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Rasoiate all'informazione

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Nuovi media, vecchie balle

In un mare di chiacchiere


"Spazio per tutti, sconti per nessuno"

Marta Mandò

Intervista a Figaro, tra gli anonimi fondatori del Barbiere della Sera

Perché avete scelto di fare il Barbiere?

Perché vogliamo essere liberi di scrivere ciò che vogliamo, quando lo vogliamo e come lo vogliamo, senza dover rendere conto a nessuno se non alla nostra coscienza. Perché coltiviamo l'ambizione di realizzare un organo di informazione che non abbia altri interessi da difendere se non quelli della libera circolazione delle idee e delle informazioni.

Il Barbiere è nato per caso, ma oggi, ha una sua linea editoriale?

Il Barbiere della Sera è nato da una chiacchierata tra amici, tutti giornalisti, in una casa della campagna toscana, nella primavera del 2000. C'erano otto bottiglie di Chianti e sono finite tutte e otto. L'idea in fondo non è nuova. Molti hanno prima di noi sperato di riuscire a fondare un giornale senza editore e molti tentativi sono falliti. Oggi però la rete mette a disposizione di tutti strumenti di diffusione nuovi e che non richiedono grandi investimenti. Ciò che conta, in un giornale, è solo quello che ci metti dentro. Se il Barbiere della Sera oggi è un indiscutibile successo è perché cerchiamo di metterci dentro roba buona e interessante. Se hai una testa che funziona e uno spazietto in rete puoi fare scintille.
Il primo target di lettura del Barbiere sono i giornalisti e più in generale gli operatori dell'informazione. Noi pensiamo che anche ai giornali e ai giornalisti si possano e si debbano applicare le stesse regole che i giornalisti applicano al resto del mondo. Si ha una notizia, la si verifica, la si pubblica. Dalle colonne dei nostri giornali di carta spesso predichiamo la trasparenza. Anche l'informazione e i suoi meccanismi debbono essere svelati al pubblico senza omertà. Noi ci proviamo. Se proprio volessimo riassumere in uno slogan la linea editoriale potremmo dire cosi': "spazio per tutti, sconti per nessuno".


Dal vostro osservatorio, ritenete che fare il giornalista abbia ancora un valore etico?

Assolutamente sì. La miglior qualità di un giornalista è la sua libertà e onestà intellettuale. Senza inutili retoriche, ma è vero che un giornalista deve essere consapevole dei doveri che ha. Cercare, cercare e ancora cercare, non per raccontare la verità con la V maiuscola, ma per tentare sempre, con umiltà, di avvicinarsi a questa verità.
In fondo, non importa tanto che ci riesca. Non è sempre possibile. Ma è importante che ci provi sempre con rigore e onestà intellettuale. Al Barbiere lavorano solo volontari. Nessuno viene pagato per ciò che fa. La sua ricompensa è nella libertà assoluta che il sito garantisce. E se così tante persone collaborano, vuol dire che questa ricompensa vale molto.

Verificate le fonti in modo rigoroso o vi fidate delle voci di corridoio?

Un pettegolezzo è solo una voce. Per farla diventare una notizia deve essere verificato. Il Barbiere della Sera è un sito di notizie e non di gossip. Nulla che non sia stato meticolosamente verificato passa in rete. Dovendo scegliere se pubblicare una notizia non sufficientemente verificata, benché gustosa, o rinunciare, noi la buttiamo nel cestino.

Come sta cambiando il mestiere del giornalista con le nuove tecnologie?


Le nuove tecnologie sono strumenti utilissimi e potentissimi, ma solo strumenti e come tali vanno usati. Non per caso il Barbiere della Sera è un sito interamente testuale. Per comunicare le nostre informazioni non ci servono animazioni grafiche, videoclip, coriandoli e cotillons. Ciò che conta, ripeto, è la qualità delle notizie.
Il giornalismo in rete è un problema molto serio. Oggi, nella maggior parte dei casi, i siti di news non fanno che rimbalzarsi a vicenda informazioni magari diffuse dalle agenzie di stampa. Finiscono per diventare solo la cassa di risonanza di altre fonti di informazioni, come appunto le agenzie.
Si fa a gara a chi mette in rete prima il take dell'Ansa.
È ridicolo. La competizione non avviene quasi più sulla qualità dell'informazione, ma solo sulla velocità di diffusione. Il Barbiere della Sera, se non ha cose nuove e interessanti da dire, semplicemente non le dice. Non mettiamo in rete nulla fino alla prossima notizia interessante. Nessuno ci corre dietro.

È necessario essere anonimi?

Non è una necessità. È una scelta. Essere anonimi mette i singoli giornalisti che collaborano al Barbiere al riparo da ogni forma di pressione. Ci sono precedenti illustri. Nessun articolo dell'Economist è firmato.

Quanti lettori avete?

Abbiamo da poco sfondato il muro del milione e mezzo di pagine lette al mese. Il trend continua a salire e la cosa che più ci fa piacere è che, accanto ai giornalisti, cominciano a scriverci cittadini di ogni tipo. Non solo persone che lavorano nella comunicazione, ma giovani, professionisti, insegnanti che sono incuriositi dal nostro modo di raccontare l'universo dell'informazione. È quello che volevamo.

Avete mai subito pressioni per avere pubblicato una notizia scomoda?

Pressioni no. Qualcuno si è arrabbiato, questo si'. Ma pazienza. Fa parte del gioco. L'importante è che la notizia fosse esatta. Le poche volte che abbiamo sbagliato la mira, gli interessati hanno avuto tutto lo spazio che hanno chiesto per rettificare. Il diritto di replica è fondamentale, al Barbiere della Sera. Il Barbiere della Sera è l'unico, e sottolineo l'unico, organo di informazione che colloca la rettifica in prima pagina e non la seppellisce a pagina 40 nella rubrica delle lettere. Siamo fieri di questo primato. Secondo noi è giusto che chi vuole precisare una notizia abbia tutto lo spazio che desidera.

Qual è la più bella notizia che avete pubblicato?

La più divertente, che ci ha regalato un'ampia citazione in un articolo dell'International Herald Tribune. Un paio di anni fa la moglie dell'ex ministro degli esteri Lamberto Dini fu coinvolta in un'inchiesta giudiziaria. Riferendo i fatti, l'Ansa continuava a chiamare la moglie di Lamberto Dini "la signora Donatella Zingone", con il suo nome da signorina. Mai, neanche una volta, l'Ansa preciso' che si trattava della moglie del ministro degli esteri in carica, mentre la notizia vera era proprio quella.
Inutile ricordare che l'Ansa ha convenzioni miliardarie con la Farnesina. Scrivemmo un pezzo esilarante.

Cosa pensi della libertà di stampa nell'era di Internet?


Che è tanta e che è bella. Basta prendersela e farne buon uso.

Quali sono i progetti e le prospettive future per il Barbiere?

Attualmente il programma prevede nei prossimi sei mesi di raggiungere il nostro fratello maggiore che di carriera ne ha già fatta abbastanza: il Corriere della Sera.

In ultimo, fare il Barbiere è una passione, puro divertimento o una grande fatica, per altro, non retribuita?

Fare il Barbiere è un lusso sfrenato. Certo, è anche una grande fatica, è tempo rubato al sonno, alla famiglia, al divertimento. Ma non è vero che non è retribuita. Ti pare poco scrivere in assoluta libertà e essere letti da tutti i giornalisti italiani?