Tutti contro Yahoo!
Aste naziste, materiale pedo-pornografico, chat non
moderate: "i casi" Yahoo! offrono materiali alla riflessione.
di Wanda Marra
Il caso - o forse è meglio dire i casi - Yahoo!, che negli scorsi
giorni sono stati sotto gli occhi di tutti, forniscono una splendida
occasione per riflettere sui molteplici usi e abusi della Rete. Dopo un
decennio di vita, infatti, i nodi cominciano a venire al pettine e le
questioni "calde" sono davvero tante. Si tratta di inventarsi
prima di tutto un'etica, e poi anche una giurisdizione, che possa
regolamentare Internet, e nello stesso tempo rispettarne la natura.
Comprare articoli nazisti in Francia è un reato e i cittadini non
devono approfittare di Internet per aggirare la legge: in base a questo
principio, il giudice francese Jean-Jacques Gomez ha ordinato al portale
statunitense Yahoo! di filtrare l'accesso al suo sito, sul quale esiste
un'asta permanente di cimeli del nazismo. La sentenza dà ragione al
ricorso presentato sette mesi fa da due gruppi antirazzisti che
accusavano il portale di oltraggio all'Olocausto. Secondo gli esperti,
tecnicamente, questa operazione è possibile, anche se la sua riuscita
non è certa: i computer possono comunicare tra di loro sulla Rete
grazie a un indirizzo Ip, un numero che li identifica singolarmente, e
dall' Ip si può facilmente risalire al Paese di provenienza. Yahoo! si
è difesa dicendo che è impossibile filtrare i visitatori in base al
Paese da cui si collegano: per non bloccare automaticamente la
diffusione di materiale nel quale figurano termini come "nazi"
o "Hitler" (che possono comprendere, per esempio, il
"Diario" di Anna Frank, o i siti commemorativi dell'Olocausto)
occorre ricorrere a controlli fatti da uomini, pericolosi per la privacy
e inoltre molto costosi. E c'è di più: le aste di carattere nazista
avvengono sulla sezione americana di Yahoo!: secondo molti, la sentenza
di Parigi viola il Primo emendamento della Costituzione di questo Paese,
che tutela la libertà di espressione anche per i neonazisti.
L'applicazione di leggi nazionali a strutture interattive
internazionali mette a rischio la libertà della Rete. Lo ha dichiarato
Vint Cerf, vicepresidente delle tecnologie MCI WorldCom, membro del
gruppo dirigente dell'ICANN, nonché inventore del TCP/IP, che ha
lanciato un allarme: la sentenza contro Yahoo! voluta dal giudice
francese potrebbe avere conseguenze devastanti per il futuro di
Internet.
Il caso Yahoo! ha suscitato le più diverse reazioni, ma in generale
ha sollevato un problema, la cui soluzione appare quanto mai ardua: come
risolvere la contraddizione che si può venire a creare fra la libertà
di navigare in Rete e il rispetto delle leggi nazionali? La sentenza di
Parigi apre inoltre una potenziale controversia tra sovranità
giuridiche nazionali: può la legge di un singolo Stato nazionale
regolare uno spazio globale come Internet?
Anche la sezione tedesca di Yahoo! è nella bufera. Un pubblico
ministero di Monaco ha aperto un'inchiesta: si sospetta che siano state
organizzate delle aste online di copie del "Mein Kampf" di
Hitler, la cui vendita è proibita nella nazione. Claudia Strixner, la
portavoce di Yahoo! Deutschland, ha sottolineato il fatto che la
società tenta in tutti i modi di evitare che materiale del genere
appaia sul suo sito. Nella sezione tedesca di Yahoo! ci sono 90000
oggetti in offerta: quando la società viene a conoscenza della presenza
di prodotti illegali, li rimuove.
Ma è davvero possibile controllare Internet? E fino a che punto è
giusto? Dove finisce la difesa dei più deboli e dove inizia la censura?
È ancora Yahoo! a fornire un esempio recente. Yahoo! offre un
servizio di chat non moderate. Lo scorso mese, in Inghilterra, un uomo
è stato condannato a cinque anni di prigione per aver violentato una
bambina di 13 anni, che aveva adescato su una chat room. Pochi giorni
fa, Martina King, una esponente dell'azienda, ha affermato che il
portale è pronto a fare di tutto per impedire che i propri servizi
siano utilizzati dai pedopornografi. La compagnia, infatti, sta
lavorando con associazioni specializzate nella lotta alla pornografia
infantile e con la polizia per individuare gli strumenti di azione
migliori. Il primo passo sarà la nomina di un ispettore che dovrà
assicurarsi che il sistema di messaggeria di Yahoo! non venga utilizzato
per la diffusione o lo scambio di materiali di quel genere. Tra le
iniziative possibili non viene esclusa neanche la chiusura delle chat .
E la settimana scorsa a Tokio gli uffici di Yahoo! Japan sono stati
perquisiti nell'ambito di un'inchiesta sulla vendita in linea di
immagini pornografiche, nelle quali apparivano minorenni.
Mercoledì 6 Dicembre 2000
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