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La lettura ai tempi di Internet

Wanda Marra

Intervista a Paolo Mauri, responsabile delle pagine culturali della "Repubblica"

Internet con le sue peculiarità di rapidità, di disponibilità di grande quantità di informazioni, di ipertestualità ha cambiato qualcosa nelle modalità di lettura?

Intanto, ha allargato molto le possibilità di lettura, anche con qualche elemento di dispersione, perché per leggere qualcosa si devono coniugare due volontà: quella di leggere e quella di essere letti, ci deve essere un felice incontro tra chi cerca e chi viene trovato. Su Internet, questo è possibile all'ennesima potenza, ma naturalmente può anche costituire un problema, nel senso che bisogna sapere che cosa cercare e di quale qualità sono le cose che si incontrano. Per esempio, in una vecchia enciclopedia, se si cercava una voce, si trovava la sintesi di un esperto, che magari teneva conto di studi già fatti. Non è detto che ciò che si incontra su Internet sia sempre informazione di prima mano e neanche che sia stata elaborata al meglio, per cui c'è anche un problema di vaglio delle fonti. Per quel che riguarda la letteratura, con Internet c'è una maggiore possibilità di veicolare testi e di spargerli per il mondo, ma per ora non credo che le cose siano molto cambiate rispetto a prima.

Internet funziona come strumento di informazione libraria, letteraria? Ci sono più o meno lettori rispetto a prima?

I lettori sono più o meno gli stessi, ma c'è tutta la classe giovane che si muove meglio nel mondo della realtà virtuale e che sicuramente apprezza di più la possibilità di Internet. Credo che le possibilità di lettura siano aumentate; bisogna vedere se è aumentata la qualità della lettura e in che modo.

Nel modo di scrivere sta cominciando a cambiare qualcosa?


Internet con la posta elettronica ha rimesso molto in gioco la scrittura, che prima era stata abbondantemente sostituita dal telefono. L'e-mail è uno strumento di consultazione rapida, che richiede uno stile secco, rapido, telegrafico. Questo non può non avere degli influssi sul modo di comunicare e sul modo di scrivere.

Esistono ed esisteranno degli scrittori che utilizzano la Rete come mezzo di sperimentazione?

Internet consente di abolire il problema dell'inedito: chiunque può mettere la propria opera in Rete e sperare che qualcuno la legga. Perché l'opera sia letta occorre che ci sia una specie di avallo: noi compriamo un libro perché conosciamo l'autore o perché ci fidiamo delle proposte delle case editrici. Non è facile che il testo che naviga da solo in Internet trovi i propri lettori. Sarà fatale, comunque, che a un certo punto ci saranno dei siti che avranno una loro autorevolezza.

Come cambia il lavoro del giornalista culturale e del critico letterario?

Il giornalista culturale è agevolato dalla possibilità di ricorrere a più fonti. Man mano che andiamo avanti si potrà avere a disposizione un archivio molto più ampio di quello cartaceo di cui si disponeva prima tra libri e giornali. Questo rende più veloce il lavoro, perché è più facile entrare in siti americani o francesi; si possono ottenere risposte in tempo reale, in modo da confezionare in poco tempo un articolo. Il critico letterario ha invece dei tempi un po' più lunghi per confrontarsi con un testo, sia esso su carta o su Internet. Per ora è difficile che si leggano sullo schermo dei testi molto lunghi: il video è ancora legato a dei testi brevi, altrimenti si preferisce avere il libro, che è più riposante e più facile da portare in giro. Stephen King, che aveva messo in Rete un suo racconto aspettando che i suoi fan lo scaricassero, non ha avuto un grande successo.

Secondo lei perché nascono e perché funzionano i siti letterari?

Internet è uno spazio e uno spazio frequentato: chi vuole stare in vetrina occupa dei siti. Le case editrici, per esempio, hanno tutte un sito e questi siti sono moderatamente frequentati. Quanto agli altri siti, più direttamente legati a materiale letterario, è chiaro che si tratta di una nuova realtà che si sta costruendo. Per esempio, esiste il fenomeno delle riviste in Internet, che propongono un loro materiale, che ancora non è entrato a pieno titolo nel dibattito culturale ma che prima o poi circolerà in maniera più alta.