personal computer, creare una cultura informatica con il sostegno
economico del mondo imprenditoriale, potenziare la coesione sociale
attraverso il coinvolgimento di tutti i cittadini nell’intero
processo di informatizzazione. Si tratta di obiettivi ambiziosi, che
richiedono in primo luogo il superamento, come ha sottolineato
Erkki Liikanen, commissario europeo per la Società dell'Informazione
e braccio destro di Romano Prodi sul fronte delle nuove tecnologie, di
forti diseguaglianze presenti all’interno della Comunità Europea.
Paesi dove la penetrazione di Internet è molto forte come la Svizzera
e l'Inghilterra si affiancano a Paesi come Portogallo e Grecia dove è
ancora poco pronunciata.
Sullo
sfondo c’è, d'altra parte, lo scenario economico che è stato
discusso da Clinton e Prodi al vertice di Seattle. Un’America che
detiene il monopolio nel campo dell'informatica e delle
telecomunicazioni ed un 'Europa che cerca di salvaguardare le sue
porzioni di mercato e che è in attesa del boom telematico. L'Europa
non ha, quindi, scelta: deve saltare sul carro delle nuove tecnologie.
E lo deve fare anche perché i dati raccontano che negli USA le nuove
tecnologie hanno determinato un impatto significativo sulla crescita e
sull’occupazione, vale a dire nuovi posti di lavoro (1.8 milioni
solo nel ’98) e un aumento di produttività che ha aperto la strada
ad una crescita economica duratura.
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